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Infezioni alla cornea, il 90% non risponde ad antibiotici – Medicina

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(ANSA) – ROMA, 14 NOV – Fino al 90% delle infezioni della
cornea è causata da batteri che non rispondono al trattamento
antibiotico. Ciò avviene soprattutto a causa di un uso
inappropriato dei farmaci antimicrobici; il fenomeno è inoltre
aggravato dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici. È
l’allarme lanciato in vista della Giornata europea degli
antibiotici, che ricorre il prossimo 18 novembre, dalla Società
Italiana di Scienze Oftalmologiche (Siso).
   
Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza nelle infezioni
oculari è in aumento anche in ambito oculistico. Stafilococco,
Streptococco e Pseudomonas Aeruginosa sono tra i super-batteri
con livelli più alti di resistenza individuati in campo
oftalmologico. “Questi patogeni interessano per la grande
maggioranza infezioni corneali, che registrano le più alte
resistenze agli antibiotici con 9 casi su 10 insensibili alle
terapie”, spiega Vincenzo Sarnicola, membro del consiglio
direttivo Sito.
   
Sul banco degli imputati soprattutto l’uso eccessivo di
colliri antibiotici contro le congiuntiviti. “L’uso fai da te
degli antibiotici è un grave errore”, avverte Scipione Rossi,
direttore dell’Oftalmologia dell’ospedale San Carlo di Nancy di
Roma e segretario tesoriere di Siso. “La maggior parte delle
congiuntiviti infatti è di origine virale e gli antibiotici
risultato inefficaci. Ma l’antibiotico-resistenza nelle
infezioni oculari è anche il conto che si paga per le troppe
prescrizioni degli antibiotici da parte del medico di base o del
farmacista e per l’uso profilattico pre e post operatorio”,
aggiunge Rossi.
Ad aggravare la situazione il cambiamento climatico e
l’inquinamento: “a causa dell’erosione del buco dell’ozono si
rischia un’eccessiva esposizione alle radiazioni ultraviolette”,
spiega Vincenzo Sarnicola. In particolare “le onde più lunghe
indeboliscono la superficie oculare che è la sua maggiore difesa
contro i microbi, rendendola più vulnerabile alle aggressioni
dei patogeni esterni”. Inoltre, “il biossido di zolfo contenuto
nelle polveri sottili rende più acido il film lacrimale
rendendola più suscettibile alle infezioni batteriche”, conclude
l’esperto. (ANSA).
   

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