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Piero Melograni, il ricordo di un ‘irregolare’ – Lombardia

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Tutto l’archivio dello studioso alla Fondazione Corriere Sera

(ANSA) – MILANO, 15 NOV – Storico in un periodo difficile,
quando bisognava talvolta obbligatoriamente scegliere da che
parte stare e una presa di posizione non in linea poteva essere
considerata un tradimento. E’ in questo contesto che Piero
Melograni ha dimostrato il suo essere un uomo libero:
dall’abbandono del Pci, dopo l’invasione dell’Ungheria nel 1956,
è giunto a un approdo liberale sempre però mantenendo grande
attenzione alle tematiche sociali, alla condizione delle
persone, ai diritti.
   
Nell’incontro sul tema ‘Piero Melograni ha scelto la libertà
di pensiero, la Storia politica d’Italia dal 1956 al 2012’
attraverso la sua vita, è stato ripercorso – anche con una certa
carica emotiva – davvero una parte importante delle vicende del
nostro Paese con l’occhio di quello che, nelle parole della
vedova Paola Severini in veste di conduttrice, era un
“irregolare”. L’iniziativa si è svolta in occasione della
donazione di tutto l’archivio Melograni e di un’ampia selezione
della sua biblioteca alla Fondazione del Corriere della Sera.
   
Aveva “un grande amore per il mondo ebraico” e gli scritti e i
libri su questi temi verranno donati al Memoriale della Shoah.
   
Il dibattito-ricordo si è tenuto nella Sala Buzzati del
quotidiano, a 10 anni dalla morte dello storico. Fra i
tantissimi intervenuti in diretta il giurista e presidente della
Fondazione Piergaetano Marchetti, il docente Cesare Panizza e
l’avvocato Raffaele Della Valle, e via video Romano Prodi e
Gianfranco Fini. Ne è emersa una personalità dalla cultura
vastissima, dal carattere mite che con la forza del ragionamento
e l’educazione portava avanti le sue idee. “Era ben diverso dal
‘topo d’archivio’ che in parte qualcuno lo riteneva in quanto
documentatissimo – ha detto Marchetti -. Aveva interessi per la
fotografia, la musica, il computer in anni in cui era
considerato una moda. Era capace di affrontare la modernità e al
tempo stesso non disdegnava di diffondere la cultura con opere
divulgative”. (ANSA).
   

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