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Pnrr: Messa, presentati i 5 Centri Nazionali per la ricerca – Sanità

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(ANSA) – ROMA, 15 GIU – Hanno preso il via i 5 Centri
Nazionali per la ricerca in filiera previsti dalla Componente
della Missione ‘Istruzione e Ricerca’ del Pnrr grazie a 1,6
miliardi di euro. Le reti di ricerca, presentate oggi dal
ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa in
Consiglio dei Ministri, sono dedicate a 5 aree individuate come
strategiche per lo sviluppo del Paese: Simulazioni, calcolo e
analisi dei dati ad alte prestazioni; Agritech; Sviluppo di
terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA; Mobilità
sostenibile; Biodiversità.
   
I Centri nazionali, viene spiegato in una nota, sono
aggregazioni di università, di enti e organismi pubblici e
privati di ricerca, di imprese presenti e distribuite
sull’intero territorio nazionale e sono organizzati con una
struttura di governance di tipo Hub & Spoke, con l’Hub che
svolgerà attività di gestione e coordinamento e gli Spoke quelle
di ricerca.
   
“La ricerca e l’alta formazione si mobilitano per dare
risposte concrete ai bisogni dei cittadini”, sottolinea il
ministro Messa. “Oggi vedono la luce i cinque Centri nazionali,
un nuovo sistema di collaborazione tra atenei, enti di ricerca,
imprese, istituzioni che creeranno filiere di ricerca e
innovazione per l’Italia del futuro, grazie all’attuazione di
una delle missioni principali del PNRR. Per la prima volta, in
modo così sinergico e a carattere nazionale, i sistemi pubblico
e privato sono insieme per creare eccellenze e generare una
crescita collettiva che accorci le distanze e colmi i divari,
attraverso lo sviluppo di progetti dedicati a temi tecnologici
innovativi. È stato un lavoro di squadra – precisa Messa –
coordinato dal ministero dell’Università e della Ricerca, al
quale hanno partecipato tante realtà, tra cui i ministeri dello
Sviluppo economico, per il Sud e la Coesione territoriale, per
gli Affari regionali e le Autonomie. Con i Centri nazionali
daremo spazio alla creatività e alle competenze di giovani
ricercatori, con particolare attenzione alla parità di genere e
alla valorizzazione delle risorse del Mezzogiorno, per oltre il
40%. Abbiamo la possibilità di competere uniti e con una nuova
determinazione, a livello internazionale”.
   
Nel complesso saranno 55 le università italiane e le Scuole
Superiori coinvolte, molte impegnate in più Centri con
professori, ricercatori, dottorandi di diversi dipartimenti. Lo
stesso vale per gli enti pubblici di ricerca e altri organismi
di ricerca pubblici o privati, 24 in tutto, che mettono in rete
i diversi istituti presenti in tutta Italia, e per alcune
imprese (65 in tutto quelle partecipanti ai 5 Centri). Inoltre,
viene precisato, gli investimenti serviranno per assumere
ricercatori e personale da dedicare alla ricerca (di cui almeno
il 40% donne), per creare e rinnovare le infrastrutture e i
laboratori di ricerca, per realizzare e sviluppare programmi e
attività di ricerca dedicati alle cinque tematiche, per favorire
la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali a più
elevato contenuto tecnologico come start-up e spin off da
ricerca, per valorizzarne i risultati. (ANSA).
   

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