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Più finanziamenti per gli studi clinici no profit. Lo chiedono 8 italiani su 10

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Migliorare le terapie già esistenti, ridurre gli effetti collaterali delle cure e mettere a punto trattamenti più personalizzati o meno costosi. sono questi gli obiettivi principali della ricerca clinica indipendente secondo gli italiani, che vorrebbero quindi maggiore finanziamenti per queste sperimentazioni. Lo chiede l’81% degli intervistati da FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) e condotto on line tra 1.604 persone (pazienti, caregiver, cittadini) che ha promosso un sondaggio per capire quale fosse il sentimento della popolazione rispetto a questo argomento. E cittadini e pazienti hanno espresso apprezzamento per i ricercatori italiani impegnati nella ricerca indipendente, che però il 59% del campione giudica insufficiente a causa delle scarse risorse pubbliche destinate al settore. L’indagine, che fa parte della campagna “Lo sai quanto è importante?” promossa dalla FICOG, con AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza tra la popolazione circa i vantaggi offerti dalla ricerca clinica per poter così maggiormente diffonderla e promuoverla nel nostro Paese, è stata presentata a Chicago, al Congresso dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology).

Un dialogo con i cittadini

“L’intero settore della ricerca è strategico per il nostro Paese ma viene ancora sottofinanziato e più in generale non adeguatamente sostenuto e sviluppato anche da parte delle Istituzioni – afferma Carmine Pinto, Presidente FICOG -. La nostra Federazione ha perciò deciso di rivolgersi direttamente alla popolazione italiana per comunicare il valore della ricerca ed il suo ruolo imprescindibile per i progressi nelle conoscenze e nelle strategie di controllo e di cura dei tumori. Ci rivolgiamo quindi a tutti i cittadini italiani per far conoscere quanto la ricerca stia producendo per rendere disponibili nuove e più efficaci cure e insieme invitare i pazienti a essere parte e chiedere di partecipare a uno studio clinico. Questo perché un paziente potrà così avere accesso, anche anni prima dell’immissione in commercio, a un nuovo farmaco innovativo e insieme potrà permettere ad altri pazienti con la stessa malattia neoplastica di avere disponibile in futuro la stessa cura. Come prima cosa, vogliamo e dobbiamo far conoscere gli indubbi vantaggi in termini di guarigioni e di miglioramento della sopravvivenza e della qualità di vita che sono stati ottenuti, per milioni di pazienti oncologici, grazie alla ricerca. Infine, per ribadire come i ricercatori italiani abbiano segnato la storia della lotta al cancro negli ultimi 50 anni. Per mantenere, però, la nostra oncologia ai vertici mondiali bisogna destinare adeguate risorse sia in termini di risorse umane che tecnologiche e economiche anche nell’ambito dalla ricerca”. 

Fiducia nelle sperimentazioni

Sempre secondo il sondaggio FICOG, al 65% dei pazienti è stato proposto di aderire ad uno studio clinico. Il 26% degli intervistati parteciperebbe ad una sperimentazione per poter così accedere rapidamente ad un farmaco innovativo. Solo il 2% invece non lo farebbe, per non essere una “cavia” per studiare un farmaco dagli effetti non noti. “Sono dati incoraggianti che dimostrano una discreta fiducia da parte della popolazione – prosegue Saverio Cinieri, Presidente Nazionale AIOM -. Esiste però un problema di corretta o scarsa informazione che investe l’intera medicina. Il 92% degli italiani vorrebbe ricevere maggiori notizie sulla ricerca in oncologia ed è una richiesta che non arriva solo dai pazienti ma anche dai cittadini. Il 63% degli intervistati indica internet e i social media come strumenti d’informazione più indicati”. La campagna della FICOG, infatti, prevede un booklet che viene presentato al Congresso ASCO di Chicago. Sarà distribuito nei reparti di oncologia e si potrà scaricare on line. Sono previsti anche uno spot pubblicitario e un’intensa attività sui principali social e sui media tradizionali. 



www.repubblica.it 2022-06-03 16:26:44

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