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L’inganno dei social sul “cibo spazzatura”

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Nell’universo digitale in cui viviamo, Instagram si posiziona come un faro di bellezza e connessione. Ma sotto la superficie luccicante di questa piattaforma, si cela una verità più oscura, che una recente ricerca pubblicata su Science Direct ha avuto il coraggio di svelare. Questo studio ha messo in luce come, dietro ogni scorrimento sullo schermo, possano nascondersi effetti insidiosi sulla psiche dei giovani adulti, in particolare sui loro stati d’animo, desideri e percezioni di sé.

Immagini che fanno venire l’acquolina in bocca

Immaginate di essere seduti a tavola, con davanti una scelta tra una mela e una ciambella. In un mondo ideale, la decisione sarebbe dettata unicamente dal nostro libero arbitrio. Tuttavia, se per quindici minuti aveste fissato immagini di dolci irresistibili su Instagram, quanto liberamente scegliereste la mela? Lo studio dimostra che l’esposizione a contenuti di “cibo spazzatura” su Instagram non solo fa salire l’acquolina in bocca ma spinge il desiderio verso scelte alimentari che sappiamo essere meno salutari. Ciò solleva una domanda fondamentale: in che misura siamo ancora padroni delle nostre decisioni?

Quegli “scroll” che influenzano la nostra autostima

La risposta a questa domanda ci costringe ad affrontare un’implicazione più ampia e profondamente radicata: Instagram, e i social media in generale, hanno il potere di modellare non solo i nostri gusti momentanei, ma di intaccare il nostro benessere emotivo. Si potrebbe pensare che lo scorrimento sia un atto banale, un semplice passatempo. Eppure, lo studio ci svela che ogni immagine, ogni like, ogni commento, contribuisce a costruire una rete invisibile che può influenzare la nostra autostima, il nostro umore e la nostra visione del mondo.

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La questione diventa quindi non solo psicologica ma anche sociale e culturale. Viviamo in un’epoca in cui l’apparenza e l’immediata gratificazione visiva hanno assunto un’importanza predominante, spesso a discapito della sostanza e del benessere a lungo termine. La sfida che ci troviamo davanti è quella di riappropriarci della nostra capacità di scelta, riscoprendo il valore del giudizio critico e dell’autodeterminazione.

L’impatto sulle relazioni sociali

Una dimensione altrettanto cruciale e meno esplorata riguarda l’impatto di Instagram sulle nostre relazioni sociali e sulla nostra percezione della realtà. La piattaforma, con le sue immagini curate alla perfezione, può generare aspettative irrealistiche non solo su noi stessi ma anche sulle nostre relazioni e sul mondo che ci circonda. Gli utenti si trovano spesso a confrontare la propria vita quotidiana, con i suoi alti e bassi, con le versioni altamente idealizzate presentate sui social media. Questo confronto può portare a sentimenti di inadeguatezza, gelosia e solitudine, minando la qualità delle nostre connessioni reali.

Una distorta percezione del tempo

Inoltre, l’uso eccessivo di Instagram può distorcere la nostra percezione del tempo e delle priorità, portandoci a dedicare più attenzione alla vita virtuale piuttosto che a quella reale. Questa distorsione può avere ripercussioni significative sulle relazioni interpersonali, dove la comunicazione faccia a faccia e le esperienze condivise sono sostituite da interazioni superficiali online.

La consapevolezza di queste dinamiche ci invita a riflettere ulteriormente sul ruolo che scegliamo di dare ai social media nella nostra vita. È fondamentale interrogarsi su come possiamo mantenere un equilibrio sano tra la nostra presenza online e la nostra vita reale, valorizzando le relazioni autentiche e profonde.

La chiave potrebbe risiedere nel porre limiti consapevoli al nostro consumo di media digitali e nell’impegn arsi in attività che rafforzano il tessuto delle nostre relazioni reali. Il viaggio verso un uso più sano e consapevole di Instagram e dei social media in generale è un percorso personale e collettivo. È un invito a riscoprire l’importanza delle connessioni umane genuine, a valorizzare le nostre esperienze reali al di sopra delle rappresentazioni virtuali e a costruire una realtà in cui il digitale arricchisce, piuttosto che impoverire, la nostra esperienza umana.

Soggetti attivi o passivi? L’importante è scegliere

In qualità di osservatori e partecipanti attivi in questo scenario, siamo chiamati a riflettere sul ruolo che vogliamo che i social media giochino nelle nostre vite. È il momento di chiederci: vogliamo essere soggetti passivi, sballottati dalle onde di immagini e influenze esterne, o vogliamo assumere un ruolo attivo nella creazione di una realtà in cui il digitale serve a potenziare e non a limitare la nostra espressione personale e collettiva?

La via d’uscita da questa trappola mentale non è necessariamente l’abbandono dei social media, ma un loro utilizzo più consapevole e critico. Ciò significa imparare a interrogarci sulle motivazioni dietro ogni nostro like e ogni nostra condivisione, e su come queste scelte si allineino con i nostri valori e obiettivi reali. In definitiva, la questione centrale è come possiamo utilizzare strumenti come Instagram non per perdere noi stessi in un mare di confronti e insoddisfazioni, ma per costruire ponti autentici verso gli altri e verso una versione di noi stessi più consapevole e soddisfatta.



www.repubblica.it 2024-02-08 13:30:00

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