Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Le sigarette fanno perdere anni di vita. Ma smettere aiuta a recuperarli

28

- Advertisement -


Smettere di fumare è senza dubbio una scelta salutare. I benefici della cessazione sono, da tempo, inequivocabili per tutto il metabolismo. Tuttavia, gli ex fumatori hanno mostrato rischi di malattia e mortalità più elevati rispetto ai non fumatori: le sigarette a tutti gli effetti bruciano anni di vita. Ma una buona notizia arriva del National Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland. Un migliore stile di vita, più sano ed equilibrato, può effettivamente far recuperare gli anni persi.

Lo studio sullo stile di vita di 160 mila ex fumatori

Lo studio, appena pubblicato su Jama Network Open, ha preso in esame lo stile di vita e lo stato di salute di 159.937 ex fumatori che fra il 1995 e il 1996 avevano partecipato al National Institutes of Health Diet and Health Study, appurando che tenere il peso corporeo sotto controllo, seguire una dieta equilibrata, fare attività fisica e non bere alcol negli anni successivi, fino al 2019, hanno portato a una minore mortalità, indipendentemente dai precedenti rischi dovuti al fumo di sigaretta. Insomma, è stata trovata la prova che gli ex fumatori possono trarre vantaggio per la loro salute non solo dicendo addio per sempre alle sigarette, ma anche seguendo le raccomandazioni più comuni per uno stile di vita sano.

C’è speranza per tutti

Come spiega la dottoressa Maki Inoue-Choi, epidemiologa del National Cancer Institute nonché autrice principale della ricerca, “il minor tasso di mortalità è stato osservato indipendentemente dallo stato di salute, dalle condizioni di comorbilità, dal numero di sigarette che i partecipanti erano soliti fumare al giorno, così come gli anni dalla cessazione e l’età all’inizio del fumo”. Insomma, c’è speranza per tutti.

8 milioni di morti all’anno dovuti al tabacco

“Il fumo di sigaretta è la principale causa di malattie prevenibili e di morte negli Stati Uniti così come nel resto del mondo. L’uso del tabacco provoca ancora oggi più di 8 milioni di morti l’anno, tuttavia la crescente consapevolezza dei danni del fumo e le ultime politiche sul controllo del tabacco hanno portato a tassi sostanziali di ex fumatori, riducendo la prevalenza del fumo di sigaretta di circa due terzi ed evitando milioni di morti premature”. Ancor di più se, consapevolmente, archiviato il tabagismo si decide di passare a un migliore stile di vita: “Maggiore si è mostrata l’aderenza a scelte sane di salute, minore è stato il rischio anche di ammalarsi di cancro e incorrere in malattie cardiovascolari o respiratorie”.

I danni di fumo, alcol e obesità

È già la cessazione del fumo in sé a ridurre il rischio di cancro, malattie cardiovascolari e respiratorie croniche. Uno studio recentemente pubblicato su Lancet afferma che senza fumo, alcol e obesità ci sarebbero cinque milioni di morti in meno di cancro. L’effetto fumo sul cuore, poi, è molto peggiore di quanto si ritenesse finora. Oltre a essere più fragile, il cuore di chi fuma tende ad ispessire le proprie pareti e a perdere colpi più facilmente. Quindi dire addio alle sigarette prima di sviluppare danni permanenti significa recuperare la salute cardiaca. Nonostante questo, “gli ex fumatori rimangono a rischio di mortalità più elevato rispetto ai non fumatori, e possono trarre beneficio solo rispettando certe raccomandazioni”, prosegue la dottoressa Inoue-Choi. “Le indicazioni della World Cancer Research Foundation, dell’American Institute for Cancer Research, dell’American Cancer Society e dell’American Heart Association includono il mantenimento di un peso corporeo sano, l’essere fisicamente attivi, seguire una dieta sana e limitare il consumo di alcol oltre a evitare di fumare. E seguire questo stile di vita premia”, aumentando così gli anni di vita.

E svapare non aiuta a smettere

“Grazie ai dati offerti da questo vasto campione di ex fumatori e il lungo follow-up abbiamo potuto raccogliere dati che prima non avevamo, permettendoci di valutare l’aderenza dei partecipanti alle raccomandazioni di vita sana e i risvolti che hanno avuto sulla mortalità”, conclude Inoue-Choi. Ora questo studio, insieme a quello sulle sigarette elettroniche che non aiutano a smettere di fumare dell’Herbert Wertheim School of Public Health and Human Longevity Science, rappresenta una nuova pietra miliare nella ricerca sul tabacco e sui risvolti più diretti sulla salute, monito per tutti i nuovi fumatori post Covid.

Con la pandemia è aumentato il numero dei fumatori

Quasi un italiano su quattro, infatti, oggi è un fumatore. Una percentuale che non era stata mai più registrata dal 2006, a conferma di come la pandemia abbia significativamente influenzato le abitudini di nicotina degli italiani. Il report dell’Istituto Superiore di Sanità parla chiaro: “Dopo un lungo periodo di stagnazione si assiste quest’anno a un incremento di 2 punti percentuali: un segnale che desta preoccupazione – ha dichiarato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro – e rispetto al quale è importante attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani per garantire una vita più lunga, con meno disabilità e qualitativamente migliore per noi e per chi ci vive accanto”.

“Smettere è la cosa più importante che un fumatore può fare per migliorare la propria salute – ricorda il professore John Pierce – . Le prove indicano che il passaggio alle sigarette elettroniche ha reso meno probabile, e non più probabile, rimanere fuori da questa dipendenza” che, come ha spiegato anche la dottoressa Holly Middlekauff del David Geffen School of Medicine dell’Ucla “ha un ruolo significativo nel causare malattie cardiovascolari, polmonari e neurologiche, nonché il cancro, esattamente come le sigarette tradizionali”.



www.repubblica.it 2022-10-06 05:00:05

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More