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Infezioni delle vie urinarie, risultati promettenti da un vaccino

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Prevenire le infezioni ricorrenti del tratto urinario (Uti) con almeno nove anni di anticipo, e possibilmente evitare il ricorso alla terapia antibiotica. Sono queste le promesse di un candidato vaccino, somministrato sotto forma di spray orale, oggetto di una ricerca i cui risultati sono stati appena presentati al congresso della European Association of Urology (Eau), in corso a Parigi. Lo studio ha mostrato che il 54% degli uomini e delle donne a cui è stato somministrato il trattamento (tutti i partecipanti soffrivano di infezioni ricorrenti del tratto urinario) non ha accusato alcun sintomo del disturbo per i nove anni successivi alla somministrazione, senza lamentare effetti collaterali degni di nota. I risultati definitivi dovrebbero essere pubblicati entro la fine di quest’anno.

Infezioni ricorrenti del tratto urinario, cosa sono e come si curano

Le infezioni del tratto urinario sono una delle infezioni batteriche più diffuse: secondo gli ultimi dati colpiscono metà delle donne e un uomo su cinque. La terapia d’elezione è quella antibiotica, ma in circa un terzo dei casi si assiste a un ritorno dell’infezione dopo la guarigione; e la percentuale, secondo molti clinici, è destinata a salire a causa del fenomeno dell’antibioticoresistenza, che riduce l’efficacia dei trattamenti. È per questo che da diverso tempo la comunità scientifica sta studiando e sperimentando nuovi approcci, tra cui, per l’appunto, il vaccino di cui parliamo oggi.

Un trattamento al gusto ananas

La sperimentazione del vaccino è stata condotta dagli scienziati del Royal Berkshire Hospital, nel Regno Unito, e ha riguardato 89 pazienti seguiti per nove anni. Il farmaco si chiama MV140, e si presenta sotto forma di spray aromatizzato all’ananas che va spruzzato sotto la lingua una volta al giorno per tre mesi.

“Prima che fosse disponibile questo vaccino”, ha commentato Bob Yang, urologo del Royal Berkshire e co-autore dello studio, “tutti i partecipanti avevano sofferto di Uti, un disturbo difficile da trattare, in particolare per le donne. Per tutti i nove anni successivi la metà dei partecipanti è rimasta libera da infezioni; l’altra metà ha sofferto di infezioni meno gravi, molte delle quali sono passate semplicemente bevendo molta acqua. Per di più, il vaccino è facile da assumere e sembra non comportare effetti collaterali gravi. Molti dei partecipanti hanno dichiarato che il trattamento ha migliorato significativamente la loro qualità di vita”.

I dettagli dello studio

Qualche dettaglio in più: inizialmente, i pazienti sono stati seguiti per 12 mesi, e i primi risultati (relativi solo alle partecipanti femminili) sono stati pubblicati nel 2017. Lo studio è poi proseguito: i ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche elettroniche di tutti i pazienti per i nove anni successivi e chiesto loro periodicamente informazioni sul proprio stato di salute dopo la somministrazione del vaccino. 48 partecipanti sono rimasti liberi da infezioni per tutti e nove gli anni di follow-up; il periodo medio libero da infezioni si è rivelato essere di quattro anni e mezzo (57 mesi per le donne e 44 per gli uomini) e quattro partecipanti su dieci hanno dichiarato di aver ricevuto dosi ripetute di vaccino dopo uno o due anni.

“Sono risultati molto promettenti”, ha detto Gernot Bonkat, presidente delle linee guida dell’Eau sulle infezioni urologiche. “Le infezioni ricorrenti rappresentano un notevole onere economico per la sanità e l’uso eccessivo di antibiotici può portare a un aumento dell’antibioticoresistenza. Questo vaccino rappresenta una potenziale svolta nella prevenzione delle infezioni del tratto urinario e potrebbe offrire un’alternativa sicura ed efficace ai trattamenti convenzionali”.



www.repubblica.it 2024-04-08 08:52:26

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