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Bambini, a lezione di ginnastica fin dai primi mesi

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Nessun bambino è uguale all’altro, soprattutto quando si parla di sviluppo psicomotorio. Ci sono delle tappe, tante pietre miliari che scandiscono la crescita. E poi ci sono i “ritardi”, la parola più temuta da ogni genitore, che non per forza rimarranno tali con il tempo. Ma è possibile essere ‘guidati’ per scoprire la scoperta dell’evoluzione psicomotoria del proprio bebè. E lo si può fare con piccoli esercizi che fanno parte di un gioco.

Benché esista una progressione temporale di massima, collegare una certa competenza a un mese preciso dello sviluppo è riduttivo e rischia di spingere a paragoni controproducenti e addirittura di suscitare inutili preoccupazioni. “Ai genitori ripeto sempre che ogni bambino è unico: ha la sua storia, le sue caratteristiche, il suo carattere e i suoi tempi, a cominciare dalla data del parto –  rassicura la dottoressa Chiara Morelli, chinesiologa specializzata nello sviluppo motorio dei bambini da zero a 3 anni – . E tutte queste componenti vanno prese in considerazione nel loro insieme. Ho conosciuto bimbi che a sei mesi non avevano ancora mai provato attività motoria a pancia in giù – il tummy time, un po’ gioco e un po’ ginnastica – e altri che fin dai primi giorni l’avevano sperimentata serenamente. Così pure ho osservato bimbi che a 7 mesi gattonavano e altri, altrettanto sani, che hanno iniziato a farlo a 11″.

L’importante è quindi dare tempo ai piccoli. “Ritengo sia più corretto non ridurre tutto a una marcia forzata ma parlare piuttosto di fasi dello sviluppo motorio: una catena di eventi e movimenti che, giorno dopo giorno, portano il bambino dal non avere alcun controllo sul proprio corpo al sapersi alzare in completa autonomia e muovere i primi passi”, aggiunge l’esperta.

Comprendere per non aver paura

Con la pandemia, l’esperta di ginnastica pediatrica ha iniziato a proporre esercizi e consigli utili sui social. E ora ha anche scritto il libro Gioco con te (ed.Vallardi): un manuale alla scoperta di ogni singolo movimento nei primi 12 mesi di vita, con tanti spunti e attività da proporre ai propri bambini direttamente a casa. “Credo che per i genitori conoscere e comprendere il significato profondo che si cela dietro ogni atto motorio dei propri figli sia fondamentale. Anche i gesti all’apparenza più semplici o buffi rappresentano in realtà passi avanti in un percorso fatto di movimenti sempre più complessi e coordinati. Per questo motivo invito sempre papà e mamme a osservarli, a stargli accanto e giocare con loro, lasciandoli liberi di muoversi ed esplorare come tanto amano fare”.

Farli sperimentare

Ogni bambino ha tempi e personalità differenti, quindi fare paragoni con gli altri, oltre a essere inutile, può portare solo ad ansie e immotivate paure che a loro volta possono influenzare negativamente il rapporto con il movimento. “Non esistono bimbi pigri: c’è chi si muove con molta esuberanza e chi predilige attività statiche. Lo sviluppo motorio viene da sé ed è sicuramente importante confrontarsi con il pediatra che nei bilanci di salute può individuare dei primi campanelli d’allarme”, spiega la dottoressa Morelli. Ma il primo consiglio è “lasciateli sperimentare: da subito dovrebbero avere la possibilità di muoversi liberamente in un ambiente sicuro e, man mano che crescono, offritegli degli strumenti adatti alla loro età, per mettersi alla prova in situazioni diverse e nuove, imparare a valutare e affrontare i rischi dentro e fuori l’ambiente di gioco”.

Da subito a pancia in giù

L’American Academy of Pediatrics raccomanda di iniziare a proporre la posizione a pancia in giù già dal rientro a casa dall’ospedale. “Va proposta quando il bambino è sveglio, anche due o tre volte al giorno, per un breve periodo. Inizialmente durante il cambio pannolino, mentre sbottoniamo e rivestiamo il bimbo, oppure mentre lo coccoliamo sul divano, appoggiato sul nostro petto”. Il tummy time, il giocare a pancia in giù, è associato positivamente a un ottimo sviluppo motorio, con conseguente miglioramento delle capacità del bimbo di muoversi da prono, da supino, di rotolare e gattonare.

Legati ai palloncini

Nei primi due mesi di vita, la maggior parte dei movimenti dei neonati sono riflessi primitivi che fanno parte del loro spirito di sopravvivenza. Poi, a partire dal terzo mese, arriva l’intenzionalità e la voglia di afferrare gli oggetti. Per questa fase di sviluppo, la chinesiologa propone il gioco dei palloncini: “Gonfiate con l’elio quattro palloncini e legateli ai polsi e alle caviglie del vostro bimbo posto a pancia in su, così che restino sospesi a una distanza di circa 50 centimetri da lui. I movimenti delle estremità del suo corpo faranno oscillare i palloncini all’interno del suo campo visivo, incuriosendolo tantissimo e promuovendo nuovi movimenti”.

Più rumore e precisione

Intorno ai sei mesi s’inizia a stare seduti. Per questi bimbi, la dottoressa propone il cerchio sensoriale o le buste delle sorprese, ovvero dei sacchetti trasparenti – sigillabili – in cui inserire riso, tempere colorate, brillantini, foglie… qualsiasi oggetto che possa essere toccato. