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In arrivo un piano per la messa in sicurezza degli ospedali e slitta l’arrivo delle n…

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 “Un piano straordinario e urgente per la messa in sicurezza del patrimonio sanitario pubblico”, “tenuto conto dell’attuale situazione critica in cui versano diverse strutture del patrimonio sanitario pubblico”. È quanto chiede una risoluzione bipartisan, a prima firma del senatore Francesco Zaffini (FdI), che sarà esaminata domani dalla commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato.
    La risoluzione punta soprattutto a superare “la farraginosità e la lunghezza dell’iter” per l’impiego delle risorse destinate all’edilizia sanitaria. Queste criticità, secondo la Corte dei Conti, negli anni scorsi hanno portato le Regioni a non utilizzare circa 10,5 miliardi di risorse già stanziate per questo scopo.
    Identifica inoltre le fonti di finanziamento da mettere a disposizione delle Regioni per questi interventi: le risorse già destinate all’edilizia sanitaria e non utilizzate, a cui aggiungere “risorse a disposizione dell’Inail e, per le regioni del Sud, “risorse del fondo per la coesione”.
    Soprattutto, punta a rendere più efficiente il loro utilizzo adottando un “metodo PNRR”, che comprenda scadenze per ogni fase di avanzamento della procedura, meccanismi di monitoraggio e di rendicontazione. 

Intanto gli ospedali italiani “dovranno aspettare fino al 2026 per sfruttare nuove tecnologie diagnostiche come Tac e risonanze magnetiche di ultima generazione, acceleratori lineari o ecografi digitali su cui il Pnrr investe ben 1,2 miliardi”, scrive il Sole 24 Ore in apertura di prima pagina. Secondo quanto riporta il quotidiano, “la revisione del Pnrr richiesta dall’Italia prevede infatti uno slittamento di ben due anni – dal 2024 al 2026 – del nuovo piano di ammodernamento tecnologico degli ospedali”.
Il piano, scrive il quotidiano, prevede lo stanziamento di 1,19 miliardi per sostituire 3.133 grandi apparecchiature sanitarie con più di cinque anni, come Tac, risonanze magnetiche, acceleratori lineari, sistemi radiologici fissi, angiografi, gamma camera, gamma camera/Tac, mammografi, ecotomografi. Delle apparecchiature previste, ben 2.800 sarebbero già andate a gara attraverso la piattaforma Consip e alla centrale acquisti della Pa risulterebbero anche già fatti la stragrande maggioranza degli ordini da parte delle Regioni.
Il rinvio deriverebbe però “dalla richiesta soprattutto di alcune Regioni di rinviare la scadenza perché diversi ospedali non sarebbero pronti ad accogliere le nuove tecnologie e metterle in funzionamento” perché “mancano alcuni adempimenti”, come “lo smaltimento della vecchia apparecchiatura e i piccoli lavori che a volte sono necessari per adeguare i locali e fare posto alla nuova macchina”.
L’articolo del Sole 24 Ore riporta alcuni dati di Confindustria sulle apparecchiature di diagnostica nelle strutture sanitarie italiane: oltre la metà è obsoleta e quindi anche meno efficiente. 
   

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www.ansa.it 2024-01-09 16:15:28

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