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Vaccini a Rna, un’arma potente non solo contro Covid

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L’arrivo dei vaccini contro il coronavirus ha stupito tutti, anche gli addetti ai lavori, coloro che conoscono e lavorano da tempo con virus e batteri. Se da un lato però è forte la tentazione di parlare di “miracolo” citando l’arrivo dei vaccini in tempi record – e impensabile finora – dall’altra gli esperti sanno che di inspiegabile non c’è nulla. Gli studi sui vaccini a mRna erano in corso da anni e l’enorme investimento di risorse, e di lavoro coordinato, catalizzato dalla pandemia, ha fatto il resto. “Si stima che i vaccini abbiano salvato venti milioni di persone, e se ne avessimo avuti di più sarebbero state ancora di più le vite salvate. Grazie ai vaccini l’economia sta ripartendo, pur tra mille difficoltà”, ha spiegato Rino Rappuoli, un’autorità internazionale in materia di vaccini, Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica nel 2005, intervenendo al talk “Noi e loro. Nuovi virus, batteri resistenti, germi che ritornano” promosso all’interno del Festival di Salute.

La sfida è stata e continua a essere particolarmente impegnativa: per quanto ricerca e tecnologia possano mettere a punto strumenti innovativi, la sorte della battaglia contro i patogeni dipende anche dalla qualità dell’immunità che viene fornita dalla guarigione dell’infezione. “Per esempio, chi guarisce dal morbillo è protetto per sempre, lo stesso succede a chi è vaccinato contro il morbillo. Chi prende la pertosse non è protetto per tutta la vita, lo è per alcuni anni, il vaccino contro la pertosse fa la stessa cosa”, ha aggiunto l’infettivologo Roberto Burioni, anche lui ospite del talk. “Con i quattro coronavirus che hanno fatto lo spillover tantissimo tempo fa conviviamo ormai pacificamente, sappiamo che sono molto contagiosi, che infettano prevalentemente i bambini al di sotto dei dieci anni, e che conferiscono una immunità breve nei confronti dell’infezione, ma robusta nei confronti della malattia grave”.

 

Proprio quello che è successo grazie ai vaccini a mRna sviluppati contro Sars-CoV2, non ancora in grado di metterci al riparo dalle infezioni, ma sicuri ed efficaci nel proteggerci dalla malattia grave. E il banco di prova contro il coronavirus ha segnato un punto di svolta nella storia di questi vaccini, non solo contro le malattie infettive: “I vaccini a mRna segnano un prima e dopo nella medicina, come hanno fatto gli antibiotici o i raggi X o ancora, l’ecografia – ha detto ancora Burioni – ci sono prospettive entusiasmanti, anche considerando che la sperimentazione e produzione di un vaccino a mRNA è molto più economica e veloce. Il futuro che possiamo immaginare, per esempio, è di prendere il tumore di una persona, sequenziarlo, capire con un algoritmo i punti che possono essere attaccati e mettere in produzione un vaccino contro il singolo tumore del singolo paziente”.

Roberto Burioni, virologo e divulgatore scientifico; tra gli ospiti del talk

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