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Donna morta Trieste: rispunta ‘remota’ ipotesi congelamento – Sanità

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(ANSA) – TRIESTE, 21 AGO – Liliana Resinovich potrebbe essere
morta il 14 dicembre, cioè il giorno della sua scomparsa, e il
suo corpo essere stato congelato, fino a poco prima del
ritrovamento, avvenuto il 5 gennaio successivo nel boschetto
dell’ex Opp di Trieste. E’ l’ipotesi sulla quale torna oggi il
quotidiano Il Piccolo, riprendendo una possibilità di cui si era
già parlato in passato, sulla base della perizia della Procura,
affidata al medico legale Fulvio Costantinides e al radiologo
Fabio Cavalli.
   
Nelle 50 pagine gli esperti, come era stato anticipato il 9
agosto scorso, sono fermi nella convinzione che la donna si sia
uccisa soffocandosi con i sacchetti di nylon e che il decesso
sia avvenuto due o tre giorni prima del ritrovamento del corpo.
   
Non è chiaro, invece, dove la donna abbia trascorso il periodo
della scomparsa.
   
Gli stessi periti nel documento prendono in considerazione
l’ipotesi del congelamento, giudicandola “remota” e precisando
che, tuttavia, la morte sarebbe avvenuta “in luogo ignoto e
diverso, con cadavere conservato e poi teoricamente congelato”
per essere trasferito, “a gennaio nel luogo del rinvenimento”.
   
Precisano, inoltre, i due periti, che “non vi sono, allo stato,
elementi specifici per dimostrare un avvenuto congelamento post
mortale del cadavere”, indicando una serie di ostacoli che uno o
più protagonisti dell’evento avrebbero dovuto superare come il
luogo della morte, le dimensioni del congelatore, la posizione
del corpo e il trasporto. (ANSA).
   

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