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Levanto inaugura l’Ospedale di Comunità – Sanità

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(ANSA) – GENOVA, 16 LUG – È stato inaugurato presso la
struttura dell’ex stabilimento ospedaliero San Nicolò di Levanto
l’Ospedale di Comunità nel Distretto sociosanitario n.17, il
primo di ASL5.
   
“Oggi inauguriamo uno dei due ospedali di comunità della ASL5
spezzina – ha commentato il presidente e assessore alla Sanità
della Regione Liguria Giovanni Toti -, il primo atto concreto di
quella che sarà una vera e propria rivoluzione della sanità
nella nostra Regione, resa possibile anche grazie ai fondi del
PNRR”. “Il reparto dell’ospedale di comunità che oggi abbiamo
presentato – ha detto Paolo Cavagnaro, Direttore Generale di
ASL5 – vuole essere la prima e concreta risposta per integrare
l’attività svolta dalle “cure primarie” (MMG, continuità
assistenziale) con le attività specialistiche, all’interno di
una struttura degenziale dove i MMG insieme al medico
coordinatore di ASL potranno ricoverare e seguire i loro
assistiti, soprattutto anziani affetti da patologie croniche,
per cure non attuabili a domicilio”.
   
L’Ospedale di Comunità (OdC) di Levanto, spiega la Asl in una
nota, è una struttura sanitaria di ricovero di cure intermedie,
destinata a ricoveri brevi per pazienti che hanno bisogno di
interventi sanitari a bassa intensità clinica. Offre assistenza
infermieristica e alla persona sulle 24 ore a utenti con
patologie non acute. Nell’Ospedale si trattano problemi di
salute che si risolvono in un periodo limitato di tempo (4-6
settimane), dopo di che l’assistito può essere dimesso a
domicilio oppure trasferito in un altro tipo di struttura (RSA o
Comunità Alloggio).
   
L’assistenza medica è garantita, con le stesse modalità del
domicilio, dal proprio Medico di Famiglia; dai Medici della
Continuità Assistenziale e del Punto di Primo Intervento nei
giorni festivi, prefestivi e nelle ore notturne. Per le
emergenze viene attivato il 118. Durante il ricovero sono
effettuate le terapie, le indagini diagnostiche e le consulenze
necessarie prescritte dal medico. Possono essere ricoverati
pazienti, senza limiti d’età, anche temporaneamente non
autosufficienti, per problematiche sanitarie non risolvibili a
domicilio. Spesso si tratta di persone con malattie croniche in
fase di riacutizzazione che necessitano di essere assistiti in
un ambiente sanitario “protetto”. (ANSA).
   

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