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Tumori, 30 casi al giorno nei giovani ma preservare fertilità si può – Focus Tumore n…

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Ogni giorno si registrano in Italia 30 nuovi casi di tumore in pazienti in età fertile, ma oggi le tecniche di preservazione della fertilità nei pazienti oncologici sono accessibili e rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale. A sottolinearlo è la Società Italiana della Riproduzione Umana (Siru).

“Ogni giorno in Italia – spiega la Siru – vengono diagnosticati almeno 30 nuovi casi di tumore in pazienti di età inferiore ai 40 anni, pari al 3% della casistica generale (circa 371.000 nuovi casi di tumore maligno nel 2019). Si tratta di patologie oncologiche con importante impatto sulla capacità riproduttiva del paziente”. La preservazione della fertilità nei pazienti oncologici, sottolinea Francesca Parissone, coordinatrice del Gruppo di Interesse Speciale Donazione e preservazione della Fertilità della Siru, “rappresenta ormai una realtà possibile in molti casi. Da una parte vengono adottati regimi di trattamenti antitumorali a minore tossicità sull’apparato riproduttivo, dall’altra sono disponibili tecniche consolidate di crioconservazione, ovvero di congelamento di gameti, ovociti e spermatozoi, e tecniche innovative di crioconservazione del tessuto ovarico e testicolare”.

Queste ultime due tecniche in particolare, chiarisce, “hanno aperto la possibilità di applicare la preservazione della fertilità anche nella delicata categoria di pazienti colpiti dai tumori dell’infanzia e dell’adolescenza, età nella quale può ancora non essere avvenuto lo sviluppo dell’individuo e quindi è impossibile recuperare ovociti e spermatozoi con capacità di fecondazione. Si tratta di un ambito di avanguardia”. Tuttavia, “malgrado i notevoli passi avanti a cui abbiamo assistito negli ultimi 15/20 anni – commenta Guglielmo Ragusa, direttore Unità Preservazione Fertilità all’Azienda ospedaliera universitaria di Verona – ad oggi purtroppo una parte di pazienti ancora non riceve le informazioni necessarie sulla possibilità di preservare la fertilità. Quindi, parallelamente al progresso scientifico, andrebbe favorito un processo di consapevolezza della classe medica e di informazione ai pazienti”. “L’impegno per il futuro – conclude Antonino Guglielmino, fondatore Siru – deve essere rivolto a garantire sempre di più questa possibilità su tutto il territorio”.
   

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www.ansa.it 2024-02-01 15:02:29

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