Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Sicurezza in rete: per il 12% dei ragazzi dipendenza da videogiochi e il 40% usa l’IA…

40

- Advertisement -


Si chiama Internet Gaming Disorder e rientra già da qualche anno nell’elenco internazionale dei disturbi del comportamento relativi alle dipendenze. Un disturbo che tiene inchiodati bambini e adolescenti (ma a volte anche adulti) a qualunque dispositivo che possa collegarlo alla rete. Un fenomeno che di anno in anno aumenta e che secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità riguarda ben il 12% degli studenti (circa 480.000 studenti italiani). Il 6 febbraio si celebra la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete (Safer Internet Day) istituita e promossa dalla Commissione Europea, ma chi è genitore ha sotto gli occhi tutti i giorni questa forma di dipendenza, vera e propria oppressione, che incide su tutta la sfera familiare creando spesso conflitti.

Perché continuare a parlarne

Ma quali sono i rischi dell’iperconnessione per bambini e adolescenti? “I rischi spaziano dall’esposizione a contenuti inappropriati e cyberbullismo alla dipendenza da internet e compromissione della privacy. Questi pericoli esigono una navigazione consapevole e protetta”, risponde Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (Di.Te.). “Parlare di sicurezza in rete è essenziale per dotare i giovani di carte nautiche e bussole morali per il loro viaggio digitale. L’obiettivo è di prepararli non solo a evitare i pericoli ma anche a instaurare un rapporto equilibrato con la tecnologia, tutelando la loro integrità”.

Che cos’è l’Internet Gaming disorder

Tra i rischi dell’iperconnesione c’è quello del Gaming disorder, una dipendenza patologica da internet che siano giochi, video o social network, tanto che nel 2019, nel corso della 72a World Health Assembly tenutasi a Ginevra per aggiornare l’undicesima versione dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD-11), l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito ufficialmente il Gaming Disorder – GD all’interno della sezione inerente ai disturbi del comportamento relativi alle dipendenze.

Il 12% degli studenti italiani

Secondo i dati di un recente studio sulle “Dipendenze comportamentali nella Generazione Z”, realizzato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, nella popolazione scolastica tra 11 e 17 anni il rischio di disturbo da uso di videogiochi vede coinvolto ben il 12% degli studenti (circa 480.000 studenti italiani). Il genere maschile è più colpito, con il 18% negli studenti delle secondarie di primo grado e il 13,8% negli studenti delle superiori; contro il 10,8% nelle scuole medie e il 5,5% nelle scuole superiori per le femmine. Rispetto all’età, la percentuale di rischio maggiore si rileva nelle scuole medie con il 14,3% dei ragazzi a rischio, mentre il dato scende al 10,2% alle superiori.

Il lato buono dei videogiochi

Nell’era digitale in cui viviamo i videogiochi sono diventati una forma di intrattenimento sempre più diffusa, sia per i bambini e i ragazzi, che per gli adulti. Tra l’altro, non sempre hanno un’influenza negativa: “È importante non demonizzarli – sottolinea Elisa Fazzi, presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia), direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Asst Spedali Civili e Università di Brescia – poiché i videogiochi possono anche offrire opportunità uniche per l’apprendimento e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti, per favorire le abilità cognitive e sociali, offrendo occasioni di divertimento e la possibilità di creare scenari ricchi di fantasia”.

Le famiglie possono aiutare a identificare giochi appropriati in base all’età e a promuovere un utilizzo mirato per scopi educativi. Inoltre, il videogioco può incoraggiare l’interazione tra genitori e figli, consentendo di trasformare l’esperienza videoludica in un momento di apprendimento condiviso e di dialogo aperto.

