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Aumento della mortalità con le esternalizzazioni: la lezione del Regno Unito

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di Gabriele Gallone e Chiara Rivetti 

23 SETGentile Direttore,
al termine di questa ennesima sguaiata campagna elettorale avremmo voluto sentire il parere del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Se il nostro Ssn potesse tramutarsi per qualche minuto in un essere senziente esso allargherebbe le braccia, ammutolito dalla bassezza del dibattito politico. 

In Italia il Sistema Sanitario Nazionale ha goduto di una ottima fama solo per pochi mesi, inneggiato dai balconi nostrani drappeggiati dalle bandiere italiche e dai cori nazionalpopolari.
Una popolarità che è durata poco più di quella di un mediocre cantante a San Remo.

Poi è subentrata l’indifferenza o peggio la recriminazione e la rabbia di molti pazienti che non trovavano un posto letto o una prenotazione per una visita specialistica.
E’ sopravvissuta, melensa e stucchevole, una gratitudine di maniera da parte delle istituzioni che, a conti fatti, è una classica presa per i fondelli.
I tagli dei finanziamenti, l’assenza di programmazione, la vetustà edilizia, l’imbuto formativo, i licenziamenti dei sanitari dalle strutture ospedaliere e le conseguenze che tutto questo determina sul SSN non sono più di primaria importanza.

O meglio, non sono mai state tali.

E come già avviene in molte Regioni italiane, la pratica delle esternalizzazioni torna prepotente: si esternalizza sempre più personale, letti, diagnostica, servizi. 
Non solo il privato sta metastatizzando i nostri Pronti Soccorso con cooperative che offrono personale sanitario a costi sempre più elevati ma addirittura si infiltra nelle strutture ospedaliere offrendo pacchetti gestionali per il personale di interi reparti “all inclusive”, servizi territoriali, procedure diagnostiche invasive e sale operatorie, letti, TAC, dialisi, praticamente tutto.
Niente di male a proporre soluzioni alternative.
Nessuna preclusione ideologica.
Però esiste una dimostrazione che il privato funzioni meglio?
Una dimostrazione esiste.
Ma afferma tutto il contrario.

Sul Lancet1 è stato recentemente pubblicato uno studio basato su un database enorme in cui si sono esaminate le esternalizzazioni a soggetti privati di diversi servizi sanitari nell’arco di 8 anni nel Regno Unito (1 aprile 2013-29 febbraio 2020).
La esternalizzazione a soggetti privati nel Regno Unito è un fenomeno in continua ascesa.
La ricerca aveva lo scopo di confrontare la mortalità dei pazienti tra questo tipo di servizi e quelli erogati dal sistema pubblico.
Il risultato non è per nulla incoraggiante: per ogni unità percentuale di aumento di cessione di attività pubbliche al privato vi è un incremento di mortalità pari a 0,38 decessi per 100.000 abitanti.
Negli anni esaminati vi sono stati pertanto circa 600 decessi evitabili in più.
Sembrano pochi? 
Cedendo il 10% delle attività sanitarie pubbliche al privato arriveremmo quasi a 6.000 decessi evitabili.

La spiegazione dei ricercatori è duplice:
– il privato tende a ridurre i costi per massimizzare i profitti
– il privato seleziona i casi meno complessi concentrando i casi più complicati al settore pubblico che però ha insufficienti risorse e carenze croniche di personale. 

E questo, sulla testa (e spesso anche contro) i colleghi che nel privato lavorano, e che non hanno alcuna voce in capitolo sulle scelte gestionali. 
Da parte nostra e per molti anni queste due motivazioni sono state ripetute in tutte le salse ai politici nostrani.
Sono state ignorate o additate come “ideologiche”.

Eppure la “mortalità evitabile” era stata oggetto anche di un articolo scientifico pubblicato dai ricercatori italiani dell’Università di Siena2 nel 2013. 
I dati erano anche qui concordi e affermavano che aumentando la spesa sanitaria pubblica si riduceva la mortalità.
Per essere più chiari l’articolo affermava che per ogni 100 euro spesi in più per il sistema pubblico si riduceva dell’1,47% il tasso di mortalità evitabile. 
Ma aumentando la spesa privata si otteneva l’effetto contrario.

E i decessi sono solo la punta dell’iceberg in quanto sono solo gli eventi più catastrofici. Se i decessi evitabili aumentano, quanti sono i casi dei pazienti non adeguatamente gestiti? 
Quali conseguenze per pazienti e famiglie in seguito ad un peggioramento della qualità delle cure? 
Per molti politici che propugnano la primazìa del privato sul sistema sanitario pubblico conviene analizzare i dati e le ricerche scientifiche.
L’ideologia alberga sempre tra coloro che rifiutano le dimostrazioni e le analisi serie.

Comportarsi come negazionisti delle evidenze per favorire il privato a prescindere dalla verifica delle qualità delle cure porta a conseguenze molto serie.
Molti morti in più.
Ecco cosa direbbe il nostro Sistema Sanitario Nazionale se potesse parlare.

Dott. Gabriele Gallone
Esperto di Statistica ed Epidemiologia


Dott.ssa Chiara Rivetti 
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte 

1 Goodair B, Reeves A. Outsourcing health-care services to the private sector and treatable mortality rates in England, 2013-20: an observational study of NHS privatisation. Lancet Public Health. 2022 Jul;7(7):e638-e646. doi: 10.1016/S2468-2667(22)00133-5. PMID: 35779546.

2 Quercioli C, Messina G, Basu S, McKee M, Nante N, Stuckler D. The effect of healthcare delivery privatisation on avoidable mortality: longitudinal cross-regional results from Italy, 1993-2003. J Epidemiol Community Health. 2013 Feb;67(2):132-8. doi: 10.1136/jech-2011-200640. Epub 2012 Sep 29. PMID: 23024258.

23 settembre 2022
© Riproduzione riservata


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