Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Tumore al seno, si testa un nuovo farmaco contro le resistenze

27

- Advertisement -


Secondo le stime, circa l’80 per cento dei tumori al seno è positivo al recettore per l’estrogeno e il 65 per cento a quello per il progesterone. Per questi, la terapia più efficace e mirata è proprio la terapia ormonale (o endocrina), che agisce tagliando la riserva di ormoni della quale si nutre il tumore per crescere, o impedendo il loro legame con i recettori. Sin dagli anni ’90, la terapia endocrina si è mostrata efficace nel migliorare e allungare il tempo di sopravvivenza libero da malattia quando somministrata per i 5 anni successivi all’intervento chirurgico. Nonostante la generale efficacia però, alcuni tumori nel tempo possono diventare resistenti ai farmaci endocrini. Anche in presenza di una mutazione di un gene dei recettori estrogenici ESR1, i farmaci ormonali si sono mostrati finora inefficaci. Secondo però una nuova ricerca, pubblicata su Science Translational Medicine e condotta dal Dipartimento “Discovery Oncology” di Genentech (negli Usa), il farmaco di seconda generazione giredestrant potrebbe essere in grado di vincere la resistenza alle terapie ormonali.

I primi risultati

Da tempo la ricerca nel campo del tumore al seno “ormonale” si sta concentrando su una nuova generazione di farmaci Serd (degradatori selettivi del recettore degli estrogeni), fra cui giredestrant. Studiando le ghiandole mammarie dei topi che presentavano una mutazione del gene ESR1, i ricercatori hanno notato che la mutazione promuoveva una ipersensibilità delle cellule al progesterone, che ne incentivava particolarmente la crescita. Tuttavia, se a questi topi veniva somministrato il farmaco giredestrant, la crescita si arrestava.

Attualmente, il farmaco è in sperimentazione (in uno studio clinico di fase 1) in un gruppo di pazienti metastatiche con cancro positivo al recettore per gli estrogeni. In una di loro – hanno riportato i ricercatori –  la molecola ha mostrato segni di risposta parziale nel ridurre l’attività del recettore e nell’arrestare la crescita del tumore. Risultati che aprono una possibile nuova strada, certo, ma che dovranno essere confermati in studi molto più ampi.



www.repubblica.it 2022-09-27 15:03:05

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More