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Taglia e cuci con il Dna? Tutti i rischi di Crispr

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Crispr-Cas9, la tecnica di taglia e cuci del DNA, è un metodo efficiente per ingegnerizzare le cellule. Promette grandi cose, da nuovi trattamenti contro i tumori a quelli per malattie rare come la talassemia. Ma forse è meno sicura di quanto pensiamo. È questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui è giunto un team di ricercatori dell’Università di Tel Aviv.

Come spiegano nello studio pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, gli scienziati israeliani hanno replicato gli esperimenti che nel 2020 hanno portato alla prima sperimentazione clinica statunitense di cellule del sistema immunitario geneticamente modificate con Crispr per combattere alcuni tumori, e hanno scoperto che fino al 9-10% delle cellule viene compromessa. Una condizione che potrebbe anche promuovere il cancro.

La prima sperimentazione

È da poco passato il decimo compleanno della tecnica che ha rivoluzionato l’ingegneria genetica, Crispr-Cas9. Ritenuta molto efficace, efficiente, precisa e facile da usare rispetto ad altri sistemi di modifica del Dna, Crispr-Cas9 nel 2020 è valsa il premio Nobel per la Chimica a Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier. Negli anni ha trovato innumerevoli applicazioni, anche in clinica.

Proprio nel 2020 è stata condotta negli Stati Uniti la prima sperimentazione sull’essere umano di cellule modificate con Crispr-Cas9, a opera di un team dell’Università della Pennsylvania, coordinato da Carl June, uno dei massimi esperti mondiali di immunoterapia (cioè la strategia che potenzia il sistema immunitario per combattere i tumori), pioniere delle cellule CAR-T.

La ricerca sui tumori

Nell’articolo pubblicato da Science, i ricercatori statunitensi mostravano l’approccio utilizzato per modificare in laboratorio i linfociti T di alcuni pazienti affetti da mieloma avanzato refrattario ai trattamenti e da sarcoma metastatico. Tramite Crispr-Cas9 sono stati distrutti tre geni e introdotto un transgene – tutto per rendere i linfociti T più efficienti nel riconoscere e distruggere le cellule tumorali.

I risultati erano stati incoraggianti: le cellule ingegnerizzate erano sopravvissute nei tre pazienti per un lungo periodo e avevano tenuto a bada i tumori, sebbene non li avessero eliminati del tutto. Crispr-Cas9, secondo June e colleghi, aveva apportato modifiche puntuali sui cromosomi interessati nella maggior parte dei casi, anche se qualche errore (come alcune traslocazioni cromosomiche) era stato individuato.

Crispr-Cas9 è davvero sicuro?

Per stabilire l’effettiva sicurezza di questo approccio di ingegneria genetica, il team israeliano ha ripreso in mano gli esperimenti dei colleghi statunitensi, li ha replicati e ha analizzato, tramite il sequenziamento dell’Rna a singola cellula, l’integrità del genoma di migliaia di cellule. Gli scienziati hanno concluso che il 9-10% delle cellule trattate perde una quantità significativa di materiale genetico.

A volte i cromosomi che vengono tagliati non si aggiustano e il materiale genetico risulta compromesso – una condizione che si verifica anche in alcuni tipi di tumori. “Pertanto, la terapia Crispr, in cui il Dna viene scisso intenzionalmente come mezzo per curare il cancro, potrebbe, in scenari estremi, promuovere effettivamente tumori maligni”, spiega Uri Ben-David, tra gli autori dello studio.

L’invito alla cautela

“La nostra intenzione era quella di fare luce sui potenziali rischi nell’uso delle terapie Crispr – aggiunge Adi Barzel, coordinatore della ricerca – . Lo abbiamo fatto anche se siamo consapevoli dei sostanziali vantaggi di questa tecnologia”.

Occorre, insomma, prestare maggiore attenzione, e approfondire le ricerche su metodi che potrebbero migliorare la sicurezza di terapie che utilizzano Crispr, per esempio migliorare la tecnica per ridurre la percentuale di cellule danneggiate o identificare le cellule compromesse e rimuoverle prima che il materiale venga somministrato al paziente.

 

 

 

 



www.repubblica.it 2022-08-23 05:34:44

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