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Tumore esofago, l’immunoterapia migliora controllo malattia – Medicina

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(ANSA) – CHICAGO, 06 GIU – Il tumore dell’esofago è una delle
neoplasie a prognosi peggiore. In Italia, nel 2020, sono stati
stimati 2.400 nuovi casi. Oltre la metà delle diagnosi è in fase
avanzata, quando la malattia è più difficile da trattare.
   
Infatti, la sopravvivenza a 5 anni è pari al 12% negli uomini e
al 17% nelle donne. Da qui la necessità di nuove armi in grado
di controllare la malattia a lungo termine. Un risultato
possibile grazie all’immunoterapia, come evidenziato dai dati
aggiornati dello studio CheckMate -648, presentato oggi al
Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO).
   
“Il tumore squamoso dell’esofago è una malattia per anni
considerata priva di opzioni realmente efficaci – spiega Sara
Lonardi, direttore dell’Oncologia 3 all’Istituto Oncologico
Veneto IRCCS di Padova -. Infatti, la chemioterapia standard di
prima linea, costituita da una doppietta di farmaci, non
migliora molto la prognosi, che rimane sfavorevole. Nello studio
CheckMate -648 sono state coinvolte 970 persone, affette da
tumore dell’esofago a cellule squamose avanzato o metastatico e
mai trattate in precedenza. L’analisi primaria aveva già
evidenziato il beneficio in sopravvivenza globale, che è quasi
raddoppiata grazie ai regimi immunoterapici in prima linea
rispetto alla sola chemioterapia”. Le nuove analisi, rileva,
“confermano come la molecola immunologica nivolumab associata a
chemioterapia e la duplice immunoterapia costituita da nivolumab
più ipilimumab possano cambiare la pratica clinica nel
trattamento della malattia in fase avanzata”. Oltre a ciò, “la
nuova analisi dimostra che il rischio di progressione a linee di
terapia successive alla prima si è ridotto del 36% con la
combinazione nivolumab chemioterapia e del 26% con nivolumab e
ipilimumab. Inoltre, si conferma l’ottima tollerabilità di
questo approccio”. (ANSA).
   

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