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Dodici milioni di italiani dormono male. ecco gli effetti sulla salute e i rimedi

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Dormire almeno 7-8 ore per notte è fondamentale per la salute psico-fisica di ogni individuo. Un sogno quasi irrealizzabile, quello del riposo salutare, per oltre 13 milioni di italiani. Una persona su sette, infatti, soffre di questo problema cronico, una vera e propria patologia, mentre a una su 5 è successo almeno una volta di fare i conti con la difficoltà ad addormentarsi, seppur per un breve periodo di solito legato a particolari momenti della vita (un lutto, una separazione, la perdita del lavoro, ecc.).

La giornata mondiale e i rischi dell’insonnia

In occasione della Giornata Mondiale del Sonno (World Sleep Day), che si celebra il 15 marzo, promossa dalla World Sleep Society e, in Italia, dall’Accademia Italiana di Medicina del Sonno (Aims), gli esperti puntano l’attenzione su questi disturbi, spesso sottostimati e che in molti casi vengono trattati con il “fai-da-te”. L’insonnia, dal latino insomnia, cioè mancanza di sogni, è caratterizzata dalla difficoltà ad addormentarsi o da frequenti risvegli durante la notte, fenomeni che incidono sia sulla quantità sia sulla qualità del sonno. Ma non solo. Chi ne soffre segnala anche una sensazione di mancato recupero delle energie e di fatica, oltre che mancanza di concentrazione. Tutte conseguenze che si possono ripercuotere sulla vita di tutti i giorni, sul lavoro e sulle relazioni sociali.«L’insonnia rappresenta un problema di grandissimo rilievo dal punto di vista epidemiologico e sociale, in quanto interessa il 10-13% della popolazione, se si considera come disturbo da insonnia cronica. Tale percentuale è destinata ad aumentare se si include la popolazione che può aver sofferto dell’altra tipologia di insonnia, quella acuta, della durata fino a circa tre mesi, fino a raggiungere il 40-45%», spiega il professor Luigi De Gennaro, segretario dell’AIMS, società scientifica impegnata da più di trent’anni nella ricerca, nella divulgazione e nella formazione clinica in questo ambito.

Come funziona la fisiologia del sonno

Visto che passiamo un terzo della nostra vita a dormire, questo potrebbe sembrare all’apparenza un errore evolutivo, ma in realtà il sonno è una necessità fisiologica, indispensabile alla sopravvivenza, una fase di un processo attivo che coinvolge l’interazione di componenti multiple del sistema nervoso centrale e autonomo.«La scienza non ha ancora svelato tutti i misteri del sonno – aggiunge il professor De Gennaro -. Sappiamo che mentre si dorme, si rigenerano corpo e cervello. Il sonno agisce sulla memoria, sul controllo delle risposte immunitarie dell’organismo, sulla regolazione ormonale, metabolica e cardiovascolare. In età pediatrica ha un ruolo importante sullo sviluppo neuro-cognitivo e sull’accrescimento. L’alterazione dei ritmi sonno-veglia, dunque, non va sottovalutata, ma va inquadrata con l’aiuto del medico di famiglia e, nei casi più complessi, con il supporto degli specialisti dei Centri di Medicina del Sonno».

Quali sono le categorie più a rischio

La popolazione anziana è più a rischio di sviluppare l’insonnia a causa dei cambiamenti fisiologici che avvengono con il processo di invecchiamento. Così come il sesso femminile. «Rispetto agli uomini, le donne sono più soggette allo sviluppo d’insonnia cronica – aggiunge il professore. La motivazione di questa maggiore predisposizione è legata a fattori biologici, principalmente ormonali, e sociali, non ancora dettagliatamente identificati, ma forse correlabili alle responsabilità familiari in capo alle donne nella nostra società e alle difficoltà di conciliare vita e lavoro». Anche gli adolescenti possono sviluppare problemi del sonno, soprattutto quando utilizzano fino a tarda sera smartphone e tablet. Questi dispositivi emettono la cosiddetta “luce blu”, in grado di interferire con i meccanismi di produzione della melatonina, l’ormone del sonno.

Gli effetti sulla salute

Indipendentemente dal cronotipo, bisognerebbe tenere in equilibrio il ciclo sonno-veglia. Che si sia allodole, cioè persone con tendenza ad alzarsi presto al mattino e ad andare a letto presto la sera, o gufi, con una preferenza a svegliarsi e coricarsi tardi, è bene non trascurare l’insonnia. Lo stesso vale per chi lavora su turni o svolge lavori che richiedono un alto livello di attenzione come, ad esempio, la guida di un mezzo pesante.Al diminuire delle ore di sonno, i deficit di attenzione aumentano in modo proporzionale. A questi si aggiungono affaticamento, irritabilità, sonnolenza, problemi comportamentali e angoscia. “L’insonnia – allerta il professore – non va sottovalutata, anche perché può incidere significativamente sulla salute cardiovascolare, in quanto, tra l’altro, aumenta il rischio di ipertensione. Può favorire anche l’insorgenza del diabete mellito di tipo 2, l’asma, la rinite allergica, l’aumento di peso e l’obesità e problemi tiroidei. C’è inoltre una correlazione tra disturbi del sonno e salute mentale. La ricerca sta evidenziando che alla base di ansia, depressione e insonnia ci sono gli stessi geni”.



www.ilsole24ore.com 2024-03-15 09:28:42

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