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Virus respiratorio sinciziale: casi triplicati nel Lazio

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IL VIRUS respiratorio sinciziale continua a diffondersi e a mettere sotto pressione gli ospedali: nel Lazio, i casi di neonati colpiti dall’infezione sono triplicati rispetto agli scorsi anni, e il numero di posti letto occupati nella terapia intensiva neonatale aumenta. Parliamo di un virus molto comune, che si contrae facilmente e che  rappresenta la prima causa di ricovero ospedaliero sotto l’anno di età. Ma quest’anno sta colpendo più duramente: “Questo autunno non solo il virus respiratorio sinciziale è più aggressivo – spiega Ambrogio Di Paolo, neonatologo dell’Ospedale San Giovanni di Roma – ma è anche arrivato molto prima di quanto ci aspettassimo. Solitamente si registra prima nelle regioni del Nord Italia, sia a causa delle temperature più basse sia perché è un virus migrante. A Roma arrivava normalmente verso fine gennaio. Invece a settembre abbiamo già avuto i primi casi”. La situazione, conferma il medico, è la stessa in tutti gli ospedali della Regione: “Possiamo solo cercare di gestire al meglio i piccoli ricoverati con i posti letto disponibili e i presidi a nostra disposizione. In primavera, con l’innalzamento delle temperature, il virus tenderà a scomparire”.

Come ridurre i rischi e cosa fare in caso di sintomi

L’infezione si presenta con tosse e raffreddore, che può evolvere in bronchiolite nei bambini più piccoli. Le regole per proteggere i bambini sono le stesse che mettiamo in atto ormai da quasi due anni per ridurre il rischio di Covid-19: mascherine e disinfezione delle mani. In presenza di fratelli raffreddati o con influenza, le precauzioni devono aumentare. Può succedere che, oltre al virus respiratorio sinciziale, il neonato prenda contemporaneamente altri virus: in quel caso la condizione può prolungarsi e il quadro clinico si aggrava. Normalmente il decorso è di 5/6 giorni, ma varia da caso per caso. “È importante ricordare che questo virus, a differenza del Covid, resta attivo sulle superfici per diverse ore, anche 5 o 6”, sottolinea l’esperto: “Pertanto, l’igiene delle mani diventa fondamentale. Il primo passo da compiere quando il bambino inizia a presentare rinite, tosse, affanno e inappetenza è andare dal pediatra. Sarà il medico a valutare la gravità dei sintomi e a consigliare o meno di recarsi in pronto soccorso”.

 

Come proteggere i più piccoli

Il virus colpisce principalmente sotto i due anni, ma è particolarmente pericoloso per i nati prematuri. “Questi ultimi sono i più difficili da gestire, perché possono aggravarsi più facilmente per la presenza delle patologie concomitanti tipiche dei neonati pretermine”, conclude Di Paolo: “Per i piccoli con età gestazionale uguale o inferiore alle 35 settimane, è però disponibile una profilassi con un anticorpo monoclonale, che consiste in 5 somministrazioni per via intramuscolare da effettuare una volta al mese, durante la stagione epidemica (di solito da novembre a marzo, ndr) che si è rivelata estremamente efficace nel prevenire le bronchioliti gravi da virus respiratorio sinciziale”.



www.repubblica.it 2021-12-17 15:44:26

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