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La premier Giorgia Meloni ha gli otoliti, di che cosa si tratta?

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Giramenti di testa così forti da sentirsi cadere, vertigini, nausea e anche ipersensibilità alla luce. Sono questi i sintomi causati dagli otoliti, la causa più comune della vertigine e dei problemi all’orecchio interno. Ne sta soffrendo la premier Giorgia Meloni, rimasta “a letto e al buio” per quasi due giorni e costretta a rimandare gli impegni istituzionali di fine anno. Ma di che cosa si tratta esattamente?

“Il nome corretto di questa condizione è vertigine posizionale parossistica benigna – spiega a Salute il professor Roberto Albera, otorinolaringoiatra dell’Università degli Studi di Torino – e innesca degli episodi di vertigine molto intensi, che durano una trentina di secondi, dovuti allo spostamento di una serie di corpuscoli – gli otoliti, appunto – che normalmente si trovano all’interno dell’orecchio, racchiusi in una matrice gelatinosa. In caso di distacco, essendo più pesanti del liquido in cui sono immersi, si spostano per gravità ogni volta che si fa un movimento con la testa: così si prova fastidio e disorientamento fino a quando non raggiungono la loro nuova posizione”.

Tutti abbiamo gli otoliti. Sono piccoli cristalli di carbonato di calcio presenti nell’orecchio interno, parte integrante del sistema vestibolare, l’apparato che ci permette di mantenere l’equilibrio e di orientarci nel movimento e nella direzione. Normalmente, sono situati all’interno di una struttura chiamata utricolo, su una membrana fibrosa, a sua volta adagiata su una superficie gelatinosa, da cui sporgono le ciglia delle cellule epiteliali. E dai loro movimenti il cervello percepisce l’esatta posizione della testa, contribuendo all’equilibrio e alla stabilizzazione della visione durante il movimento.

Ma “per una causa ancora sconosciuta, o in un ristretto numero di casi a seguito di un trauma cranico, gli otoliti fuoriescono dalla loro membrana. Questo  permette loro di muoversi liberamente all’interno dei canali semicircolari dell’orecchio, generando una stimolazione che si traduce con la fastidiosa vertigine ogni volta che si gira la testa o si cambia posizione”, illustra Albera. Questa condizione colpisce almeno una volta il 50% della popolazione, specie in età avanzata, e “il primo episodio, di solito, si verifica al mattino, quando ci si alza dal letto”, ma in alcuni casi i giramenti di testa si manifestano anche da sdraiati, ogni volta che ci si gira su un fianco.

Quanto può perdurare il tutto? “Anche per settimane o, almeno, finché non si esegue una manovra liberatoria – risponde il professore -. Si tratta di una serie di movimenti circolari, guidati da un otorino o da un tecnico di audiometria, che permettono di far uscire gli otoliti dal canale e di riposizionarli nell’utricolo, in modo che non diano più sintomi”. Se la manovra va a buon fine, il paziente avverte una breve e violenta vertigine con rotazione inversa rispetto a quella che sentiva prima, dopodiché non avrà più sintomi. “Nei casi particolarmente debilitanti possono essere somministrati anche degli antinausea, mentre la cura farmacologica con antistaminici e antiemetici è prevista più comunemente negli anziani”.

Quando esordisce questa condizione? “E’ più comune con l’avanzare dell’età, mentre è molto rara nei bambini. Nei giovani, poi, può essere innescata da un trauma o una caduta, ma ne sappiamo ancora poco. S’ipotizza che possa essere collegata anche a una carenza di vitamina D o ad altri disturbi del microcircolo. Ma può colpire indistintamente chiunque e il rischio di recidive è molto alto”.

ll sospetto clinico può essere confermato con un esame vestibolare, che viene effettuato in video-oculoscopia, documentando la presenza degli otoliti nel sistema vestibolare, bilaterale o monolaterale, destro o sinistro. La buona notizia – conclude lo specialista – è che “si guarisce in fretta e la sensazione di malessere non dà conseguenze a lungo termine”.



www.repubblica.it 2023-12-28 13:37:22

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