Mantenere il giusto equilibrio

Come sempre è l’esagerazione ad essere un problema perché spesso i bambini e gli adolescenti non vogliono saperne di staccarsi dal video-gioco o dalla navigazione in rete. E non sempre i genitori sono presenti o hanno la possibilità di intervenire. “È necessario essere consapevoli che un uso eccessivo o inappropriato dei videogiochi può avere un impatto negativo sulla salute mentale e sul benessere dei ragazzi, specialmente dei più piccoli. Per tale motivo, i genitori e gli adulti di riferimento hanno un ruolo cruciale nel garantire che i bambini e gli adolescenti mantengano un equilibrio sano tra gioco e altre attività importanti, come lo studio, l’interazione sociale e l’esercizio fisico”, aggiunge Fazzi.

A ogni età le sue regole

Fondamentale tener conto dell’età dei figli per definire regole e comportamenti adeguati. “Nei primi anni – raccomanda Lavenia – è cruciale limitare l’accesso ai dispositivi digitali, specialmente nei primi mille giorni di vita, per promuovere lo sviluppo sano lontano dagli schermi. Stabilire regole chiare e monitorare l’uso di internet nei bambini più piccoli è essenziale, mentre con gli adolescenti, il dialogo si evolve verso una navigazione digitale autonoma ma consapevole, discutendo di temi come privacy e identità digitale.I genitori e gli educatori devono servire come faro, offrendo il buon esempio e regole chiare che delineano un uso sano della tecnologia. Promuovere periodi di disconnessione e valorizzare le interazioni dirette può aiutare a mantenere un equilibrio tra vita digitale e reale”.

I segnali a cui prestare attenzione

Peggioramento nello studio e isolamento sociale possono rappresentare campanelli d’allarme per un genitore: “Allo stato attuale – spiega Stefano Berloffa, neuropsichiatria infantile, Irccs Stella Maris Calambrone Pisa – l’Internet Gaming Disorder è oggetto di discussione da parte di clinici e ricercatori in quanto le evidenze scientifiche mostrano come la dipendenza da videogiochi si possa presentare in associazione a diversi disturbi psichiatrici. Numerosi studi hanno evidenziato come l’utilizzo eccessivo di videogiochi in adolescenti o pre-adolescenti, possa avere un impatto negativo soprattutto determinando disimpegno cognitivo con peggiori risultati scolastici e, più in generale, nel funzionamento sociale”.

Un patto in famiglia

La gestione del tempo concesso per stare in rete è argomento complesso e fonte di disaccordo in famiglia, a volte tra gli stessi genitori. “La costruzione di un accordo condiviso con i figli sul tempo che si può trascorrere con i videogiochi e sugli schermi o l’evitarne l’uso durante i pasti anche da parte dei genitori stessi – sottolinea Antonella Costantino, direttore dell’Unità Operativa Neuropsichiatria Psicologia Infanzia Adolescenza della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – è solo una parte, così come evitare l’uso nell’ora prima di dormire, perché l’esposizione alla luce blu emessa dagli schermi dei dispositivi può influenzare negativamente il riposo notturno, sopprimendo la produzione di melatonina. Ancora più importante è imparare insieme, adulti e ragazzi, ad ‘addomesticare gli schermi’ per usarli in modo positivo, che vuol dire essere più consapevoli di come funzionano e conoscere meglio gli usi possibili e i loro aspetti positivi, oltre che negativi”.

Il 94% dei ragazzi conosce l’Intelligenza Artificiale

A preoccupare è anche la diffusione dei vari strumenti dell’Intelligenza Artificiale che affascinano i ragazzi pronti a sperimentare nuove applicazioni o strumenti in grado di semplificare la loro vita. A confermare questa tendenza è anche la ricerca di Telefono Azzurro e BVA-Doxa che ha coinvolto 806 ragazzi tra i 12 e i 18 anni. Tra i ragazzi la percezione di conoscere come funziona l’AI è elevata. Il 94% ne ha sentito parlare e ne conosce la definizione, mentre il 9% ritiene di possedere una conoscenza molto buona. Per 6 ragazzi su 10 è positiva l’opinione su questo strumento, tanto da sentirsi pronti a consigliarne l’utilizzo ad amici e parenti (46%). Per il 13% dei ragazzi l’intelligenza artificiale è anche utile a distrarsi dai problemi della vita quotidiana e a ricevere supporto nell’affrontare difficoltà emotive e psicologiche.

