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Crea, carne rossa consumata dal 48,5% 1-2 volte/settimana – Alimentazione

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(ANSA) – ROMA, 14 NOV – Il 48,5% dei consumatori assume carne
rossa 1-2 volte/settimana e il 33% meno di una volta/settimana,
mentre il 46% mangia quella bianca 1 volta o meno/settimana e il
40% 2-3 volte/settimana. Risulta che il 65% è propenso a
ridurne le quantità, da sostituire con legumi/prodotti a base di
legumi (84%), pesce (67%), uova (46%), i cereali e i loro
prodotti derivati (33%), i formaggi (26%), funghi e derivati
(17%) e alghe e derivati (9%). Il risultato è che- evidenzia la
ricerca- ” tra i prodotti alternativi alle proteine animali
prevalgono i derivati da legumi – burger, polpette, pasta – e il
65% li ha consumati in passato o li consuma”. La tendenza
emerge da un’analisi dei ricercatori del Crea Alimenti e
Nutrizione in occasione della V Giornata della Nutrizione, in
programma domani 15 novembre e dell’incontro “Fonti proteiche
2050: quale futuro? Convenzionali o alternative, ma soprattutto
sostenibili”, organizzato presso il centro Crea di Via
Ardeatina a Roma. Lo studio del Consiglio per la ricerca in
agricoltura e l’analisi dell’economia agraria è stato condotto
con un questionario per valutare l’opinione e la percezione dei
consumatori in merito ai prodotti analoghi o alternativi alle
proteine di origine animale.
Per quanto riguarda fonti proteiche lontane dalla nostra
tradizione, dall’analisi Crea prevale la diffidenza: solo il 30%
degli intervistati assaggerebbe farina di insetti (il dato
precipita addirittura all’8% se si parla di insetti interi),
mentre si scende ancora al 25 % se si parla di disponibilità a
provare la carne sintetica. I risultati del questionario hanno
interessato persone di età compresa fra i 30 e i 59 anni (65%),
residenti nel Lazio (51%) e con titolo di studio elevato (laurea
o superiore) (67%), in prevalenza donne (73%). Si dichiarano
onnivori (90%) e, solo in minima parte, vegetariani (5%) e
vegani (meno dell’1%). Gusto (61%), salute (56%) e
caratteristiche nutrizionali (51%) guidano le scelte alimentari
degli intervistati, mentre seguono distanziati costo (38%),
tutela dell’ambiente (22%) e praticità d’uso (20%). (ANSA).
   

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