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Centro ricerca Simi, da progetto REPOSI una miniera di dati – Sanità

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(ANSA) – ROMA, 21 OTT – Il Centro di Ricerca Indipendente
della Società Italiana di Medicina Interna Simi (CRIS) ha, come
mission statutaria, l’organizzazione di indagini
epidemiologiche, survey, studi osservazionali o di intervento
nell’ambito della medicina interna. “Tra le finalità del Centro
– spiega il professor Antonello Pietrangelo, direttore del
Centro di Ricerca Indipendente della Società Italiana di
Medicina Interna (CRIS), past president SIMI e ordinario di
Medicina Interna, Università di Modena e Reggio Emilia – oltre a
quello dell’aggiornamento scientifico e professionale, vi è
quello etico e formativo di una ricerca di rilevante impatto
conoscitivo, condotta con grande rigore metodologico”. Un ruolo
propositivo che la SIMI attraverso il CRIS vuole assumere anche
rispetto alla politica sanitaria del Paese come gestore di
ricerca indipendente, finalizzata ad acquisire dati ‘di
evidenza’ e ‘real-life’ su ampie fasce di popolazione.
   
“Il progetto più longevo del CRIS – prosegue il professor
Pietrangelo – è Il REPOSI (Registro Politerapie della Società
Italiana di Medicina Interna), avviato nel 2008 nell’ambito di
una collaborazione tra la Società Italiana di Medicina Interna,
l’Istituto di Ricerche Farmacologico Mario Negri IRCCS e la
Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di
Milano. Gli obiettivi principali del REPOSI sono il
reclutamento, il monitoraggio e lo studio dei pazienti anziani
ospedalizzati”. Il REPOSI ha permesso, la raccolta dati di quasi
9 mila pazienti ricoverati in oltre 100 reparti internistici e
geriatrici, con un’età media di 80 anni, affetti in oltre la
metà dei casi da 5 o più patologie croniche e che nel 65% dei
casi assumono 5 o più farmaci. I principali risultati sono stati
pubblicati in oltre 70 lavori scientifici in riviste
internazionali, che hanno contribuito a fornire indicazioni per
valutare e migliorare l’appropriatezza prescrittiva e ottenere
indicazioni real-life sull’impatto della poli-farmacoterapia in
diversi ambiti clinici (diabete, scompenso cardiaco, BPCO,
fibrillazione atriale, malattie infettive, solo per citarne
alcuni). I dati raccolti sono stati inoltre utilizzati dall’AIFA
per la preparazione del Rapporto su ‘L’uso dei farmaci nella
popolazione anziana’.
   
“Più recentemente – prosegue Pietrangelo – grazie alla creazione
della Rete Italiana di Medicina Interna, un network digitale che
ha messo in rete 165 Centri ospedalieri della SIMI, sono stati
prodotti importanti studi. Tra questi, il SIMI-Covid, uno studio
su più di 3 mila pazienti Covid ricoverati e gestiti interamente
nei reparti di Medicina Interna durante l’emergenza pandemica,
che ha permesso di identificare i fattori pre-ricovero, al
momento dell’ingresso in ospedale o durante il ricovero, che
influenzano negativamente la prognosi dei pazienti cronici,
multipatologici e fragili, la popolazione più colpita dal
Covid-19. Altri importanti studi sono oggi in fase avanzata di
svolgimento, tra questi, il SIMI-NUTRO, che valuta, in un
contesto multidimensionale, la prevalenza della malnutrizione e
l’impatto sulla degenza e sugli outcome intraospedalieri, e il
SIMID, che studia prevalenza e conseguenze clinico-prognostiche
della carenza di ferro nei pazienti ricoverati per insufficienza
cardiaca e BPCO, due patologie molto prevalenti e invalidanti
nei pazienti fragili ospedalizzati”. (ANSA).
   

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