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Scarsa concentrazione e dolori addominali: ecco il Long Covid dei bambini

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La pandemia ha influenzato ogni aspetto della vita di bambini e adolescenti e sempre più dati confermano che anche loro possono soffrire di Long Covid, seppur in percentuale minore rispetto agli adulti.

Finora ci si era concentrati soprattutto sugli adolescenti ma un nuovo lavoro dell’Università di Copenaghen, pubblicato su Lancet, ha preso in considerazione bambini dagli 0 ai 14 anni in quello che è il più grande studio mai condotto sugli strascichi dell’infezione da Sars-Cov-2.

Migliaia di bambini coinvolti

I danesi hanno raccolto informazioni dal gennaio 2020 al luglio 2021. In totale hanno analizzato i dati di 11.000 bambini, precedentemente infetti da Covid, e 33.000 che non erano mai stati positivi. Sono stati i genitori (o chi ne faceva le veci) a rispondere a un questionario redatto dai ricercatori sui 23 sintomi da Long Covid più comuni, secondo l’Oms, che devono durare più di due mesi per poter essere classificati sotto questa sindrome. Per capire la vastità della ricerca danese si può ricordare che lo studio italiano più grande finora compiuto (e non ancora terminato) coinvolge un migliaio di bambini (secondo i dati preliminari il Long Covid colpisce il 17% dei ragazzi contagiati). 

Divisione per fasce di età

Lo studio danese ha concluso che i bimbi con diagnosi di Sars-Cov-2, in tutte le fasce di età, hanno più probabilità di soffrire di sintomi associati al long Covid rispetto al gruppo di controllo, di cui facevano parte i soggetti negativi. Un risultato che sembra ovvio, ma in realtà le percentuali dei due gruppi, a parte in un caso, erano molto simili.

“Questi tipi di sintomi, non specifici, come mal di testa, dolore addominale, stanchezza, che vengono attribuiti al Long Covid, in realtà come sappiamo colpiscono spesso anche bambini «sani», che non hanno mai avuto l’infezione”, spiega la professoressa Selina Kikkenborg Berg, dell’ospedale dell’Università di Copenaghen, autrice dello studio. 

I suoi ricercatori hanno constatato che nella fascia d’età 0-3 il 40% dei bimbi con esperienza di Covid aveva sintomi che perduravano per oltre due mesi contro il 27% del gruppo di controllo. Mentre nelle successive fasce la differenzia si assottiglia. Tra i 4 e gli 11 anni il 38% dei positivi manifestava i sintomi contro il 34% degli altri, e nella fascia 12-14 le percentuali erano del 46% e del 41%.

Un altro dato riguarda i problemi psicologici e sociali, soprattutto per i bimbi più grandi. Nei diagnosticati Covid si sono viste meno paura, preoccupazione e insonnia rispetto a chi non si era mai ammalato.

“È molto interessante ed è la controprova che i ragazzi sono stati caricati di moltissima ansia nei confronti della pandemia, soprattutto gli adolescenti. Uno studio italiano concludeva che i ragazzini delle medie erano in grandissima parte pronti a vaccinarsi non tanto per loro stessi ma per proteggere genitori e nonni – spiega il professor Guido Castelli Gattinara, dell’Istituto per la Salute del Bambino e dell’Adolescente del Bambin Gesù di Roma e presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica – E’ quindi normale che chi non ha ancora fatto il Covid rimanga ansioso e preoccupato”.

I risultati dei questionari pubblicati da Lancet hanno portato a individuare sintomi diversi a seconda dell’età. Tra i 0-3 anni i più presenti sono repentini cambi di umore, eruzioni cutanee e dolore addominale. Nei bimbi tra i 4 e gli 11 anni si presentano più spesso gli sbalzi di umore e la difficoltà a ricordare e concentrarsi, mentre nei più grandi sono stati riportati soprattutto stanchezza e problemi di memoria e difficoltà nella concentrazione. 

“Abbiamo anche notato tra i nostri pazienti che i più piccolini tendono ad avere disturbi del tratto intestinale come uno dei sintomi più persistenti, che si attenua invece nei ragazzi più grandi – prosegue Castelli Gattinara – Per questi ultimi invece uno dei problemi principali che caratterizzano il Long Covid è il brain fog, un affaticamento nel concentrarsi, fare i compiti e studiare”.

Il vaccino protegge anche dal Long Covid

Secondo le prime indicazioni, Omicron sembrerebbe causare meno casi di Long Covid rispetto alle altre varianti, anche nei bambini. E poi c’è sempre il vaccino che protegge anche dagli strascichi: “Sicuramente la vaccinazione ha un effetto anche sul long Covid – conferma l’esperto – Abbiamo pure constatato che i casi di Mis-C, la sindrome infiammatoria multisistemica, molto grave, che colpiva alcuni piccoli dopo essersi ammalati di coronavirus, si sono ridotti decisamente da quando abbiamo iniziato a vaccinarli”.

Gli stessi autori riconoscono alcuni limiti allo studio. In molti casi era passato parecchio tempo tra la diagnosi di Sars-Cov-2 e la compilazione del questionario, inoltre i ricercatori hanno dovuto fare affidamento su dati raccolti esclusivamente dai genitori (quindi potenzialmente non sempre accurati) ed è noto che le madri o i padri dei bambini più severamente colpiti dalla malattia sono solitamente quelli che più accettano di rispondere alle domande.

“Queste ricerche sono metodologicamente difficili – conclude il pediatra – Ecco perché nella letteratura scientifica c’è a volte disparità di risultati. Il fatto che i sintomi siano sfumati e soggettivi rende complicato classificarli”.

 



www.repubblica.it 2022-06-23 06:40:44

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