Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Diabete, adesso stesso accesso alle cure per tutti

37

- Advertisement -


La diabetologia spegne le candeline: sono passati cento anni da quando i due scienziati canadesi John Macleod e Frederick Bating scoprirono l’insulina e il suo ruolo nella terapia del diabete. Eppure in questo anniversario importante la Giornata Mondiale del Diabete 2021, che si celebra il 14 novembre, sottolinea invece quanto l’accesso alle cure per una malattia che colpisce più di quattro milioni di italiani sia ancora per molti versi una corsa a ostacoli. Anche a causa della pandemia.

Diabete mellito, dopo i 40 anni indispensabile controllo glicemia e monitoraggio pressione


Secondo gli ultimi dati del sistema di sorveglianza Passi coordinato dall’Iss in collaborazione con le Regioni, risulta infatti che nel 2020 c’è stato un aumento significativo (dal 15% del 2019 al 25%) di pazienti diabetici che riferiscono di non aver fatto il controllo dell’emoglobina glicata o di averlo fatto da oltre 1 anno, fra coloro che sono consapevoli e conoscono l’importanza di questo esame. È possibile dunque che l’emergenza sanitaria si sia tradotta in maggiori difficoltà di accesso ai servizi sanitari o abbia indotto le persone a rinunciare a fare i controlli. Non solo: la pandemia ha impattato in modo importante sulle nuove diagnosi nella fase iniziale dell’emergenza, nel corso dei primi lockdown, e successivamente sulle richieste di visita specialistica per follow-up (-23%), fondamentali per assicurare l’aderenza alle cure dei pazienti.

Ma non è solo il coronavirus a impattare sulle vite delle persone con diabete. E la Giornata Mondiale vuole metterlo in evidenza sin dal titolo: “Accesso alle cure. Se non ora quando?”. Perché è vero, gli italiani hanno la fortuna di avere un Servizio Sanitario Nazionale che garantisce gratuitamente molti farmaci e device per il diabete. Ma il divario tra quello che accade nelle diverse aree del paese è molto ampio. “Non è accettabile che vi siano venti e più servizi sanitari diversi, uno per ogni Regione – dice per esempio Agostino Consoli, presidente della Società Italiana di Diabetologia – sarebbe invece importante che i Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) per il diabete fossero condivisi tra le diverse Regioni e, se non proprio uguali, fossero perlomeno molto simili tra loro. L’accesso a farmaci e presidi insomma dovrebbe essere normato in maniera tale che alle persone con diabete venga garantita la stessa possibilità di avere a disposizione farmaci o tecnologie innovative, a prescindere da dove risiedono”.

L’innovazione è infatti l’altro tema chiave al centro di questa Giornata.  “I nuovi sistemi di monitoraggio ‘flash’ della glicemia risparmiano le tante dolorose punturine al dito per la misurazione della glicemia da sangue capillare”, sottolinea Dario Pitocco, Direttore Unità Operativa di Diabetologia Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e professore associato di Endocrinologia, Università Cattolica, campus di Roma, “perché il sensore, applicato al braccio è ‘interrogabile’ ogni momento da un lettore apposito o tramite smartphone. I modelli più nuovi sono dotati anche di un allarme che avverte il paziente nel caso sia andando incontro a ipo o a iperglicemia, e questo anche durante la notte, consentendogli di prendere provvedimenti. A breve – aggiunge Riccardo Candido, vice presidente dell’Associazione Medici Diabetologi – saranno disponibili anche penne ‘intelligenti’ per la somministrazione di insulina che mantengono in memoria le unità somministrate ed il tempo della somministrazione. Ancora più avanzati sono i sistemi, detti ‘semi-pancreas artificiali’, composti da un microinfusore di insulina e da un sensore per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM) che si parlano tra loro, consentendo così di erogare una quantità di insulina adeguata ai valori di glicemia rilevati dal sensore.

Anche la farmacologia del diabete ha fatto passi da gigante: “Oggi per la gestione del rischio cardio-metabolico – continua Pitocco – abbiamo a disposizione farmaci come gli SGLT-2 inibitori e gli analoghi del GLP-1, e di recente è stata autorizzata anche l’associazione tra queste due classi di farmaci. Si tratta di molecole in grado non solo di dare un buon controllo del diabete, ma anche di ridurre le complicanze cardiovascolari e cioè infarti, ictus, scompenso cardiaco”.

La fragilità del Ssn

E però la pandemia ha messo in evidenza tutte le fragilità del SSN: una organizzazione frammentata, senza integrazione tra i diversi luoghi dell’assistenza (ospedale, territorio, RSA, consultori, ambulatori) e non attrezzata per la cura delle persone più fragili, come ricorda Graziano Di Cianni, presidente dell’Amd. Ora il Piano di Ripresa e Resilienza rappresenta per il diabete una grande opportunità. E l’obiettivo principale deve proprio essere il rinnovamento complessivo del Servizio Sanitario Nazionale per riequilibrare le disparità esistenti a livello regionale e territoriale. “Dopo l’esperienza del Covid – conclude Andrea Giaccari, Responsabile del Centro per le Malattie Endocrine e Metaboliche Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e professore associato di Endocrinologia, Università Cattolica, campus di Roma e appena premiato con il  premio Areteo della Società Italiana di Diabetologia – abbiamo imparato l’importanza di un’organizzazione centrale che dia un indirizzo alle organizzazioni locali. Lo stesso dovrebbe valere per la sanità in generale e per il diabete in particolare. E invece, anche all’interno della nostra città, notiamo delle grandi disparità tra una Asl e l’altra, ad esempio sull’offerta delle nuove tecnologie, definita in base al risultato di una gara e non sulle reali esigenze dei pazienti. Ci auguriamo che queste disparità possano scomparire presto”.



www.repubblica.it 2021-11-13 06:48:00

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More