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Covid, verso 10mila ricoveri ma la metà è per altre patologie

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La quinta ondata del Covid non molla la presa – mercoledì ancora 107mila contagi e 72 morti – e anche se provoca molte meno polmoniti delle ondate precedenti rischia di mandare di nuovo in tilt gli ospedali già questa estate visto che nel giro di qualche giorno si supererà quota 10mila ricoverati postivi al Covid: mercoledì erano 8.220, di cui solo 325 in terapia intensiva.

Un assaggio del possibile caos con conseguente stop alle altre cure per gli italiani già alle prese con le liste d’attesa che ci potrebbe aspettare il prossimo autunno se non si correrà presto ai ripari con delle direttive o linee guida per gestire numeri che potrebbero essere molto più alti di ora: il problema con Omicron 5 non sono tanto i pazienti gravi, in crescita ma contenuti – mercoledì +2 terapie intensive – come ha sottolineato anche il dg Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza: «Fortunatamente le polmoniti da Covid oggi sono rare, grazie al fatto che Omicron rispetto a Delta è una variante meno aggressiva». Il nodo è il fatto che degli oltre 8mila italiani già oggi in ospedale e positivi al Covid circa la metà lo hanno scoperto dopo un tampone fatto magari in pronto soccorso o prima di un ricovero per un altra patologia: in pratica si tratta di contagiati senza sintomi o con sintomi leggeri che erano andati in ospedale per un altro motivo. Ma che ora dopo la scoperta della positività vanno isolati dagli altri pazienti del reparto di cardiologia, chirurgia, ecc.

Un problema di logistica non proprio facile da gestire che era già emerso nella quarta ondata, la prima di Omicron segnata da tantissimi contagi e molte ospedalizzazioni di pazienti non solo “per” Covid (cioè con malattie respiratorie legate al virus) ma anche “con” Covid (cioè che si scoprono positivi dopo un tampone in ospedale). Con le Regioni che avevano chiesto di togliere dal computo dei ricoveri proprio i pazienti “con” Covid.

A fotografare giorno per giorno l’impatto delle varie “tipologie” di pazienti è la Fiaso, la federazione che riunisce i manager di Asl e ospedali grazie al monitoraggio dei suoi ospedali “sentinella”: l’ultimo report pubblicato sempre mercoledì 6 ha registrato un aumento complessivo dei ricoveri (+19%) nell’ultima settimana con aumento maggiore di quelli “per” Covid (+24,5%) rispetto a quelli “con” Covid (+13,7%). Per la prima volta i primi hanno superato i secondi, ma comunque se il 52% è ricoverato per sintomi respiratori ben il 48% è in ospedale per altre ragioni.

L’ANDAMENTO DELLE OSPEDALIZZAZIONI

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Come gestire dunque nelle corsie questo enorme numero di pazienti positivi asintomatici? «Alla luce dell’esperienza di questi due anni e di questo ultimo periodo quando siamo stati i primi a documentare la presenza di queste due tipologie di pazienti stiamo lavorando a un documento con modelli e best practice che consegneremo al ministero», avverte Giovanni Migliore presidente di Fiaso. Che spiega: «Dovremo modificare il nostro modello assistenziale, non solo aprendo i reparti Covid per i pazienti con malattie respiratorie. Dopo l’arrivo dei vaccini ci sono due modelli possibili per i pazienti con Covid: uno con meno ricoveri prevede l’isolamento del positivo in aree, coorti o bolle, all’interno dei singoli reparti dedicati alle varie patologie, l’altro – chiarisce Migliore – che funziona meglio con numeri più grandi di ospedalizzazioni come quelli attuali prevede l’apertura di reparti multidisciplinari dove isolare i pazienti positivi. In pratica creando una grande area “sporca” dove ricoverare i pazienti positivi ma ricoverati per altri motivi ».



www.ilsole24ore.com 2022-07-07 13:49:27

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