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Non esagerate con i dolcificanti, per la salute di cuore e cervello

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Senza zucchero. Light. Nelle nostre scelte a tavola, sempre più spesso puntiamo su alimenti e bevande che consentono di limitare l’introito calorico e la componente di zucchero della dieta. Ma forse, prima di tutto, dovremmo abituarci a consumare in generale meno alimenti dolci, senza rifugiarci troppo frequentemente in additivi che consentono di soddisfare il gusto senza quasi offrire calorie. Forse così facendo aiuteremmo anche la protezione cardiovascolare.

A farlo pensare, seppur senza azzardare alcuna correlazione e quindi un preciso rapporto causale, è una ricerca apparsa sul British Medical Journal (primo nome Charlotte Debras dell’Università di Parigi) che suggerisce una potenziale associazione tra un maggiore consumo di dolcificanti artificiali ed un incremento del rischio di malattie cardiovascolari.

Seguite oltre 100.000 persone

Lo studio ha riunito diversi ricercatori sotto l’egida dell’INSERM (Istituto nazionale per la salute e la ricerca medica) ed ha preso in considerazione più di 103.000 persone, in quattro casi su cinque donne, con un’età media di 42 anni. I dati sono stati presi dallo studio NutriNet-Santé, lanciato in Francia nel 2009 per indagare le relazioni tra alimentazione e salute.

Nell’analisi sono stati considerati i dolcificanti artificiali da tutte le fonti alimentari, quindi non solo bevande ma anche dolcificanti da tavola ed altro, oltre che per tipo di sostanza utilizzata. Più di una persona su tre (37% del totale) ha consumato regolarmente questi composti, con assunzioni medie che variano dai 7,46 milligrammi al giorno (consumatori estremamente bassi) fino a quasi 80 milligrammi al giorno.

Il ruolo dello stile di vita

Va detto che in termini generali chi consumava molti dolcificanti era più spesso in sovrappeso, fumava di più seguiva di più una dieta dimagrante ed era meno attivo sul fronte fisico. Inoltre questa popolazione tendeva a consumare più sodio, carni lavorate ed altri principi alimentari non proprio in linea con i dettami della prevenzione cardiovascolare.

I rischi per cuore e cervello

Eliminando per quanto possibile tutti questi fattori confondenti, gli studiosi hanno osservato quanto si è verificato in nove anni di monitoraggio dei soggetti studiati. In questo periodo si sono osservati 1502 eventi cardiovascolari, come infarto, crisi anginose, necessitò di angioplastica, attacchi ischemici cerebrali transitori ovvero Tia e ictus.

L’assunzione totale di dolcificanti artificiali è risultata associata con un incremento del rischio di eventi di questo tipo. Calcolando gli eventi per 100.000 anni/persona, ovvero la misura combinata del numero di soggetti e del tempo durante il quale si può incorrere negli eventi in studio, si è arrivati a quota 346 in chi consumava più dolcificanti rispetto a 314, circa il 10% in meno, in chi non li consumava.

Ancor più stretta appare l’associazione tra dolcificanti e problemi circolatori cerebrali: 195 e 150 per 100.000 anni/persona rispettivamente in chi consumava molti dolcificanti rispetto a chi non ne assumeva.

Non puntiamo troppo sul dolce

Pur se gli stessi autori dello studio segnalano la possibilità che ci siano comunque fattori confondenti in grado di influire sui risultati, il monito è chiaro: se possibile, meglio limitare il nostro bisogno di dolce, sia attraverso lo zucchero sia con sostanze dolcificanti. “Chi assume dolcificanti potrebbe di per sé fare questa scelta proprio per limitare l’effetto di fattori di rischio cardiovascolari, come il sovrappeso o un eventuale diabete, ma comunque bisogna abituarsi a gusti meno dolci – commenta Andrea Ghiselli, presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (SISA). Oggi sappiamo ad esempio che queste sostanze possono avere un’azione sul microbiota intestinale, fattore importante nel determinare processi infiammatori anche a carico dei vasi”.

Il fattore psicologico

Ma è soprattutto sul versante psicologico che l’abitudine a sostituire lo zucchero può impattare, perché può far sentire più “liberi” in chiave nutrizionale i consumatori. “Oggi le persone magari non mangiano due biscotti con zucchero ma ne consumano quattro senza zucchero: bisogna invece convincersi a consumare meno alimenti dolci – conclude l’esperto. In questo, anche sul fronte delle Istituzioni come l’OMS, ci vuole attenzione a non incoraggiare la sostituzione degli zuccheri con edulcoranti negli alimenti. È importante un cambio di abitudini nella popolazione”.



www.repubblica.it 2022-09-11 05:35:04

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