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Tumore al seno, quanto vale il volontariato?

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Chi sono le persone che nel 2021 hanno fatto volontariato a fianco dei pazienti con tumore al seno? Sulla base delle risposte ottenute dalle associazioni che fanno riferimento a Europa Donna, possiamo dire che sono 4.533, con un’età media di 54 anni, donne in oltre otto casi su dieci e nel 2021 hanno dedicato al volontariato oltre 285 mila ore. Il 62% dei volontari ha dedicato 2,8mila ore alla formazione in materia di advocacy, accoglienza, contabilità, management del terzo settore, fundraising, innovazioni terapeutiche e sperimentali, bisogni e problemi dei familiari e ruolo del caregiver. Si tratta quindi di volontarie professionali e preparate, un interlocutore qualificato per contribuire alle scelte di istituzioni e società scientifiche. Nel 2021, le 142 associazioni che hanno partecipato all’analisi hanno raccolto più di 9 milioni di euro. 

La fotografia è stata scattata dall'”Analisi del valore sociale generato dalle associazioni di volontariato del tumore al seno”, condotta da PwC Italia e promossa da Europa Donna. “Il Rapporto ci offre la fotografia di un anno particolare, lacerato dalle restrizioni da Covid-19, laddove tante associazioni hanno scelto di continuare ad essere in trincea perché i percorsi di prevenzione e cura del tumore alla mammella non fossero lasciati indietro. Numeri importanti, che testimoniano plasticamente cosa significhi essere al fianco delle donne nella lotta contro questa patologia, dando voce alle paure e alle speranze di ognuna di esse, affiancando le loro famiglie, la comunità di medici e operatori sanitari coinvolti nel percorso terapeutico.” – commenta nell’introduzione al report Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato.

“La voce delle pazienti è diventata parte del sistema sanitario, ma non faremmo un buon lavoro se, concentrandoci solo sulle pazienti, non ci impegnassimo nel consolidare le relazioni con tutti gli altri stakeholder del sistema sanitario per comprendere cosa si attendono dalla collaborazione con le associazioni pazienti presenti in tutte le regioni italiane. Le loro voci raccolte nell’Analisi 2021 ci restituiscono la qualità e l’importanza di quello che facciamo e ci aiutano a capire come possiamo essere sempre più integrate ed utili per fare scelte giuste e appropriate”, spiega Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia.

Per questo l’analisi del valore generato da Europa Donna si arricchisce quest’anno del prezioso punto di vista degli interlocutori istituzionali, a testimonianza della volontà di EDI di redigere un Report non autoreferenziale, ma che rappresenti un’opportunità di dialogo costruttivo tra i diversi attori pubblici e privati che operano nella lotta contro il tumore al seno. “A tale proposito “Regione Lombardia – dichiara Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone – ha capito prima di tutti l’importanza di creare una sinergia con le associazioni di volontariato tanto che nella recente riforma sanitaria abbiamo rimarcato la centralità delle realtà come Europa Donna che garantiscono un contributo indispensabile al sistema di cure lombardo soprattutto nell’ambito della prevenzione e della diagnosi precoce”.
Il team multidisciplinare delle Breast Unit e dei loro coordinatori, sono interlocutori importanti per le Associazioni che svolgono la loro attività nei centri di cura e per questo, il loro coinvolgimento è stato decisivo per “misurare” il valore percepito dalle strutture che l’associazione offre in un centro di senologia multidisciplinare.

E a questo proposito Lucio Fortunato, Direttore del Centro di Senologia, Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma, aggiunge “I bisogni delle donne con diagnosi di tumore al seno sono enormi e spesso ancora insoddisfatti, ed è per questo che abbiamo bisogno non solo di “Task force” multidisciplinari per curare, ma anche di terapie e servizi complementari dove l’apporto delle associazioni di volontariato è davvero indispensabile”. Nel 2021, però si è osservato un loro minor accesso a causa delle restrizioni Covid. Anche l’attività formativa non ha ancora raggiunto i livelli pre-pandemia ma nell’ultimo anno è comunque aumentata coinvolgendo il 56% dei dipendenti, contro il 6% dello scorso anno.



www.repubblica.it 2022-06-29 11:00:32

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