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Cuore e tumori, i test per scoprire i bimbi a rischio scompenso cardiaco dopo la chem…

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In Italia, ogni anno ci sono circa 1400 casi di tumore nei bambini tra 0 e 14 anni e poco meno di un migliaio negli adolescenti, tra i 15 e i 19 anni. Grazie alla ricerca si è riusciti a ridurre di molto il tasso di mortalità di queste forme, con la maggior parte dei pazienti che guarisce completamente. Per le cure, tuttavia, a volte sono necessari trattamenti che possono in qualche modo influire sulla salute del cuore. Ed è ovviamente fondamentale, in questi casi, riuscire a cogliere i primi impercettibili segni di possibile sofferenza cardiaca, in particolare dopo trattamento con chemioterapici della famiglia delle antracicline.

Ebbene, due importanti “segnalatori” che possono aiutare in questo senso esistono. Si chiamano GLS (sigla che sta per Global Longitudinal Strain – deformazione longitudinale globale -, parametro che si coglie all’ecocardiogramma) e NT-proBNP (specifica porzione di proteine rilasciate dal cuore quando particolarmente sollecitato). Per conoscerne il valore basta un esame del sangue.

Stando ad uno studio condotto dagli esperti del St. Jude Children’s Research Hospital, pubblicato su Journal of Clinical Oncology, grazie a questi due marcatori della funzione e della sofferenza cardiaca sarebbe possibile predire meglio la cardiomiopatia (e quindi l’eventuale rischio di scompenso cardiaco) nei cinque anni dopo il controllo nei piccoli che pure non presentano alcun segno di sofferenza cardiaca.

Obiettivo, arrivare prima

Purtroppo la cardiomiopatia, con il conseguente sfiancarsi del cuore e il possibile sviluppo di insufficienza o scompenso cardiaca, ai suoi esordi spesso non provoca alcun disturbo. Per questo è importante identificare parametri che possano fa concentrare i controlli di screening nei soggetti effettivamente a maggior rischio. La funzione cardiaca viene generalmente valutata con l’ecocardiogramma. L’esame, del tutto indolore, consente di valutare tra l’altro la frazione di eiezione ventricolare sinistra, ovvero la quantità di sangue che viene “spinto” fuori dal cuore.

Anche se inizialmente questo parametro può apparire normale, a volte accade che chi ha superato il tumore si possa sviluppare una cardiomiopatia. Gli esperti americani, valutando i dati dello studio di coorte St. Jude Life, hanno mostrato che in chi ha superato il tumore e presenta al momento una frazione di eiezione normale, trovare valori di GLS e NT-proBNP anomali aiuta a prevedere il rischio di patologia cardiaca. E quindi facilità la “concentrazione” dei controlli in chi è a maggior rischio. Attenzione: dalla ricerca emerge che i due parametri sono utili solamente per prevedere un possibile problema cardiaco solo in chi ha subito una chemioterapia con antricicline, mentre non cambiano la situazione predittiva dopo radioterapia.

Cosa può cambiare in futuro

Come rivela in una nota del centro il primo autore Matthew Ehrhardt, oncologo presso la struttura, grazie a questo approccio si potrà “fare di più per i pazienti a maggior rischio, evitando al contempo test non necessari per i pazienti che non ne trarranno beneficio”. L’importante, in ogni caso, è andare oltre il semplice dato dell’ecocardiogramma. L’indagine ha infatti dimostrato che anche in chi è guarito dal tumore con frazione di eiezione normale, il riscontro di GLS e NT-proBNP anormali ha migliorato la capacità di prevedere il rischio di cardiomiopatia.

“Un soggetto con una frazione di eiezione normale al basale ma con intervalli anormali di entrambi i biomarcatori aveva un rischio quattro volte maggiore di peggioramento della frazione di eiezione nei successivi cinque anni – segnala ancora Ehrhardt”.

Il GLS è una misura aggiuntiva della funzione cardiaca ottenuta da un ecocardiogramma. La GLS è più sensibile nel rilevare lesioni del muscolo cardiaco rispetto alla frazione di eiezione tradizionalmente riportata. Grazie ad un programma si può infatti avere informazioni sulla capacità di contrarsi delle fibre del muscolo cardiaco, con dati più significativa rispetto alla misura del volume di sangue pompato. NT-proBNP è un biomarcatore del sangue, che si utilizza normalmente nei pazienti adulti per l’individuazione di potenziali danni cardiaci. La novità che emerge dallo studio è di puntare anche su questo test per definirei il rischio cuore nei pazienti oncologici in età pediatrica.



www.repubblica.it 2024-01-22 10:32:44

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