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Vaccino Covid e anziani, perché è importante il richiamo

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Un recente studio mostra una correlazione inversa tra l’età dei pazienti e l’efficacia del vaccino anti Covid19. Questa osservazione rafforza ulteriormente la necessità di una dose di richiamo nella popolazione adulta e anziana.

Dalle primissime fasi della pandemia di Covid19 abbiamo imparato che l’età è uno dei maggiori fattori di rischio in caso di infezione da Sars-CoV2. Oltre ad un generale deterioramento della salute i soggetti anziani di solito presentano svariate comorbidità, cioè la presenza di patologie diverse nello stesso individuo, come ipertensione, diabete, obesità che contribuiscono alla maggiore severità della Covid19.

Fortunatamente i vaccini per la Covid19 riducono moltissimo il rischio di malattia severa, ospedalizzazione e morte. Ma l’efficacia dei vaccini è la stessa all’interno della popolazione?

Probabilmente no, infatti uno studio apparso nelle scorse settimane su Nature Aging mostra come i pazienti rispondano in maniera diversa a seconda dell’età. I ricercatori hanno analizzato la risposta al vaccino anti Covid in un gruppo di pazienti di età compresa tra i 22 e i 99 anni. I parametri di risposta al vaccino erano:

  1. produzione di anticorpi neutralizzanti
  2. produzione di linfociti B
  3. produzione di linfociti T
  4. produzione di linfociti memoria

 

Sappiamo che i vaccini a mRNA stimolano sia il sistema immunitario innato cioè le difese di prima linea contro un’infezione (febbre ed infiammazione) ma anche il sistema immunitario adattativo quindi la produzione di anticorpi specifici, linfociti T, linfociti B, cellule di memoria, natural killer etc.

Lo studio mostra che la produzione di anticorpi neutralizzanti contro il Sars-CoV2 decresce al crescere dell’età e raggiunge il minimo all’età di 99 anni. Successivamente i ricercatori hanno segmentato la popolazione in 3 scaglioni 22-40, 41-65 e 66-99 e hanno valutato gli altri parametri immunitari osservando che i primi due gruppi di età rispondono in maniera simile al vaccino mentre il terzo (66-99) risponde sempre in maniera minore.

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La minor risposta al vaccino si può spiegare con il fenomeno dell’immunosenescenza, cioè il progressivo e irreversibile invecchiamento del sistema immunitario.

L’immunosenescenza ci rende più proni a sviluppare infezioni, rende le vaccinazioni meno efficaci e inoltre aumenta l’incidenza di alcuni tumori. Sappiamo infatti che il sistema immunitario ha un ruolo fondamentale nell’individuare e distruggere le cellule cancerose appena si formano, quindi al crescere dell’età la probabilità di errore aumenta ma aumenta anche la possibilità che il nostro sistema immunitario non se ne accorga.

Ricordiamoci che oltre al fenomeno naturale dell’immunosenescenza osservato negli anziani il virus del Sars-CoV2 continua a mutare cercando in continuazione di evadere dal nostro sistema immunitario quindi la vaccinazione in soggetto anziano è ancora più consigliata.

TAKE HOME MESSAGE:

  1. la popolazione risponde in maniera diversa al vaccino Covid19
  2. gli anziani sono più a rischio Covid19 per diversi motivi
  3. il vaccino nei soggetti anziani (>65 anni) è meno efficace
  4. i richiami vaccinali aiutano il sistema immunitario a gestire le future infezioni da Sars-Cov2

REF:

https://www.nature.com/articles/s43587-022-00292-y

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.10.13.22281024v1

https://www.salute.eu/2022/08/22/news/covid_gravita_anziani_cause-362244452/

Aureliano Stingi, dottore in biologia molecolare lavora nell’ambito dell’oncologia di precisione. Collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità nella battaglia contro le fake news a tema Covid19

Instagram: Aureliano _Stingi Twitter: @AurelianoStingi





www.repubblica.it 2022-10-31 15:47:42

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