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In Italia 5.000 nuove diagnosi l’anno di tumori causati dal papillomavirus – Sanità

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In Italia si stimano 5.000 nuove diagnosi l’anno di tumori causati dal Papillomavirus umano (Hpv) di cui quasi la metà sono tumori della cervice uterina. E 2.500 sono invece i decessi registrati per tutti i tumori dell’utero (corpo e cervice). Eliminare tutte le patologie oncologiche correlate all’Hpv è però possibile e sta già avvenendo in alcuni Paesi come, per esempio, l’Australia, come è emerso al convegno in Senato ‘Insieme nella lotta contro il tumore della cervice uterina’, cui hanno preso parte esponenti del Ministero della Salute e Parlamentari. “Bisogna implementare le attività di prevenzione primaria, secondaria e quindi le vaccinazioni e lo screening cervicale”, hanno sottolineato i rappresentanti dei clinici e dei pazienti firmatari del ‘Manifesto per l’eliminazione dei tumori correlati all’Hpv’.
    Per dare una svolta concreta al Manifesto, la Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) e la Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) si impegneranno, nelle prossime settimane, in una serie d’iniziative. Sarà promossa una campagna nazionale di sensibilizzazione, soprattutto sui social media, per raggiungere giovani e genitori. L’obiettivo è favorire la prevenzione oncologica primaria e secondaria di tutti i tumori Hpv correlati attraverso messaggi semplici e chiari. “Esiste da alcuni anni un vaccino che ha dimostrato tutta la sua efficacia nel rendere inoffensivo il virus – aggiunge Roberta Siliquini, Presidente della SItI -. Tuttavia, i dati del Ministero della Salute sono ancora preoccupanti e la copertura vaccinale media per Hpv è al di sotto delle soglie ottimali previste dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025. Dobbiamo riscontrare inoltre un’eccessiva variabilità tra le diverse Regioni e in quasi tutte le coorti d’età. Per esempio, si passa dal 4% di maschi immunizzati in Friuli-Venezia Giulia per la coorte di nascita 2009 all’oltre l’80% registrato tra le femmine in Calabria per la coorte di nascita 2009. L’Italia potrebbe diventare il primo Paese europeo a eliminare il tumore della cervice uterina entro il 2030. Il nostro sistema sanitario nazionale universale ha le potenzialità per conseguire gli obiettivi fissati dall’OMS: 90% di copertura della vaccinazione da HPV e 90% di donne eleggibili che si sottopongono a screening cervicale. Vogliamo dare il nostro contributo per incentivare in tutta la Penisola l’immunizzazione”.

“L’Hpv è anche responsabile dell’88% di tutti i tumori anali e del 70% di quelli vaginali – afferma Saverio Cinieri, Presidente di Fondazione Aiom -. Sono altre 1.100 neoplasie l’anno che potremmo evitare con tutto ciò che ne consegue anche a livello di salute pubblica e di impegno di risorse del nostro servizio sanitario nazionale. Ma per risolvere il problema alla radice sono necessari interventi mirati soprattutto per quanto riguarda gli screening. Il Pap-test è stato introdotto a partire dagli anni ’70 e recentemente è stato affiancato dall’HPV-test. Sono questi i principali fattori di riduzione dell’incidenza e della mortalità del carcinoma della cervice uterina. Tuttavia, in Italia meno dell’80% delle donne esegue questi esami che possono essere svolti in forma volontaria o all’interno di percorsi organizzati. Per esempio, solo il 37% delle donne invitate si sottopongono effettivamente allo screening cervicale gratuito offerto dalle Regioni. Si riscontrano però forti differenze sia a livello territoriale che generazionale. Nel terzo anniversario della call to action lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rinnoviamo perciò il nostro appello per un futuro che sia HPV-free”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA



www.ansa.it 2023-12-14 14:34:22

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