Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Microrganismi, questi sconosciuti. Mostra a Torino sui parenti del coronavirus

42

- Advertisement -


Pensate a qualcosa di infinitamente piccolo, totalmente invisibile ad occhio nudo, ma con il quale conviviamo ogni giorno. Certo, la prima risposta che vi verrà in mente è: il famigerato Coronavirus. E non è affatto sbagliata, perché anche il nemico numero uno dei nostri ultimi due anni fa parte di quel gigantesco e complesso universo che, senza che ce ne rendiamo minimamente conto, condiziona e determina l’andamento delle nostre esistenze. 

Stiamo parlando dei microrganismi. Che si trovano ovunque: nell’aria, nell’acqua dolce e marina, nel suolo. Alcuni possono vivere in condizioni estreme di temperatura, nei geyser ad esempio, o dentro i vulcani, in presenza di radiazioni ionizzanti e perfino nello spazio. Ognuno di noi ospita più microrganismi di quante siano le stelle della Via Lattea, da 2 a 4 chili del nostro peso corporeo. Si tratta del famoso microbioma il quale, com’è ormai risaputo, svolge un ruolo fondamentale nel proteggere l’organismo e garantire l’equilibrio di tutte le funzioni. 

Il fungo Escovopsis aspergilloides vive in simbiosi con le formiche tagliafoglie (Credits: Westerdijk Fungal Biodiversity Institute, Utrecht, Netherlands) 

Eppure, tutti quanti tendiamo ad associare i “germi” a problemi di salute, contaminazione dell’ambiente, deterioramento degli alimenti e degli oggetti. Un approccio ancora più diffuso e radicato, proprio in seguito alla pandemia da SARS-CoV-2 che ha provocato milioni di morti e ha modificato, in un modo o nell’altro, le nostre vite.

I microrganismi in realtà rappresentano qualcosa di fondamentale, indispensabile e anche estremamente affascinante, tanto che esiste una Giornata Internazionale dedicata (17 settembre) e che proprio in quella data all’Orto Botanico di Torino è stata inaugurata la mostra “Microrganismi straordinari” (aperta fino al 31 ottobre). Esposte 44 foto realizzate presso 27 centri di ricerca europei con sofisticate tecniche di microscopia, che consentono di visualizzare organismi piccolissimi, mai osservati nelle loro forme e caratteristiche, se non dagli addetti ai lavori.

Virus, batteri e archea, microalghe, lieviti, funghi filamentosi e simbiosi sono le sezioni in cui è divisa l’esposizione che è stata organizzata dal Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi e dalla Mycotheca Universitatis Taurinensis (MUT) di UniTo (una delle più importanti banche di biodiversità fungina in Europa), con la collaborazione di “European Culture Collections” Organization (ECCO) e il sostegno della Fondazione CRT. Diversi i dipartimenti coinvolti nel progetto e decisivo l’impegno della Turin University Collection (TUCC) che riunisce tutte le collezioni di microrganismi dell’Ateneo e fa capo al network europeo MIRRI (Microbial Resource Research Infrastructure, formato da oltre 50 centri di ricerca), di cui potrebbe diventare lo snodo italiano nella Città delle Scienze e dell’Ambiente in progetto a Grugliasco.

Il Saccharomyces cerevisiae è il comunissimo lievito di birra (credits: National collection of Yeast Coltures, Norwick, UK) 

I microrganismi, dicevamo, sono ovunque e sono fondamentali per la vita sulla Terra. Hanno ruoli chiave nel buon funzionamento degli ecosistemi naturali, nella salute delle piante, degli animali e dell’uomo, nonché nei processi a base biologica. La tutela e la conservazione della biodiversità microbica è uno degli elementi essenziali per la gestione sostenibile dell’ambiente e l’ottimizzazione dei processi produttivi. E la mostra allestita a Torino offre l’occasione di osservare da vicino i quattro grandi gruppi di microrganismi, vale a dire batteri, alghe, funghi filamentosi, virus e lieviti; di scoprirne perfino la bellezza da un punto di vista estetico, cromatico e strutturale. “L’esposizione è stata ideata per compiere un’operazione di alfabetizzazione microbiologica – spiega Giovanna Cristina Varese, docente di Botanica Sistematica al Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino e curatrice della mostra – Desideriamo coinvolgere la società civile, per superare il pregiudizio diffuso sui microrganismi e sottolineare il loro ruolo cruciale per la vita e per il futuro del nostro Pianeta”.  

Dunque, la scienza che diventa arte e che mira a far conoscere questo mondo complicato ed invisibile, affinché il maggior numero di persone diventi pian piano consapevole della sua importanza. 
“Sì, esattamente, immagine dopo immagine, il visitatore scopre un mondo straordinario che stupisce per il connubio tra bellezza visiva e genialità microbica sviluppata in miliardi di anni nella lotta per la sopravvivenza – chiarisce la dottoressa Varese. – In ogni pannello le fotografie sono accompagnate da una breve descrizione in italiano e in inglese del ruolo di quel microrganismo nell’ambiente e in vari processi biotecnologici. Lungo il percorso sono offerti approfondimenti attraverso un sistema a QR-code. Si potrà scoprire ad esempio qual è l’organismo più grande sulla Terra”. 
Siamo curiosissimi: qual è, dove si trova? “Ebbene è un fungo – spiega l’esperta – ma gigantesco. Si chiama Armillaria Ostoye e copre un’estensione di circa 8.900.000 metri quadri, equivalenti a 1665 campi da calcio. Si trova negli Stati Uniti, in Oregon”.

