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Tumori orali e all’esofago, eliminare o ridurre l’alcol abbassa il rischio di ammalar…

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L’alcol (in qualsiasi dose) è tossico per l’organismo ed è dimostrato che il suo consumo aumenta anche il rischio di sviluppare tumori. Ma eliminarlo o limitarlo riduce le probabilità di ammalarsi? La risposta sembrerebbe scontata, ma servono prove concrete. Ed è quello che cerca di fornire un nuovo report dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) pubblicato sul New England Journal of Medicine: alla luce dei dati disponibili, gli esperti hanno concluso che limitare o eliminare il consumo di alcol è associato alla diminuzione del rischio di tumori del cavo orale e dell’esofago, mentre per altre forme tumorali sono necessari ulteriori studi.

Il legame tra alcol e tumori

Che l’alcol sia un nemico per la salute non è una novità ormai da diverso tempo. La ragione principale è che l’etanolo contenuto nelle bevande alcoliche viene metabolizzato nel nostro organismo, in particolare nel fegato, da enzimi che lo trasformano prima in acetaldeide e poi acetato. Il problema è che l’acetaldeide è un composto genotossico, cioè che danneggia il Dna delle cellule e, di conseguenza, aumenta le probabilità di sviluppare un cancro. Il consumo di alcol, inoltre, causa infiammazione, stress ossidativo e può alterare i livelli degli ormoni sessuali. Per questi motivi l’etanolo è classificato dalla IARC come cancerogeno per l’essere umano (gruppo 1) e si stima che a livello globale nel 2020 il 4,1% dei nuovi casi di cancro (ossia 741.300 nuove diagnosi) siano attribuibili al suo consumo.

Su queste basi gli esperti ritengono che eliminare o ridurre in modo significativo l’esposizione porterebbe a una riduzione del rischio di sviluppare un cancro. La scienza, però, non è tale senza prove. E verificare se quanto e in quanto tempo il danno prodotto dall’alcol sia reversibile (così come è stato già fatto per il fumo) è un’informazione importante perché potrebbe condizionare decisioni cliniche e programmi di sanità pubblica.

 

Le prime prove

Analizzando oltre 90 studi sia di coorte (ossia indagini osservazionali, in cui un gruppo di persone viene seguito per un certo periodo di tempo, anche decenni) che caso-controllo (cioè quelli che confrontano due gruppi di persone – in questo caso persone con diagnosi di cancro e sane – per evidenziare eventuali differenze), gli esperti della IARC hanno rivelato che esistono prove sufficienti per sostenere che ridurre o smettere di consumare alcol abbassa il rischio di sviluppare una neoplasia della cavità orale e dell’esofago. 

In particolare, per i tumori del cavo orale, secondo un’analisi inclusa nel report, eliminare l’alcol in un periodo da 5 a 9 anni è collegato alla riduzione del rischio del 23%, che arriva al 34% se l’astinenza si mantiene per 10-19 anni e fino al 55% dopo almeno 20 anni. Per quanto riguarda il tumore esofageo, smettere di consumare alcol nell’arco di 5-15 anni corrisponde a una riduzione delle probabilità di malattia fino al 15%, ma se si va oltre i 15 anni il rischio diminuisce fino al 65%.

 

Servono più dati

Nel caso di altri tipi di tumori in cui il consumo di alcol è considerato un fattore di rischio diretto (per esempio nelle neoplasie al seno, alla faringe e al colon-retto), invece, le prove sono limitate e servono ulteriori studi. Come riferisce Farhad Islami, epidemiologo dell’American Cancer Society tra gli autori del report, in un’intervista a Stat, “il problema è che molti degli studi disponibili riportano semplicemente il rischio per gli ex bevitori senza mostrare quando hanno smesso di bere, per quanto tempo hanno smesso di bere o se hanno continuato a bere ma hanno ridotto il consumo. […] Sarebbe bello ora avere studi che pongano più domande sulla durata della cessazione o della riduzione dell’alcol”. Secondo l’esperto gli studi di coorte in questo contesto sono i migliori, ma sono ricerche molto lunghe e occorrono anche decenni da quando le persone vengono coinvolte perché si possano trarre delle conclusioni.



www.repubblica.it 2024-01-05 15:56:00

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