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Cuore sotto controllo a casa, così l’ospedale sarà sempre più virtuale

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Sotto osservazione. A casa. È questo il presente, e soprattutto il futuro, per le patologie cardiache. Ci cureremo nell’e-Hospital. E non solo per la prenotazione on line di visite ed esami specialistici come un elettrocardiogramma, un test da sforzo, un holter pressorio o cardiaco. Abituiamoci ad andare ben oltre. Studi condotti in epoca Covid hanno dimostrato che un monitoraggio domiciliare proattivo con tele-medicina e tele-monitoraggio è efficace e sicuro anche in persone affette da malattie infettive acute e in isolamento a casa. Oltre a consentire una netta diminuzione dei ricoveri, della durata media della degenza e della mortalità e un importante risparmio di risorse.

Monitoraggio a distanza

Come spiega Maurizio Volterrani, direttore del dipartimento di Scienze Cardiologiche e Respiratorie dell’Irccs San Raffaele di Roma, centro clinico che fa parte della Rete degli Irccs italiani a vocazione cardiologica, “la cardiologia sta lavorando da tempo per perfezionare tecnologie e dispositivi che consentano di monitorare dal proprio domicilio, in maniera molto precisa, i segnali biologici del paziente e i parametri vitali (per esempio il battito cardiaco, la pressione arteriosa, la quantità di ossigeno nel sangue) per decidere se debba consultare il medico, cambiare la terapia, sottoporsi a esami strumentali o essere ricoverato. Questo, che noi oggi chiamiamo e-Hospital, è reso possibile dall’uso di apparecchiature dotate di biosensori o di fotocellule che, grazie allo smartphone, inviano i dati, tramite comunicazione remota/wireless, al personale medico e infermieristico. Queste apparecchiature vengono messe a disposizione dall’ospedale, dopo la diagnosi”. La tecnologia che rende possibile il telemonitoraggio si chiama Internet of Medical Things (IoMT) e si riferisce ai dispositivi medici collegati a una struttura o a un operatore sanitario tramite Internet. Il grande vantaggio è che il medico può far riferimento a dati clinici e biometrici in tempo reale nelle varie situazioni cliniche, incluso il monitoraggio del decorso post-ospedaliero, e sapere in tempo reale di un problema sottostante o della necessità di aggiustare la terapia.

Così faremo le “televisite”

Oltre al telemonitoraggio, sta acquistando più valore la televisita. “La prima visita è importante che sia eseguita in persona – fa sapere Volterrani – con il medico che valuta il paziente, ascolta il suo racconto, ne decide la strategia, ma le visite di controllo (follow-up) per valutare l’andamento della malattia e della terapia possono essere tranquillamente eseguite anche attraverso un sistema di videoconferenza. Più studi hanno ormai confermato che una visita di controllo in persona, o tramite videoconferenza, sono paragonabili come risultati: il fatto che ci sia uno scambio visivo dà un valore aggiunto. Allo stesso modo, oltre al follow-up, le sessioni di riabilitazione cardiologica dopo un evento acuto (infarto del miocardio, scompenso cardiaco, intervento cardiochirurgico come un bypass aorto-coronarico) possono oggi essere effettuate, in quasi tutte le circostanze, a domicilio, grazie al collegamento in videoconferenza, con un fisioterapista che segue il paziente nel programma di riabilitazione”.

Cosa è necessario

La telemedicina in cardiologia ha subito un’accelerazione e migliore caratterizzazione in seguito alla pandemia. Come ricorda Volterrani, “In questo periodo, per paura o per oggettive restrizioni, si è recato in ospedale il 35-40% in meno di pazienti per un infarto o un evento cardiovascolare, il che significa che gli infarti non trattati si sono cronicizzati in malattie importanti come lo scompenso cardiaco, in aumento. Centri e ospedali come il nostro che già da tempo, prima della pandemia, avevano implementato l’impiego della telemedicina, hanno potenziato i servizi di televisita e telemonitoraggio. Soprattutto quest’ultimo ha permesso da una parte di mantenere alto il livello di prestazioni, dall’altra di ottenere una soddisfazione decisamente significativa da parte del paziente. Inoltre, è anche fondamentale che il personale sia formato a gestire il paziente in questa modalità. Nel nostro caso l’infermiere è come un ‘case manager’: chiama il paziente a intervalli programmati per un follow-up, ma il paziente ha la possibilità di chiamare il centro tutte le volte che lo ritiene opportuno. In questa modalità di contatto bilaterale, il paziente si sente “coccolato”. Come centro abbiamo accesso a una quantità di dati che ci permette di gestirlo nel migliore dei modi”.

L’importanza di un servizio omogeneo

“In futuro, aumenterà il ricorso alla televisita e si cercherà sempre più di gestire il paziente al di fuori dell’ospedale per le attività ambulatoriali, incluso il pre-ricovero; il ricovero ospedaliero sarà riservato ai casi estremamente severi o dove si renda necessario per motivi di forza maggiore – conclude Volterrani.- Serve senz’altro il potenziamento omogeneo della rete internet in Italia e il ministero della Salute ha rilasciato delle linee guida che tendono non solo a sviluppare la telemedicina, ma a superare la frammentazione e la mancanza di omogeneità dei servizi cardiologici offerti sul territorio, con l’introduzione di standard di riferimento. Questi aspetti sono particolarmente importanti in alcune situazioni: quando i pazienti vivono a distanza elevata dai centri, o per motivi diversi non possono accedere ai centri, ma anche in situazioni di emergenza/urgenza come durante la pandemia. Nel giro di pochi anni la telemedicina diventerà, quindi, uno dei servizi a disposizione del cittadino”. Infine, lo sviluppo di device sempre più all’avanguardia consentirà di telemonitorare ancora meglio il paziente al domicilio in base alla sua patologia.



www.repubblica.it 2022-07-25 07:56:25

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