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Morto per un tumore, figlio chiede a Procura riesumazione salma – Sanità

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(ANSA) – NAPOLI, 04 GIU – “Riesumate la salma di mio padre”:
a chiederlo, alla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta),
è Salvatore Di Vilio, figlio di Francesco, il 69enne morto il
primo gennaio scorso nell’ospedale Cardarelli di Napoli in
seguito ad un presunto caso di malasanità legato ad interventi
allo stomaco subiti a causa di un carcinoma.
   
Salvatore è stato ascoltato a lungo qualche giorno fa dalla
Procura, ha ripercorso il dramma che ha vissuto suo padre
Francesco e ha chiesto che venga effettuata al più presto
l’autopsia sul corpo del 69enne. Il caso di Francesco Di Vilio
assomiglia a quello di Angela Iannotta, la 28enne madre di tre
figli ricoverata al Secondo Policlinico di Napoli in gravi
condizioni per gli effetti di due operazioni allo stomaco cui si
era sottoposta per dimagrire; operazioni effettuate dallo stesso
chirurgo bariatrico, Stefano Cristiano, che ha operato Di Vilio,
anche se quest’ultimo aveva un tumore diffuso.
   
Entrambi sono stati operati alla clinica Villa del Sole di
Caserta prima di finire in ospedali pubblici, e per i due
episodi Cristiano è indagato dalla Procura di Santa Maria Capua
Vetere (omicidio colposo per Di Vilio, lesioni gravissime per la
Iannotta) in seguito alle denunce presentate dagli avvocati
Raffaele e Gaetano che assistono i familiari delle due vittime
(Raffaele e Gaetano Crisileo); per i due casi di malasanità sono
indagati anche altri medici.
   
Salvatore Di Vilio ha lanciato anche un appello pubblico al
Ministro della Sanità Roberto Speranza e al Presidente della
Regione Campania Vincenzo De Luca.
   
“Chiedo – ha detto Salvatore – che venga fatta chiarezza non
solo in sede penale ma anche con un’inchiesta amministrativa del
Ministro e della Regione Campania sulla struttura privata
convenzionata con il SSN che ha trattato nella fase pre, intra e
post operatoria mio padre, per verificare se era in possesso di
tutti i requisiti di idoneità tecnica e sanitaria per effettuare
interventi cosi complessi, tre addirittura eseguiti nell’arco di
un mese circa”. (ANSA).
   

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