I rischi dell’Intelligenza Artificiale

Il 31% degli intervistati vede tra i maggiori rischi dell’intelligenza artificiale un possibile furto d’identità, il 28% si preoccupa per la privacy e per la scarsa sicurezza dei propri dati personali. Come altri elementi di rischio gli intervistati hanno evidenziato una scarsa protezione da situazioni dannose e violente: per il 21% vi è il timore che le immagini da parte dell’AI possano danneggiare la propria reputazione e quella altrui. Il 20% degli intervistati teme di entrare in contatto con contenuti inappropriati e non adeguati alla propria età, e il 10% esprime la propria preoccupazione per la creazione di immagini pedopornografiche. “È necessario creare una rete nazionale e internazionale efficace tra istituzioni, poli di ricerca, aziende e società civile per studiare al meglio le conseguenze che le nuove tecnologie hanno sugli adolescenti e gettare le basi per azioni ad alto impatto capaci di agire su più livelli per proteggere i bambini dai rischi del web. A livello europeo l’AI Act, la prima legge al mondo che affronta in maniera complessiva lo sviluppo di questa tecnologia, è un’occasione da non perdere per definire i confini normativi e catalogare i rischi di una delle rivoluzioni tecnologiche più pervasive di sempre”, sottolinea Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro.

Il 40% dei ragazzi usa ChatGPT più volte a settimana

L’indagine Telefono Azzurro – BVA-Doxa ha approfondito anche l’uso da parte dei ragazzi di chatbot come strumenti sempre più usati per trovare soluzioni ai propri problemi personali. Dall’indagine emerge come ChatGPT sia un sistema conosciuto da 8 ragazzi su 10. Tra questi il 6% ha riferito di utilizzarlo tutti i giorni e il 40% più volte a settimana. Tra gli users il 54% ritiene che il principale aspetto positivo sia la facilità d’uso che lo rende un sistema accessibile a tutti e la possibilità di essere utilizzato per diverse attività. Il 18% dei ragazzi ritiene che ChatGPT possa anche stimolare nuove idee e la fantasia.

Tra gli aspetti negativi, invece, i minorenni sottolineano la difficoltà nel garantire una fonte attendibile (34%) e la possibilità che l’utilizzo renda più pigri (51%). “I chatbot che utilizzano l’intelligenza artificiale sono soluzioni che a nostro avviso meritano di essere ulteriormente sviluppate perché rappresentano un potenziale nostro alleato nella prima fase di ascolto dei ragazzi che si trovano a vivere situazioni di malessere fisico e psicologico”, dichiara Ernesto Caffo.

L’Osservatorio Digital & Kids

E in occasione della Giornata per la sicurezza in rete, Telefono Azzurro in partnership con il Politecnico di Milano ha annunciato la nascita dell’Osservatorio Digital & Kids persviluppare e diffondere conoscenza in merito agli scenari di utilizzo del digitale da parte di bambini e adolescenti e alla modalità con cui sfruttare il digitale per prevenire e gestire i rischi connessi al web. Quattro i filoni di ricerca che saranno sviluppati nel corso del primo anno di attività: educazione al digitale, Intelligenza Artificiale, scuola digitale e regolamentazione.

Una ‘cassetta salva-cena’

Tra le tante iniziative per la Giornata della sicurezza in rete, quelle dell’Associazione Di.Te. finalizzate a incoraggiare la disconnessione. “Stiamo introducendo iniziative per scuole e comunità come attività all’aperto e cene detox senza smartphone, dove i partecipanti troveranno una ‘cassettina salva-cena’ per stimolare conversazioni reali e ridurre la dipendenza dagli schermi. Queste attività sono progettate per riscoprire il piacere delle interazioni umane e del contatto con il mondo naturale, ribadendo l’importanza della vita oltre lo schermo”.



www.repubblica.it 2024-02-06 10:33:21

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More