Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

I Nobel Karikò e Weissman: “Dai nostri vaccini anti-Covid le future armi contro il ca…

29

- Advertisement -


“Siamo molto eccitati dal fatto che la tecnologia a mRNA che abbiamo applicato per i vaccini contro la pandemia potrà essere traslata ad altre malattie”. A parlare è Katalin Karikò, accanto a Drew Weissman. Insieme, sono a Stoccolma per la cosiddetta Magic Week, come viene chiamata dagli svedesi e che culminerà il 10 dicembre con la consegna del Premio Nobel in Medicina e Chirurgia 2023. Al centro c’è il lavoro dei due scienziati sull’mRNA: un trionfo scientifico che ha portato alla realizzazione dei vaccini anti-Covid, proteggendo e salvando miliardi di persone in tutto il mondo. È la stessa Karikò a commuoversi, ricordando quando si vaccinò con il suo vaccino: “Queste emozioni resteranno sempre con me”, dice.

La visione One Health

I due scienziati si sono presentati nell’edificio che porta il nome di Nobel, all’entrata del campus del Karolinska Institute, avvolto dalla neve e da un freddo polare di -15 gradi. Nell’ottica del concetto di One Health – così da adottare un approccio collaborativo multidisciplinare e ottenere risultati migliori in termini di salute a livello globale – hanno deciso di spaziare a tutto campo: dai risultati più tangibili nella lotta alla pandemia alla cura di molte altre malattie, sempre con la loro preziosa tecnologia, fino al ruolo fondamentale della scienza nel combattere il cambiamento climatico.

“Abbiamo risultati molto promettenti, già descritti nei topi di laboratorio, per lo sviluppo di un vaccino che possa prevenire la borelia e il conseguente sviluppo dei sintomi debilitanti della malattia – hanno spiegato -. Sempre a livello preclinico, poi, un vaccino a mRNA ha prodotto una risposta immunitaria contro i parassiti della malaria nel fegato”. E Karikò aggiunge subito che si potranno mettere a punto i tanto attesi vaccini anti-cancro: “Partendo dalle sequenze genetiche del tumore del paziente – sottolinea -, si potrà sviluppare un vaccino costituito dalle sequenze complementari, sempre a mRNA, e quindi in grado di bloccare le recidive”.

Il Nobel agli scopritori dell’mRna. Il virologo Perno: “Un atto dovuto e vi spiego perché”





La questione tempo

Weismann spiega anche che ci sono già trial clinici molto promettenti sul tumore al pancreas e sul melanoma. E non soltanto. Ma ci vuole cautela e pazienza. A chi chiede quando saranno messe a punto queste nuove cure anticancro Karikò risponde decisa: “Non ho la sfera di cristallo e non posso sapere quando succederà, ma sono fermamente sicura che, comunque, succederà”. Weissman, d’altra parte, allargando il discorso a una logica di epidemiologia globale, si dice molto preoccupato per il cambiamento climatico e per lo stato di salute del nostro Pianeta. “Oggi sono molto impegnato con un gruppo di ingegneri a sviluppare batteri che digeriscono la plastica – sottolinea -. Sento il dovere morale di lavorare su questi temi che ci assorbiranno per il prossimo decennio. Lo dobbiamo alle future generazioni”.
Molto prima della pandemia, sia Karikò sia Weissman avevano lavorato instancabilmente, per decenni, per portare in primo piano un’idea ancora poco conosciuta e proporla all’universo farmaceutico. Fu proprio quell’idea a diventare la base dei vaccini a mRNA: una scoperta che da allora ha elevato i ricercatori della Penn Medicine University allo status di vere e proprie rockstar tra gli scienziati. La storia professionale di Karikò, con tutte le difficoltà affrontate e i successi recenti, condita da tanti aneddoti, si potranno leggere nella sua biografia che uscirà il prossimo marzo per Bollati Boringhieri con il titolo: “Nonostante tutto. La mia vita nella scienza”.

 



www.repubblica.it 2023-12-07 06:15:00

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More