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Sport: ok anche durante le mestruazioni

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Una “lei” dice all’amica: “Vado in palestra, ti passo a prendere”. E l’altra, di rimando,: “Grazie, verrei ma ho il ciclo”. Si liquida così in una battuta (con relativa rinuncia) l’eterna querelle dell’universo intimo femminile: cosa si può fare o non fare durante quei tre-cinque giorni che caratterizzano la mestruazione? Un problema “mensile” che molte donne vivono con ansia, sia per le conseguenze (anche dolorose) sul fisico, sia per le privazioni che molte, talvolta a ragione più spesso a torto, si autoinfliggono nella quotidianità. E la palestra è, tra le attività, quella che risulta più dura da rinviare.

Lo sport può anche far bene

Eppure, la scienza non prescrive di default un atteggiamento proibitivo: lo sport, contraddicendo il luogo comune che si perpetua attraverso generazioni di donne, può anche far bene. La prima testimonianza arriva dalla ginecologa ed esperta di neuro-psicoendocrinologia della riproduzione e della sessualità Manuela Farris: “Il ciclo mestruale ha diverse fasi contrassegnate dalle variazioni dei livelli di estrogeni e progesterone, che possono influenzare le nostre esigenze dietetiche e la risposta a diversi tipi di esercizio.

Muoversi fa rilasciare endorfine

E invece, contrariamente alle leggende più comuni, l’esercizio fisico è raccomandato proprio durante le mestruazioni perché aiuta a rilasciare endorfine, promuovendosi come antidolorifico naturale. Questo significa che allenarsi durante il ciclo può ridurre i dolori mestruali e influire positivamente anche sui sintomi psicologici legati alla sindrome premestruale. Pianificare le attività sportive, ascoltando il proprio corpo, può essere la soluzione migliore per la maggior parte delle donne”. Un’azienda svedese che opera nel settore dei prodotti destinati al mercato del benessere femminile, ha messo su per il secondo anno un’indagine, “Intimina-ipsos 2”, che ha coinvolto 500 follower sui social media.

La specialista

Per Alessandra Graziottin, direttrice del centro di Ginecologia del San Raffaele Resnati di Milano esiste “una diversa vulnerabilità ad alcuni fattori tra le donne che fanno sport con regolarità tre, quattro volte a settimana rispetto a quelle che lo praticano saltuariamente o mai”. Nel dettaglio, precisa: “È stato dimostrato che le prime mostrano un umore migliore nell’arco di tutto il mese, una minor intensità di sindrome premestruale e anche minor dolore durante la mestruazione. In più hanno un rapporto più sereno con il loro corpo nelle diverse fasi del ciclo, riuscendo a mantenere una maggior regolarità negli allenamenti.

Poi, una pratica equilibrata e non ossessiva dello sport consentendo di scaricare in modo sano i molti stress della vita, diventa un fattore di salute anche dal punto di vista del ciclo”. Un ragionamento valido per la maggioranza delle donne, ma non per tutte. La Graziottin aggiunge infatti che “le possibili eccezioni sono rappresentate da quelle donne che hanno cicli molto abbondanti (20 per cento delle italiane) e/o molto dolorosi, spesso sottesi da un’endometriosi non ancora diagnosticata. In questi casi la soluzione corretta non è rinunciare allo sport in quei giorni, ma effettuare una terapia appropriata (pillola, cerotto, anello vaginale o progestinico) così da riportare la quantità di flusso alla normalità, riducendo marcatamente il dolore mestruale per avere una vita normale in maniera continuativa”.

Il sondaggio

I dati che emergono dalle abitudini e dai livelli di performance rivelano anche il cosiddetto “timore preventivo”. Quello per cui, ad esempio, 8 donne su 10 hanno dichiarato di non allenarsi prima del giorno previsto di inizio ciclo. E vien fuori anche che quasi il 79% delle intervistate si concede un giorno libero dall’allenamento prima delle mestruazioni, specificando che tra i motivi per non allenarsi figurano i crampi (25%), il flusso intenso e la paura di perdite (entrambi nel 28 per cento dei casi).

I falsi miti

Non praticare attività fisica è solo uno dei tanti divieti correlati alle mestruazioni per ben il 22 per cento delle donne. Poi ci sono quelle che, dando retta ai soliti luoghi comuni, si impongono di non toccare le piante e di non avere rapporti sessuali (a pari merito per il 37%), superati solo dalla più nota raccomandazione a non fare il bagno o la doccia (49%).

Il nuoto

Ci sono le donne che lo praticano ma si sentono a disagio, quelle che lo evitano e tutte le altre che non ne fanno un problema. La paura più comune è rappresentata dalle perdite, soprattutto in acqua. Ma i risultati di un’altra indagine (Intimina 3) rivelano che il 44 prova disagio a nuotare durante il ciclo e che il 28 ci rinuncia in “quei giorni”.
“Molte temono che le perdite si evidenzino attraverso il costume da bagno, ma è un inconveniente affrontabile appunto con una coppetta che protegge, raccogliendo invece di assorbire il flusso mestruale. In questa condizione la perdita è improbabile”, conclude Alessandra Bitelli, Woman Empowering Coach.

La realtà

Per fortuna, oltre alle donne che seguono le indicazioni della nonna, ce ne sono tante, nel caso dell’indagine il 46 per cento, che registrano il miglioramento delle performance sportive. Il 38 per cento del campione conferma che l’attività fisica riduce i crampi mestruali, mentre quasi la metà (il 46%) è del parere che le proprie prestazioni fisiche sono migliori o uguali rispetto agli altri giorni. Incoraggiante anche il parere del 78% che raccomanderebbe ad altre donne di fare esercizio durante le mestruazioni perché allevia i crampi, migliorando l’umore e aumentando l’energia.

Le cause

“Nonostante tutto -aggiunge la Farris – è triste sentire che ancora il 79 per cento delle donne si prende una pausa dall’attività sportiva a causa delle mestruazioni. I motivi per cui sono ancora tante che rinunciano allo sport durante le mestruazioni possono dipendere da diversi fattori legati alle difficoltà nell’uso di prodotti mestruali, oppure dall’umore o dall’approccio all’esercizio. Evidenze scientifiche confermano che a causa dell’aumento dei livelli di estrogeni le performance sportive possono migliorare nella prima metà del ciclo mestruale”.



www.repubblica.it 2022-07-03 05:10:08

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