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Tumori, le notizie più importanti del 2021

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Il 2021 è stato un anno difficile: il coronavirus ha lasciato un’eredità pesante in termini di diagnosi mancate e ritardi nei trattamenti, i pazienti oncologici hanno dovuto combattere contro la paura del Covid e quella di non poter essere curati adeguatamente. Ma è stato anche un anno ricco di novità scientifiche e nella gestione della malattia. Abbiamo chiesto a Saverio Cinieri, Presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica e Direttore dell’Oncologia Medica e Breast Unit dell’Ospedale ‘Perrino’ di Brindisi, di selezionare le cinque notizie più rilevanti di questo anno che ci lasciamo alle spalle. Eccole

Seno, la malattia avanzata si può cronicizzare

La metà delle pazienti è viva dopo 5 anni. È la più lunga sopravvivenza finora raggiunta nel carcinoma della mammella avanzato e ciò ci consente di parlare di vera e propria cronicizzazione della malattia. Lo dimostrano i risultati dell’analisi finale di sopravvivenza globale (OS) dello studio di Fase III MONALEESA-2, che ha valutato ribociclib in combinazione con letrozolo rispetto a placebo più letrozolo nelle donne in postmenopausa con tumore della mammella avanzato o metastatico positivo per i recettori ormonali e negativo per il recettore 2 del fattore umano di crescita epidermica (HR+/HER2-) senza precedenti trattamenti sistemici nel setting avanzato. I dati sono stati illustrati al Congresso 2021 della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) a settembre.

 

In Italia si muore di meno

In Italia si muore di cancro meno rispetto alla media europea (-13% negli uomini e -10% nelle donne). Nel nostro Paese, nel 2021, diminuiscono i decessi per tumori e migliora la sopravvivenza. Più in generale, negli ultimi sei anni, si è osservato un calo complessivo della mortalità per cancro del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne. L’alto livello dell’assistenza oncologica in Italia è evidenziato dalle percentuali di sopravvivenza a 5 anni, che migliorano per tutte le neoplasie attestandosi al 59% negli uomini ed al 65% nelle donne (rispetto al 54% e 63% della rilevazione precedente aggiornata al 2015). Il rischio di morte risulta però raddoppiato per i malati oncologici con infezione da SARS-CoV-2. La pandemia ha pesato anche sull’assistenza oncologica, perché si osservano neoplasie in fase sempre più avanzata, come emerge da un’indagine che ha coinvolto 19 anatomie patologiche, rappresentative dell’intero territorio nazionale. E le dimensioni della malattia al momento dell’intervento spesso sono maggiori di quelle rilevate nel periodo pre-Covid. Per esempio, il calo dei tumori in situ operati è stato del 32% per il colon-retto e dell’11% per la mammella.
è questo il censimento ufficiale, giunto all’undicesima edizione, che descrive gli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie grazie al lavoro dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dei Registri Tumori Italiani, della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP), di Fondazione AIOM, PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS), raccolto nel volume “I numeri del cancro in Italia 2021”, presentato a ottobre. 

Arrivano in Italia i farmaci Jolly

A ottobre 2021, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato larotrectinib, il primo farmaco anti tumorale con indicazione agnostica, cioè indipendente dall’organo colpito dalla malattia, per il trattamento delle neoplasie caratterizzate da fusione dei geni NTRK (Neurotrophic Tyrosine Receptor Kinase). I tre studi registrativi (cosiddetti studi ‘basket’) su larotrectinib hanno coinvolto pazienti adulti e pediatrici con neoplasie caratterizzate da fusione genica NTRK e hanno evidenziato un miglioramento rapido e duraturo della risposta tumorale e della qualità di vita, con un elevato tasso di risposta globale, pari al 75%. Larotrectinib può essere considerato un farmaco “jolly”, perché colpisce in maniera selettiva alcune mutazioni genetiche, indipendentemente dall’organo interessato dalla malattia. AIFA ha approvato con indicazione agnostica anche entrectinib, nei tumori solidi che esprimono una fusione dei geni NTRK.

 

Hpv, l’impegno dell’Italia per eliminare l’infezione

L’Italia può essere il primo Paese in Europa a eliminare tutti i tumori causati dall’HPV (o Papillomavirus) e raggiungere così l’obiettivo proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ECO (European Cancer Organization) e dalla Commissione Europea nello Europe’s Beating Cancer Plan. È possibile realizzarlo con degli interventi specifici su quattro punti di politica sanitaria: 1. potenziare e rendere i servizi di prevenzione vaccinale e gli screening più accessibili; 2. avviare campagne informative e di sensibilizzazione rivolte all’intera popolazione; 3. promuovere programmi di prevenzione primaria e secondaria dei tumori in modo da garantire a tutti l’accesso in sicurezza alle opportunità offerte dal nostro sistema sanitario nazionale; 4. monitorare, con cadenza almeno semestrale, i livelli di copertura vaccinale e screening attraverso nuovi strumenti digitali. Sono queste le proposte, indirizzate al Governo e alla Regioni, dai rappresentanti dei pazienti oncologici, clinici, giovani e cittadini, contenute nel Manifesto per l’Eliminazione dei Tumori HPV-Correlati e illustrate in occasione della International HPV Awareness Day a marzo.

Il test genomico evita la chemioterapia inutile

Quasi il 92% delle donne in postmenopausa trattate, dopo la chirurgia, con la sola terapia ormonale, a 5 anni, è vivo e libero da malattia invasiva, senza differenze significative rispetto alle pazienti che hanno ricevuto anche la chemioterapia (91,3%) dopo l’intervento. E’ la buona notizia che arriva dal “San Antonio Breast Cancer Symposium”, il più importante congresso internazionale dedicato a questa neoplasia, che si è svolto a dicembre. I dati sono quelli dello studio RxPONDER, pubblicato da pochi giorni sulla prestigiosa rivista scientifica “The New England Journal of Medicine” e che dimostrano come il test molecolare a 21 geni consenta di evitare chemioterapie superflue in donne in postmenopausa con tumore della mammella in stadio iniziale e linfonodi positivi ad alto rischio di recidiva. 



www.repubblica.it 2021-12-31 08:35:19

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