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Compiti, feste e relax: consigli per un impegno senza stress

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Dopo l’appello della dirigente del Convitto nazionale Umberto I di Torino, Maria Teresa Furci, a non “assegnare i consueti e cosiddetti compiti per le vacanze”, la stessa richiesta è arrivata anche da Giovanni Cogliandro, a capo dell’istituto Mozart di Roma. Il preside, con una lunga lettera rivolta agli studenti, al personale scolastico e alle famiglie, ha voluto richiamare l’attenzione sul tempo delle vacanze natalizie, sottolineando il ruolo dei genitori.

Resta il fatto che gran parte degli scolari hanno ricevuto l’assegno con i compiti da svolgere anche perché quasi venti giorni di pausa dalla scuola sono davvero una bella vacanza. Il dilemma compiti sì-compiti no torna dunque d’attualità e divide le famiglie, anche perché ci si abitua subito al dolce far niente e nei primissimi giorni persino i genitori più esigenti lasciano liberi i figli. Ma poi il senso del dovere da una parte, e i gruppi whatsapp dei genitori dall’altra fanno tornare a galla il problema, ed ecco che l’armonia familiare potrebbe essere turbata dal fioccare di tante domande: quanto è penalizzante tutto questo lavoro per una famiglia che ha un solo computer per più figli? Quanto questi compiti verranno svolti dall’intelligenza artificiale, sempre più accessibile da tutti? Come trovare il giusto equilibrio tra senso del dovere e l’atmosfera di festa?

A cosa servono i compiti delle vacanze?

Non è inusuale che i genitori, oltre che gli alunni stessi, si lamentino di aver ricevuto dagli insegnanti tanti compiti per casa impedendo così ai bambini di staccare la spina. Che i compiti a casa durante le festività siano tanti, forse troppi, è un tema più che discusso come emerge anche dalle indagini internazionali, come per esempio i Trends in International Mathematics and Science Study.

“Serve una giusta misura nel dare i compiti per casa ai bambini, che non sia un sovraccarico e motivo di noia per nessuno – premette Federica Ciccanti, pedagogista, mediatrice familiare a autrice di “Regole facili. Genitori felici (e figli anche)” edito da Vallardi – . I compiti dovrebbero avere lo scopo di avvicinare i bambini alla scuola e di mantenere vivo l’interesso verso di essa. Dovrebbero essere il momento privilegiato in cui il bambino, o la bambina, colma la curiosità alimentata già dai contenuti appresi in classe durante le ore di docenza, e sarebbe utile se venissero svolti in piccoli gruppi”.

Un’occasione di crescita

Soprattutto per gli alunni delle scuole medie e superiori, la pausa natalizia può rappresentare un’occasione per recuperare se i voti di alcune materie sono bassi. “I compiti delle vacanze non dovrebbero essere visti come una punizione che il professore assegna agli alunni per rovinare loro le vacanze, bensì come una occasione per ripassare o approfondire un argomento trattato a scuola”, sottolinea Elena Bozzola, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria (Sip).

Un calcolo matematico

La prima regola è come sempre l’organizzazione: serve un piano di lavoro realizzato semplicemente contando i giorni che mancano al rientro a scuola, al netto dei giorni festivi. “Si contano le pagine che si devono studiare, gli esercizi da fare, e si inizia una programmazione decidendo in modo condiviso (genitori e figli) di dedicare un numero di ore solo ai compiti – suggerisce Ciccanti  – . Al tempo stimato se ne aggiunge un 20% in più, perché un imprevisto o una difficoltà può sempre capitare”.

Organizzazione utile anche per lo svago

Una modalità organizzativa che è anche un allenamento utile per programmare meglio le attività quando i bambini diventeranno adulti. “Senza esagerare in quantità, l’assegnare i compiti può contribuire alla crescita dei ragazzi, responsabilizzandoli nel suddividere il lavoro e nell’individuare il momento migliore della giornata da dedicare allo studio – aggiunge Bozzola  -. Un paio di pagine di storia al giorno, due esercizi di matematica e qualche pagina di lettura tengono il cervello in allenamento, senza sacrificare riposo e divertimento. Quindi poco tempo, ma ben organizzato, in modo da rendere quella dei compiti una esperienza veramente utile e formativa e non una corsa all’ultimo minuto solo per non prendere un brutto voto a scuola”. L’organizzazione e la pianificazione della giornata sono importanti anche perché durante le vacanze alcuni bambini sono già impegnati nello sci o in altri sport invernali: “Per i più piccoli  – aggiunge Bozzola  – si tratta spesso non solo di divertimento puro, ma anche di apprendimento di una attività nuova o che non si è soliti praticare. Il che richiede una extra dose di concentrazione e impegno sia fisico che psichico”.

Quiz e condivisione

Soprattutto per i bambini più piccoli l’ideale sarebbe presentare i compiti come se fossero dei quiz o degli indovinelli, in modo da non annoiare. “Le materie di studio vanno alternate a momenti di pausa dove i bambini possono distrarsi, o giocando o dando una sbirciata veloce alla chat degli amici su whatsapp  –   prosegue la pedagogista Ciccanti  – . È importante anche che si idratino bevendo acqua”. Se, invece, si tratta di adolescenti si può provare a coinvolgerli andando a vedere una mostra, o a visitare un luogo che parli di quanto stanno studiando a scuola e di quanto è stato loro assegnato per casa. Oppure, si può parlarne a tavola, o nei momenti di relax sul divano, anziché utilizzare smartphone o tenere la tv accesa.

Bandire l’Intelligenza artificiale?

Con l’arrivo e la diffusione dell’Intelligenza artificiale la tentazione è quella di farsi aiutare anche a svolgere i compiti. Meglio bandirla? “L’AI sarà sempre più presente nella nostra vita, ma bisogna fare attenzione a quanto ne emerge dall’uso, senza mai idealizzarla o al contrario demonizzarla”, ribadisce Ciccanti. In effetti, questi nuovi strumenti possono aiutare a ridurre lo stress e l’ansia legati ai compiti, migliorando il benessere psicologico degli studenti. Gli algoritmi possono velocizzare la ricerca e l’organizzazione delle informazioni, permettendo ai ragazzi di dedicare più tempo al riposo e alle attività ricreative, fondamentali per una buona salute mentale.

Attenzione, però, agli eccessi: se si fa troppo affidamento sull’IA per i compiti si può limitare lo sviluppo di competenze cruciali come il pensiero critico e la risoluzione dei problemi e può creare dipendenza. “L’Ai non è la risolutrice dei problemi, è uno strumento educativo, una applicazione che può facilitarci la vita – dice l’esperta – . Il rischio però è che non si verifichino le fonti e che venga usata dai più piccoli, presto e male”.

Pause e buon sonno

Anche lo studio in questi giorni di vacanza ha bisogno di pause almeno ogni 20-40 minuti, a seconda dell’età: “È importante sgranchirsi le gambe o fare una piccola passeggiata perché è proprio nelle pause, e durante il sonno, che le informazioni si consolidano nella nostra mente – conclude Ciccanti – . Senza il giusto tempo di riposo, quindi, i concetti appresi non si sedimentano in modo efficiente. Fare delle pause e avere una buona qualità del riposo, inoltre, aiuta a prevenire la stanchezza e abbassa il cortisolo, l’ormone dello stress”.



www.repubblica.it 2023-12-28 10:41:49

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