Microrganismi belli e alleati dell’uomo.

Ecco perché diventa indispensabile comprenderne il ciclo vitale ed anche le funzioni. “Dobbiamo colmare questo buco di conoscenza attraverso un processo di alfabetizzazione microbiologica – sottolinea la dottoressa Varese. – La scarsa consapevolezza dell’importanza dei microrganismi influenza fortemente le decisioni che tutti noi prendiamo quotidianamente (uso di medicine, igienizzanti, vaccinazioni, utilizzo di prodotti chimici sulle coltivazioni). Solo una società civile formata e consapevole potrà garantire comportamenti virtuosi e accettare e supportare le innovazioni”.

Ma nell’attesa che questo progresso si verifichi, è possibile quantificare i microrganismi, capire quanti sono? “Il numero è esorbitante, le ultime stime parlano di un milione di miliardi di specie. Sono la forma di vita predominante sul pianeta, sia in termini numerici che in biomassa totale. Mostrano una diversità evolutiva, funzionale e metabolica che supera di gran lunga quella di tutti gli altri organismi nell’albero di vita”. 

E dove dobbiamo immaginarli, dal momento che non li vediamo? “Sono dappertutto e la loro ubiquità in tutta la biosfera, unita alla diversità delle loro attività, li rendono fondamentali per il funzionamento di tutti gli ecosistemi del nostro pianeta – spiega l’esperta – Controllano i cicli biogeochimici e il riciclo della materia organica, costituiscono i principali produttori e assorbitori di gas serra e sono quindi determinanti per la gestione dei cambiamenti climatici. Svolgono un ruolo essenziale nel suolo influenzandone la struttura e la fertilità e quindi la produttività. Lo stesso vale per mari, laghi e fiumi. E poi i microrganismi ricoprono le superfici di tutti gli altri organismi condizionandone fisiologia e benessere”.

La mostra

Chi visiterà la mostra all’Orto Botanico di Torino avrà quindi modo di apprezzare la particolarità delle immagini, ma anche, forse, di modificare la propria innata o acquisita concezione sui microrganismi, finendo per rivalutarne il ruolo e l’importanza. “Ognuno di noi ha una propria percezione o conoscenza dei microrganismi in base al suo vissuto – chiarisce la dottoressa Varese -. Per la maggior parte della popolazione umana, la conoscenza e la rappresentazione dei microrganismi è mediata dalle immagini e dai racconti che abbiamo ricevuto. Nella quotidianità (ad esempio nelle pubblicità, nei cartoni animati, nelle letture per bambini) i microrganismi sono spesso rappresentati con tratti irreali, antropomorfizzati e associati ad aspetti negativi della nostra vita. La mostra, come progetto a cielo aperto di divulgazione scientifica, ci farà scoprire che solo una minoranza dei microorganismi causa problemi alla salute (meno dell’1%). Hanno invece ruoli fondamentali nell’ambiente, nei cicli della materia e nell’evoluzione degli altri organismi”.

Ingrandite milioni di volte

L’Università di Torino che ha contribuito attivamente alla messa a punto della mostra “Microrganismi straordinari” è un centro di riferimento a livello nazionale ed europeo per lo studio dei microrganismi e dei microbiomi grazie all’attività di 4 dipartimenti. La Turin University Culture Collection (TUCC) nata nel 2016 dall’unione delle collezioni di microrganismi presenti presso quattro dipartimenti dell’Ateneo di Torino, in questo momento conserva più di 25000 ceppi microbici. Scopo della TUCC è quindi quello di riunire tutte le risorse microbiche presenti presso l’Ateneo ottimizzandone la gestione e assicurando una maggiore accessibilità alle risorse e ai servizi per la comunità scientifica e industriale. “Si tratta di un’eccellenza nel panorama italiano e mondiale – precisa la dottoressa Varese – grazie alla quale abbiamo a disposizione grandi attrezzature, risorse microbiche e capitale umano per rispondere alle esigenze dei differenti settori aggregando competenze per sviluppare nuovi know-how e favorire il trasferimento tecnologico e una bioeconomia circolare in linea con le nuove strategie europee”. Forme incredibili, tinte accese e una sensazione di vita in movimento. Attraverso immagini ingrandite milioni di volte, potremo lasciarci andare alla curiosità e alla voglia di conoscenza. Provare a instaurare un nuovo rapporto con i nostri compagni di viaggio su questa Terra. Renderci conto che esistono anche se non li vediamo, che sono tantissimi e che se li gestiamo in modo corretto, difficilmente si trasformeranno in nuovi nemici.



www.repubblica.it 2021-09-17 12:11:59

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More