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Tumore del polmone: cure e prognosi legati anche ai livelli di sodio nel sangue

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Misurare il livello di sodio nel sangue usandolo per scovare nuovi biomarcatori più efficaci per il tumore del polmone. La proposta arriva dai risultati preliminari dello studio Isa presentato in questi giorni al Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo). Uno studio sull’iponatriemia (ovvero una concentrazione di sodio inferiore a 135 mEq/l), che rappresenta una delle principali alterazioni elettrolitiche riscontrate nella pratica clinica oncologica.

Il ruolo del sodio nei tumori

Il carcinoma polmonare è una delle neoplasie più temute e insidiose e ogni anno colpisce oltre 41mila cittadini in Italia. La lotta contro i casi più gravi può passare anche dall’analisi dei bassi livelli di sodio nel sangue. “E’ possibile sfruttare l’iponatriemia per arrivare a efficaci biomarcatori, già nelle fasi precoci della malattia, nel predire la risposta ai trattamenti e la prognosi dei pazienti”, spiega Rossana Berardi, ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche, Direttrice della Clinica Oncologica, AOU Ospedali Riuniti di Ancona e membro del Direttivo Nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). “Già diverse evidenze scientifiche testimoniano come l’iponatriemia sia responsabile di un aumento della morbilità e della mortalità per i pazienti oncologici – afferma Berardi.  È legata anche ad una maggiore durata dei ricoveri in ospedale e dei costi associati. Il tumore del polmone inoltre rappresenta una delle principali cause di morte da cancro nel mondo in entrambi i sessi. Solo in Italia il numero di decessi ammonta a oltre 34mila l’anno”.

I biomarcatori miRna

Lo studio, condotto presso la Clinica Oncologica degli Ospedali Riuniti di Ancona, ha vinto un finanziamento attraverso il bando PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale) del MIUR. Tra i possibili biomarcatori analizzati ci sono i miRNA: piccoli segmenti di RNA coinvolti nella regolazione dell’espressione genica delle cellule del nostro organismo. I primi dati ottenuti hanno permesso di individuare un gruppo di 12 diversi miRNA espressi nei campioni tumorali di dieci pazienti eunatriemici (con normali concentrazioni ematiche di sodio) rispetto a dieci iponatriemici.

I prossimi step

E’ stato poi osservato come alcuni miRNA downregolati (espressi in minore concentrazione) siano associati ad una peggiore sopravvivenza, mentre altri upregolati (espressi in maggior misura) siano invece correlati ad una migliore sopravvivenza globale. “I primi risultati rappresentano un passo avanti nella comprensione del ruolo del pathway della vasopressina, e più in generale della natriemia, nello sviluppo e nella progressione delle neoplasie polmonari – prosegue Berardi. Attualmente è in corso la fase prospettica dello studio clinico che avrà lo scopo di validare queste scoperte su un campione più ampio di pazienti affetti da tumore del polmone in stadio avanzato”. 

 



www.repubblica.it 2022-09-12 13:17:48

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