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Tumore al seno avanzato, come cambia la cura

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Cambia la cura del tumore al seno avanzato del tipo “HER2 positivo” nei paesi dell’Unione europea. Parliamo di circa il 20% delle pazienti, per le quali la Commissione europea ha appena approvato l’anticorpo coniugato anti-HER2 trastuzumab deruxtecan fin dalla seconda linea di trattamento. Quindi anticipandone l’impiego, dal momento che fino ad oggi poteva essere utilizzato solo dalla terza linea.

Il tumore al seno HER2 positivo metastatico

In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 55 mila tumori al seno e si stima che circa uno su 5 sia HER2 positivo, cioè esprima sulla sua superficie elevate quantità di una proteina chiamata Recettore di tipo 2 del fattore di crescita epidermico umano, che ne stimola la crescita. La notizia della nuova approvazione riguarda i casi in cui la malattia progredisce e si diffonde ad altri tessuti, diventando metastatica. In Italia, oggi, convivono con un tumore al seno metastatico circa 50 mila donne, secondo le ultime stime.

 

I dati di efficacia del nuovo farmaco

Trastuzumab deruxtecan era stato approvato in Europa per la terza linea di trattamento alla fine del 2020. La nuova approvazione, che riguarda la seconda linea, è basata sui risultati dello studio di fase 3 DESTINY-Breast03, pubblicati sul New England Journal of Medicine, in cui trastuzumab deruxtecan ha dimostrato una riduzione del 72% del rischio di progressione della malattia o di morte rispetto all’attuale standard di cura, l’anticorpo coniugato trastuzumab emtansine (o T-DM1). Nello studio, la sopravvivenza mediana libera da progressione di malattia per le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan non è stata raggiunta, mentre quella con il T-DM1 è risultata di 6,8 mesi. “Questa approvazione rappresenta un’importante pietra miliare per i pazienti e i clinici europei, dal momento che le pazienti, precedentemente trattate per carcinoma mammario metastatico HER2-positivo con il trattamento standard attuale, di solito vanno incontro a progressione della malattia in meno di un anno”, spiega Javier Cortés, responsabile dell’International Breast Cancer Center (IBCC) di Barcellona: “Nello studio DESTINY-Breast03, il tempo alla progressione si è prolungato ben oltre l’anno per le pazienti che hanno ricevuto trastuzumab deruxtecan, dimostrando il potenziale di questo farmaco di diventare un nuovo punto di riferimento”.

Gli effetti collaterali

Il farmaco viene assunto per via endovenosa in monoterapia. Le reazioni avverse più comuni riportati nel trial sono state nausea (77%), fatigue (57,2%), vomito (46,8%), alopecia (38%), neutropenia (34,6%), costipazione (33,9%), diminuzione dell’appetito (33,7%), anemia (32,3%), diarrea (30,7%), dolore muscoloscheletrico (27,4%), aumento delle transaminasi (24,4%), leucopenia (24,1%), trombocitopenia (23%) e infezione del tratto respiratorio superiore (22,7%). Casi di malattia polmonare interstiziale o polmonite sono stati riportati nel 12% dei pazienti, per la maggior parte non gravi.

Anticipare i trattamenti per aumentare la sopravvivenza

Già lo scorso ottobre, proprio sulla base dei risultati di DESTINY-Breast03, le linee guida ESMO della pratica clinica erano state aggiornate per raccomandare l’uso di trastuzumab deruxtecan come terapia di seconda linea preferibile per le pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2-positivo che avevano avuto una progressione dopo una terapia con taxano e trastuzumab. “Con questa estensione dell’indicazione di trastuzumab deruxtecan siamo ora in grado di offrire alle pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2-positivo un’altra opzione terapeutica in una fase più precoce del loro percorso di trattamento”, ha dichiarato Ken Keller, Capo Globale dell’Oncology Business, Presidente e CEO di Daiichi Sankyo. “Grazie a questa approvazione, in Europa le pazienti affette da carcinoma mammario metastatico HER2-positivo avranno l’opportunità di essere trattate con questo farmaco in una fase ancora più precoce della terapia, aumentando così le possibilità di ottenere esiti clinici migliori, oltre a quelli che possiamo già offrire in fasi più avanzate”, ha concluso Dave Fredrickson, Executive Vice President, Oncology Business Unit di AstraZeneca.



www.repubblica.it 2022-07-19 15:52:12

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