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Ipertensione e non solo, a curarci saranno (anche) le app

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Un programma (e non solo) che cura. È la rivoluzione delle terapie digitali, soprattutto app per smarthphone, ma anche videogiochi, applicazioni di realtà virtuale e di realtà aumentata. Rientrano nella digital health, o sanità digitale, ma si differenziano per il fatto che la loro efficacia è studiata e dimostrata attraverso l’impiego delle sperimentazioni cliniche randomizzate, tipiche dello studio dei farmaci tradizionali. Occorre un percorso scientifico per dire che uno strumento, magari valido dal punto di vista tecnologico e ingegneristico, porti  un reale vantaggio sulla salute. Solo a quel punto potrà diventare patrimonio di cura, alla pari di un farmaco.

Effetti sulla pressione arteriosa

Eugenio Santoro,  responsabile del Laboratorio di informatica medica del dipartimento di salute pubblica dell’Istituto Mario Negri IRCCS (afferente alla Rete Cardiologica IRCCS), curatore della voce Digital Health della Treccani e coautore del volume Terapie digitali,  porta l’esempio di un recente studio giapponese su soggetti ipertesi che non assumevano farmaci per l’ipertensione. “La ricerca dimostra come, grazie a una serie di suggerimenti per modificare gli stili di vita (migliorare la qualità del sonno; ridurre l’assunzione di sale e di alcol; svolgere esercizio fisico regolare; migliorare l’alimentazione e la gestione dello stress, tenere sotto controllo il peso corporeo) sia possibile ridurre la pressione arteriosa alla fine del periodo di osservazione di 12 settimane e ottimizzare le raccomandazioni in base alle caratteristiche soggettive”. Lo studio ha confrontato due gruppi di persone: uno sottoposto a modifica standard dello stile di vita, l’altro alla terapia digitale tramite applicazione interattiva per smarthphone. I risultati ottenuti dimostrano che le terapie digitali sono nettamente superiori alla sola modifica dello stile di vita. Grazie a questi strumenti riesco a prevenire o gestire l’ipertensione in pazienti che ne soffrono. Sia chiaro: l’area dell’ipertensione è quella in cui più sono stati condotti studi scientifici. “Ulteriori evidenze provengono da metanalisi, cioè da studi di sintesi che combinano i risultati di diversi studi randomizzati cercando di dare più forza. Anche qui si è visto che l’efficacia degli strumenti digitali, generalmente app, determina un vantaggio in termini di riduzione della pressione arteriosa” aggiunge Santoro. Metanalisi e singoli studi randomizzati hanno dimostrato la loro utilità anche nel monitoraggio a domicilio dei pazienti e nella riabilitazione cardiologica da remoto”.

Cuore, una app per migliorare la prevenzione





Apparato cardiovascolare “target” ideale

L’area cardiovascolare è una delle più studiate con le terapie digitali, insieme a quella della lotta alle dipendenze (soprattutto da fumo) e all’area della salute mentale (per ansia e depressione). In particolare tramite le app. “Lo dimostra anche uno studio condotto di recente da noi, una revisione sistematica degli studi che sono presenti su clinicaltrials.gov, il principale registro di sperimentazione clinica internazionale dove si tiene traccia di tutto ciò che viene studiato a livello internazionale, compresi anche gli strumenti di digital health e le terapie digitali – spiega Santoro.- Siamo andati a vedere quali terapie digitali sono state più studiate e utilizzate nel corso dell’ultimo anno o negli ultimi due anni attraverso la sperimentazione clinica randomizzata. Nei 136 studi presi in esame su 560 individuati, si è trattato di app per smarthphone nel 41,9% dei casi, di interventi basati sul web nel 25,7% e nel 8,8% di videogiochi, ma abbiamo trovato anche sistemi di realtà virtuale o di realtà aumentata. Abbiamo anche constatato che cominciano ad essere presenti anche altre tecnologie come i videogiochi, le applicazioni di realtà virtuale e di realtà aumentata e che anche queste stanno acquisendo la loro importanza come terapie grazie alle sperimentazioni cliniche che ne confermano l’efficacia. Il nostro Istituto è coinvolto in studi di prevenzione, oltre che di cura dell’ipertensione, e in misura minore dello scompenso, le maggiori aree in ambito cardiovascolare dove si sono sviluppate le terapie digitali”.

Uno di questi studi (CV-PREVITAL) è il primo in Italia a cercare di dimostrare scientificamente, su un campione molto vasto di popolazione, l’efficacia di un sistema digitale per la prevenzione cardiovascolare, vale a dire se sia davvero possibile migliorare la prevenzione con una app per smartphone.

Attenzione al fai da te

“Vanno usate tra le app quelle consigliate dal medico perché validate scientificamente e quindi sicure – suggerisce l’esperto. -Se si vuole procedere in autonomia, va verificato che lo sviluppo dell’applicazione sia stato fatto in collaborazione con le società scientifiche: questo garantisce l’affidabilità dello strumento, che sia una app recente o con update, e infine la privacy. Se disponibili, è buona norma consultare anche gli studi clinici, le evidenze scientifiche a supporto della app: di solito chi la sviluppa e ha condotto uno studio clinico efficace ha tutto l’interesse a comunicarlo”. Come comportarsi?  Si suggerisce di consultare i siti web delle principali società scientifiche italiane: se soffro di una malattia cardiovascolare posso entrare nella sezione riservata ai pazienti, o nella sezione app disponibile quasi sempre su qualunque sito e controllare quali sono gli strumenti che hanno realizzato in collaborazione, o direttamente, e che quindi appoggiano e promuovono”

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Il futuro in Italia

Al momento nel nostro Paese siamo ancora indietro per le terapie digitali. All’estero, per esempio in Germania e Regno Unito, queste sono diffuse perché sono approvate dalle agenzie regolatorie (i nostri Ministero della salute o Agenzia del farmaco) come vere e proprie terapie e quindi possono essere prescritte ed eventualmente anche rimborsate. In Italia, a livello regolatorio, queste cure rientrano tra i dispositivi medici, cioè strumenti di supporto a una patologia il cui scopo è prevalentemente quello di diagnosticare o misurare le malattie. Ma va detto che le terapie digitali hanno un obiettivo diverso, di tipo curativo: al momento, per la legislazione vigente, non sono prescrivibili e rimborsabili. “Ad ogni modo, – conclude Santoro – le terapie digitali costituiranno probabilmente una rivoluzione nel mondo della prevenzione e della gestione delle patologie, soprattutto di quelle croniche, perché molti di questi strumenti sono privi di effetti collaterali e soprattutto mettono al centro il paziente che, attraverso la modifica del suo stile di vita, può raggiungere risultati importanti”.



www.repubblica.it 2022-08-12 05:53:38

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