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Le sotto-varianti Omicron BA4/5 sono più cattive ma il loro impatto è davvero peggior…

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Le sotto-varianti di Omicron BA4/5 fanno paura in quanto possiedono caratteristiche meno ‘buone’ delle precedenti ma, fortunatamente, il nostro sistema immunitario possiede quanto necessario per combatterle.

Le sotto-varianti Omicron del Sars-CoV2 sono circolate indisturbate per tutta l’estate senza concederci la pausa estiva che, ad esempio, ci concede l’influenza. In un precedente articolo abbiamo analizzato l’impatto di queste sotto-varianti estremamente contagiose ma meno patogeniche: contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, varianti cosi contagiose provocano un numero di decessi molto alto nonostante la minor aggressività.

Tutte le sotto-varianti di Omicron si caratterizzano per un’altissima contagiosità e immunoevasività: in pratica, hanno l’abilità di re-infettare soggetti vaccinati o guariti da poco. L’immunoevasività è una caratteristica che il virus può acquisire grazie ad alcune mutazioni casuali che lo modificano in modo da renderlo meno ‘visibile’ al nostro sistema immunitario. Moltissimi soggetti guariti dalle procedenti infezioni o vaccinati hanno infatti contratto le varianti Omicron negli ultimi mesi.

Le sotto-varianti BA4/5 hanno preso piede in Europa qualche settimana dopo il passaggio delle sotto-varianti Omicron BA1/2 e attualmente sono prevalenti praticamente ovunque in Europa. Recentemente sono stati pubblicati i dati virologici riguardanti le sotto-varianti BA4/5: questi dati sono stati ottenuti in laboratorio attraverso esperimenti che solitamente vengono svolti su modelli in vivo, cioè su animali da sperimentazione.

I dati confermano che le sotto-varianti BA4/5 possiedono una maggiore contagiosità intrinseca, sono capaci di immunoevasione e, infine, sono probabilmente più patogeniche. Analizziamo tutte queste caratteristiche:

  1. maggior contagiosità: questa caratteristica non deve stupirci, le sotto-varianti BA4/5 hanno letteralmente soppiantato le sotto-varianti precedenti BA1/2 in poco tempo, diventando dominanti. Le varianti che si sono susseguite dall’inizio della circolazione del Sars-CoV2 nell’uomo sono state via via più contagiose.
  2. capacità immunoevasiva: come accennato, si tratta della capacità del virus di aggirare le difese immunitarie precedentemente stimolate. In vitro le sotto-varianti BA4/5 sono in grado di aggirare gli anticorpi stimolati dalle sottovarianti BA1/2 ma fortunatamente le nostre difese immunitarie non sono solo formate da anticorpi neutralizzanti. Infatti, un soggetto appena guarito da un infezione BA1/2 potenzialmente potrebbe infettarsi con le sotto-varianti BA4/5 ma probabilmente non andrebbe incontro a una malattia sintomatica in quanto i linfociti T prodotti in precedenza lo proteggerebbero
  3. potenziale aumentata patogenicità: la patogenicità di un virus è la capacità di creare un danno nell’organismo ospite. Si ipotizza che le sotto-varianti BA4/5 siano più patogeniche di BA1/2 poiché in vitro è stata osservata la loro capacità fusogenica: in pratica, il Sars-CoV2 induce la fusione delle cellule ospite nelle quali si riproduce. La formazione di sincizi (la fusione di 2 o più cellule adiacenti) è deleteria e danneggia i tessuti interessati. Una variante con un alto potenziale fusogenico può causare danni molto seri nei tessuti infettati come, ad esempio, bronchi e polmoni.

Quindi, ricapitolando, le sotto-varianti di Omicron BA4/5 sono maggiormente contagiose, sono in grado di evadere le difese immunitarie e sono più patogeniche. Nonostante queste caratteristiche tendenzialmente peggiori l’ondata BA4/5 può ritenersi paragonabile all’ondata BA1/2: come mai?

Il Sars-CoV2 circola in un ambiente non impreparato dal punto di vista immunitario poiché praticamente la totalità della popolazione (almeno occidentale) è entrata in contatto con il virus almeno una volta: direttamente tramite un’infezione o indirettamente con il vaccino.

Le caratteristiche virologiche che si osservano in laboratorio nei modelli in vivo ci servono per conoscere meglio le varianti ma, fortunatamente, non necessariamente si presentano poi effettivamente nella popolazione che, appunto, ha costruito il muro dell’immunità (c.d. immune wall).

I dati sulle ospedalizzazioni in Sud Africa confermano che l’ondata BA4/5 è stata decisamente meno violenta della precedente BA1/2 e questo principalmente grazie all’immunità da guarigione e alla somministrazione del vaccino nella popolazione.

Cosa ci insegna quindi la variante BA4/5? Principalmente due cose:

  1. non esiste una regola biologica che fa evolvere un virus per diventare ‘più buono’. Le sotto-varianti BA4/5 ci dimostrano che la loro patogenicità è maggiore delle precedenti BA1/2.
  2. gli effetti di un virus in una popolazione immunologicamente impreparata sono completamente diversi rispetto ad una popolazione immunologicamente competente. Le campagne di vaccinazione e le guarigioni contribuiscono a costruire un muro immunitario solido.

Oggi non abbiamo gli strumenti per sapere come sarà la prossima variante di Sars-CoV2 però possiamo usare le stesse regole e raccomandazioni che abbiamo usato fino ad ora: vacciniamoci ed evitiamo in tutti i modi di contrarre l’infezione.

REF:

https://www.salute.eu/2022/09/05/news/covid_morti_estate_paradosso-363884411/

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.08.24.22279197v1.full.pdf

https://www.cell.com/cell/fulltext/S0092-8674(22)01190-4

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/pdf/sars-cov-2-monitoraggio-varianti-rapporti-periodici-28-luglio-2022.pdf

https://erictopol.substack.com/p/the-pandemic-and-the-boiling-frog?utm_source=profile&utm_medium=reader2

Aureliano Stingi, dottore in biologia molecolare lavora nell’ambito dell’oncologia di precisione. Collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità nella battaglia contro le fake news a tema Covid19

Instagram: Aureliano _Stingi Twitter: @AurelianoStingi





www.repubblica.it 2022-09-19 05:33:19

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