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Osteoporosi: vivere in aree verdi può rendere le ossa più forti?

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Vivere vicino a giardini, parchi e spazi verdi potrebbe aumentare la densità ossea e ridurre il rischio di osteoporosi. È l’ipotesi avanzata da una ricerca pubblicata online negli Annals of the Rheumatic Diseases secondo cui i livelli di inquinamento più bassi e lo stimolo a muoversi di più all’aria aperta possono rappresentare fattori protettivi per le ossa.

I dati della Biobank del Regno Unito

L’osteoporosi indebolisce le ossa, rendendole fragili e inclini a fratture. Può causare dolore cronico, ridotta mobilità e un peggioramento della qualità della vita. Tra l’altro la sua prevalenza globale è destinata ad aumentare con l’invecchiamento rapido della popolazione e i cambiamenti nello stile di vita.

L’osteoporosi è causata da fattori genetici, ormonali e ambientali e proprio su questi ultimi si sono concentrati i ricercatori analizzando i dati contenuti nella Biobank del Regno Unito che raccoglie dati genetici e sanitari di 500.000 partecipanti volontari. Nello specifico, i ricercatori hanno analizzato i dati di 400mila persone, con un’età media di 56 anni, poco più della metà delle quali (53%) erano donne.

La misurazione del rischio di osteoporosi

Per tutti i pazienti sono state registrate informazioni sulla loro densità minerale ossea e fattori potenzialmente influenti inclusi etnia, reddito annuale familiare, livello di istruzione, lavoro, area residenziale, consumo di alcol, livelli di attività fisica, status di fumatore e dieta. Il loro rischio genetico di osteoporosi è stato calcolato utilizzando un punteggio di rischio poligenico e una misura ampiamente utilizzata, chiamata Indice di differenza della vegetazione normalizzato (NDVI).

La misurazione del verde e dell’esposizione agli inquinanti

L’Indice di differenza della vegetazione normalizzato è il principale indicatore da satellite della presenza di vegetazione sulla superficie terrestre e del suo evolversi nel tempo. Questo indicatore è stato usato per determinare la quantità di spazio verde nell’area residenziale dei partecipanti allo studio. Sono state prese in esame anche le esposizioni medie annuali agli inquinanti ossido di azoto (NO2) e polveri sottili PM2.5 stimate in base al codice postale residenziale e ai dati del progetto Escape che esamina gli effetti a lungo termine sulla salute umana dell’esposizione all’inquinamento atmosferico in Europa.

Più verde, più densità ossea

Durante un periodo di monitoraggio medio di 12 anni sono stati diagnosticati nuovi casi di osteoporosi in 9.307 persone soprattutto tra i più anziani, di sesso femminile, fumatori e in pensione e con un livello di istruzione inferiore e condizioni economicamente più svantaggiate. Ma è emersa anche una costante associazione tra la quantità di spazio verde e nuovi casi di osteoporosi. Gli autori hanno misurato l’Ndvi intorno alle case delle persone partendo da 300 metri fino ad un massimo di 1500 metri. Più l’area intorno alla residenza era verde, maggiore era la densità minerale ossea osservata nelle persone e inoltre hanno osservato un rischio del 5% inferiore di sviluppare l’osteoporosi.

Perché l’inquinamento ha un impatto sulle ossa

Ma cosa c’entra l’osteoporosi con l’inquinamento? I fattori-chiave presi in considerazione dai ricercatori per spiegare la riduzione del rischio di sviluppare l’osteoporosi sono i livelli più bassi di ossido di azoto e Pm 2.5. Diversi studi hanno dimostrato che l’esposizione all’inquinamento atmosferico può produrre stress ossidativo, infiammazione e alterare gli ormoni, aumentando così il rischio di osteoporosi. Le persone che vivono nelle aree più verdi sono esposte ad un rischio minore perché gli alberi e le piante agiscono come filtri naturali, rimuovendo gli inquinanti dall’aria. Ha un ruolo anche il fatto che vivere in aree con spazi verdi offre più opportunità di fare esercizio fisico all’aperto promuovendo così la sintesi di vitamina D preziosa per le ossa.

La prevenzione che viene dalla natura

Anche se si tratta di uno studio osservazionale che tra l’altro prende in considerazione persone generalmente in buona salute e quindi non del tutto rappresentative della popolazione generale, questi risultati sono importanti per la prevenzione: “Si tratta delle prime evidenze che indicano che il verde residenziale è associato a una maggiore densità ossea e a un ridotto rischio di sviluppare osteoporosi”, ha spiegato Zhengxiao Ouyang della Central South University in Cina e principale autore dello studio. “Queste scoperte forniscono intuizioni preziose sul potenziale del verde nel prevenire l’insorgenza dell’osteoporosi e sottolineano l’importanza del verde urbano nello sviluppo di strategie di prevenzione efficaci”.



www.repubblica.it 2024-03-06 08:08:19

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