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Rame, riduce del 90% la carica virale del Sars-Cov-2

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Ridurre l’esposizione ai batteri responsabili delle infezioni e anche la carica virale del Sars-Cov2 grazie al rame e alle sue leghe che possiedono proprietà antimicrobiche e riescono ad eliminare i virus e batteri dalle proprie superfici in tempi brevissimi. Tra i patogeni che il metallo può eliminare ci sono E. Coli, Salmonella, MRSA, Campylobacter, Legionella e Pneumophila; virus come quelli influenzali, Rotavirus, l’HIV e i Coronavirus, incluso il Sars-Cov-2. Uno studio dell’Istituto di Virologia dell’Università di Pisa ha recentemente dimostrato che il rame può ridurre la carica virale del Sars-Cov-2 del 90% nel giro di 10 minuti e neutralizzare il virus al 100% in un’ora. E’ su queste proprietà antimicrobiche che si sta concentrando il lavoro del Copper-Action Hub, un progetto europeo che si pone l’obiettivo di creare una piattaforma aperta per valorizzare le proprietà naturalmente antimicrobiche del rame e usarle come leva per un futuro più sicuro e sostenibile. Frontiere ha intervistato Roberto Bertollini, esperto di sanità pubblica e coordinatore del progetto Copper Action Hub.

L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha fatto tornare alla ribalta la necessità di controllare e prevenire le infezioni?

L’esperienza accumulata in questo ultimo anno dimostra quanto sia importante uno sforzo collettivo da parte di attori pubblici e privati volti a prevenire e controllare la propagazione di patogeni responsabili di malattie associate ad elevate morbilità e morbidità, come il Covid-19. La trasmissibilità di patogeni altamente infettivi avviene, tra l’altro, anche attraverso il contatto con superfici contaminate o per la presenza di patogeni nell’aria (aerosol).

Lei è il coordinatore del Copper-Action Hub: di cosa si tratta e che obiettivi si prefigge?

Si tratta di un gruppo indipendente, composto da membri con una esperienza consolidata e multidisciplinare, dalla sanità all’architettura, allo studio, per studiare le indicazioni all’uso del rame come antimicrobico nel settore pubblico e privato. Sulla base dell’evidenza scientifica in questo ambito, il compito del Copper-Action Hub è quello di verificare le evidenze scientifiche sulle proprietà antimicrobiche del rame e, su questa base, sviluppare linee guida e raccomandazioni per l’uso del rame antimicrobico sia in aree di transito sia nel settore sanitario e dei trasporti pubblici.

Quali sono le evidenze scientifiche che dimostrano l’azione antimicrobica del rame?

Nonostante la modalità di trasmissione del Covid 19 avvenga prevalentemente attraverso la presenza del germe in aerosol, recenti studi pubblicati dal New England Journal of Medicine e dell’Università di Cambridge hanno dimostrato che il virus Sars-Cov-2 rimane sulle superfici e ha lasciato più tracce di attività virale su plastica e acciaio inossidabile piuttosto che su rame. Il virus è stato rilevato fino a 72 ore dopo l’applicazione su queste superfici, mentre sul rame non è stato misurata alcuna presenza del virus dopo sole 4 ore, suggerendo che il rame possa rappresentare un sanificatore naturale.

Come si è scoperta questa proprietà del rame? E’ stato una caso o c’è dell’altro?

Le antiche civiltà sfruttavano le proprietà antimicrobiche del rame prima ancora della scoperta dei batteri e del loro legame di causalità con le malattie infettive nel XIX secolo. Un interessante articolo di Dollwet e Sorenson pubblicato nel Journal of Trace Elements in Medicine and Biology descrive molto bene il percorso di conoscenza sul rame antimicrobico. Il rame era noto per controllare l’infezione già in epoca egiziana. L’antica tradizione indù legata alla medicina ayurvedica, che risale a oltre 3000 anni fa, raccomanda di raccogliere e conservare le scorte di acqua domestiche in recipienti di rame per tutelarne la qualità nel tempo. Studi recenti suggeriscono addirittura lo stoccaggio notturno di acqua contaminata in recipienti di rame per neutralizzare i batteri e rendere l’acqua potabile. Un aneddoto di interesse che comprova indirettamente queste qualità è stata l’osservazione durante la prima Guerra Mondiale di come le ferite da frammenti di un proiettile contenente rame fossero più raramente associate ad infezioni.

L’Università di Pisa ha condotto uno studio sulla capacità del rame di ridurre la carica virale del Sars-Cov-2. Cosa è emerso?

Il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa ha certificato che il virus Sars-CoV-2 è stato inattivato per oltre il 99% dopo un’ora di contatto con i materiali costituiti in rame e lega di rame. Nello specifico del test, un isolato clinico di Sars-CoV-2 (prelevato da un paziente ricoverato in ospedale) è stato posto a contatto con rame e lega di rame per 5, 10, 30 e 60 minuti. Al passare di ogni lasso di tempo, il virus è stato coltivato su una linea cellulare e successivamente se ne è analizzata l’infettività residua.

Viste queste proprietà, ci sono studi per poter capire come ‘trasportarle’ nella pratica clinica?

Il Centro europeo per il controllo delle malattie stima che ogni anno 3,8 milioni di persone contraggono un’infezione nosocomiale o infezioni correlate all’assistenza (ICA) in strutture socio-sanitarie nei paesi dell’Unione Europea, Norvegia e Islanda, e che circa 90.000 persone muoiono nella UE a causa di complicazioni. Almeno il 20% delle infezioni nosocomiali è considerato evitabile attraverso una migliore prevenzione e controllo delle infezioni. Sperimentazioni in ospedali hanno mostrato una ridotta carica batterica e virale di agenti patogeni su superfici di rame, inclusi i batteri resistenti agli antibiotici come lo Stafilococco resistente alla Meticillina (MRSA). L’effetto antimicrobico delle superfici in rame sembra tradursi in una ridotta prevalenza di infezioni correlate all’assistenza nelle stanze dei pazienti con superfici o biancheria contenenti rame. Ma queste iniziali osservazioni richiedono ulteriori verifiche e conferme sperimentali.

Cosa c’è al momento in Italia ed eventualmente all’estero di già applicato?

Proprio la pandemia ha spinto attori pubblici e privati a considerare l’uso del rame come misura aggiuntiva ai protocolli di sanificazione e igienizzazione nella lotta contro la propagazione di batteri e virus. In Italia, per esempio, l’aeroporto di Milano Linate ha scelto di utilizzare il rame nelle superfici ad alto contatto come, ad esempio, i corrimani per scale, maniglie per carrelli portabagagli e supporti per le mani negli autobus che operano nelle sedi aeroportuali. Il progetto pilota è stato lanciato nel giugno 2021 e i risultati dei primi studi saranno disponibili nel 2022. In Canada, l’azienda di trasporto su autobus TransLink ha applicato il rame su due autobus e due vagoni di treni. Una prima sperimentazione effettuata sui campioni eseguiti durante il transito e in laboratorio, conclude che le superfici contenenti rame eliminano fino al 99,9 per cento di tutti i batteri entro un’ora dal contatto dei batteri con la superficie.



www.repubblica.it 2021-07-22 17:31:37

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