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Lo smartphone ti salva la vita: un video delle carotidi aiuterà a capire chi è a risc…

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Lo smartphone si avvicina al collo. Parte il video. L’esperto riceve la registrazione e la valuta con attenzione. Se c’è qualcosa che non va per il meglio nel flusso del sangue attraverso le carotidi, arterie che portano il sangue al cervello, decide di procedere con analisi più accurate. In futuro, forse, lo screening dell’ictus ischemico (ovvero legato al carente afflusso di sangue ad un’area del cervello, forma che rappresenta almeno l’80% dei casi di ischemia cerebrale), potrebbe passare anche attraverso il telefonino. A farlo pensare sono i risultati di un’originale ricerca coordinata dal cardiologo interventista Hsien-Li Kao, dell’Ospedale Universitario nazionale di Taiwan a Taipei.

Fino al 5% di ictus in persone senza sintomi chiari

Lo studio è pubblicato sul Journal of American Heart Association e fissa l’attenzione sulle carotidi, le due arterie che scorrono ai lati del collo immediatamente sotto la pelle. A dare lo spunto agli studiosi c’è un dato che viene segnalato dallo stesso cardiologo: occorrono strumenti che consentano di identificare con maggior precisione chi rischia l’insufficiente apporto di sangue ed ossigeno al tessuto cerebrale, visto che ogni anno tra il 2 e il 5% degli ictus ischemici si osservano in persone che non mostrano sintomi chiari.

Come si effettua il test

Lo studio ha coinvolto una popolazione di 202 persone, di età media di 68 anni, in maggioranza maschi. Poco più della metà dei partecipanti presentava una stenosi dell’arteria carotide significativa, quindi aveva un’ostruzione pari almeno al 50% del calibro del vaso già osservata con ecografia. Il 46% dei partecipanti invece non aveva un restringimento significativo. I partecipanti allo studio, eseguito in epoca pre-Covid, sono stati studiati con un test molto semplice. Si sono sdraiati in posizione supina, con la testa inclinata all’indietro all’interno di una speciale “scatola” che evitava eventuali movimenti della testa. Poi sulla scatola stessa è stato montato uno smartphone di vecchia generazione, anche per agevolare per un eventuale impiego diffuso lo screening da parte della maggior parte della popolazione, per registrare per 30 secondi quanto avveniva lungo il collo della persona.

Lo screening è abbastanza affidabile

Analizzando con un particolare algoritmo quanto emerso dal video, gli studiosi hanno visto che si arrivava ad un tasso di accuratezza dell’87% nei soggetti che avevano una stenosi della carotide. Ovviamente poi sono stati effettuati esami ecoDoppler standard (per rilevare non solo la conformazione delle pareti e la presenza di eventuali restringimenti lungo i vasi ma anche per osservare il flusso del sangue al loro interno) di conferma di quanto osservato. Anche se la popolazione in studio è molto limitata ed è ad alto rischio cardiovascolare (per non parlare delle dimensioni del collo che potrebbero inficiare i dati), questa strategia di indagine sulla popolazione potrebbe rivelarsi molto utile in futuro.

Esame non invasivo e facile da eseguire

“I metodi diagnostici esistenti – ecografia, TC e risonanza magnetica – richiedono lo screening con apparecchiature e personale di imaging medico specializzato – è il commento di Kao. L’analisi dei video registrati su uno smartphone non è invasiva ed è facile da eseguire, quindi può offrire l’opportunità di aumentare lo screening. Sebbene siano necessarie ulteriori attività di ricerca e sviluppo, le registrazioni e l’analisi del movimento potrebbero essere implementate in remoto o potrebbe anche essere possibile un’app scaricabile”.

Necessarie altre conferme

“La tecnica è interessante come metodo di screening di massa, perché sembra veloce e non invasiva, come d’altra parte è l’ecoDoppler – fa sapere  Massimo Del Sette, direttore della Neurologia del Policlinico san Martino di Genova. Tuttavia come per tutte le tecniche di screening occorre valutare con attenzione il rischio sia di “falsi positivi”, cioè di soggetti che sembrano avere una stenosi che poi si dimostra non essere tale a esami più precisi, che di “falsi negativi”, cioè soggetti in cui la presenza di stenosi sfugge all’esame. Poiché abbiamo a disposizione già metodiche non invasive a basso costo, questa interessante innovazione potrebbe essere interessante non tanto per la diagnosi di stenosi, ma come tecnica di “monitoraggio” nel tempo della evoluzione della stenosi stessa”.

La diagnosi precoce può salvare

L’importante, in ogni caso, è ricordare che la diagnosi precoce di eventuali placche sulle arterie carotidi è fondamentale per mettere in atto strategie di prevenzione e controllo mirate. Non bisogna infatti dimenticare che da sola la stenosi della carotide rappresenta circa un quinto delle cause totali di ictus ischemico. “L’identificazione delle stenosi consente di iniziare la corretta prevenzione, che consiste sostanzialmente in terapie mediche (antiaggreganti piastrinici, antiipertensivi, statine o altri farmaci che possano abbassare i livelli di colesterolo “cattivo”) – fa sapere Del Sette. In casi selezionati, soprattutto in presenza di stenosi carotidee che abbiano già causato dei sintomi, si può ricorrere anche a terapie chirurgiche o di neuroradiologia interventistica, ovvero agli stent”.



www.repubblica.it 2022-08-17 14:59:51

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