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Obesità: internisti, in arrivo una carica di nuovi farmaci – Sanità

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(ANSA) – ROMA, 21 OTT – E’ in arrivo una carica di nuovi
farmaci contro l’obesità che potrebbero relegare la chirurgia ai
soli casi gravi. A fare il punto sono gli specialisti in
occasione del 13/mo congresso della Società italiana di medicina
interna (Simi), sottolineando che la farmacoterapia è un
pilastro nella lotta all’obesità e alle sue complicanze.
   
“La Commissione Europea – ricorda Giorgio Sesti, presidente
della Simi – ha recentemente riconosciuto che l’obesità è una
malattia cronica, recidivante e progressiva e come tale non è
più soltanto un fattore di rischio per malattie
cardio-metaboliche, epatiche o respiratorie. Le strategie
terapeutiche basate sul cambiamento di stile vita sono state
negli ultimi anni affiancate da farmaci efficaci e sicuri basati
sugli agonisti del recettore del GLP-1 che si stanno arricchendo
di nuovi poli-agonisti, che utilizzano due o tre molecole
ormonali. Lo sviluppo di questi nuovi farmaci per la cura
dell’obesità apre nuovi scenari non solo per il trattamento del
sovrappeso, ma anche per i possibili benefici in termini di
prevenzione cardiovascolare”.
   
“Gli agonisti recettoriali del GLP-1 e i poliagonisti
recettoriali, o l’associazione di alcuni di essi – spiega Paolo
Sbraccia, professore ordinario di Medicina Interna nel
Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell’Università degli Studi
di Roma ‘Tor Vergata’ e direttore dell’Unità Operativa Complessa
di Medicina Interna e Centro Medico dell’Obesità del Policlinico
Tor Vergata – rappresentano al momento soluzioni
farmacoterapiche molto efficaci e sicure per la perdita di peso
ed il suo mantenimento. Queste nuove classi di farmaci nei
soggetti con diabete riducono inoltre il rischio cardiovascolare
sia indirettamente, attraverso il calo ponderale, che
direttamente, attraverso effetti anti-aterogeni. I risultati dei
trial in corso, disegnati per verificare se tali farmaci
riducano il rischio di eventi cardiovascolari anche nei pazienti
con obesità non diabetici, ci diranno se l’obesità dovrà essere
inquadrata come un equivalente di malattia cardiovascolare.
   
Quello che stiamo vivendo è un momento magico e molto
particolare nella storia del trattamento dell’obesità perché
finalmente sono a disposizione farmaci molto efficaci, con un
profilo di sicurezza ottimo e in grado di proteggere contro gli
eventi cardiovascolari, dalla steatosi epatica,
dall’infertilità, e altri ancora”. Questo naturalmente,
concludono i medici internisti, “non vuol dire che l’approccio
multidisciplinare, la terapia cognitivo-comportamentale e nei
casi più gravi la chirurgia bariatrica, verranno spazzati via.
   
Ma certamente il pilastro terapeutico della farmacoterapia è
destinato a rinforzarsi sempre di più, mentre lo spazio della
chirurgia si andrà assottigliando”. (ANSA).
   

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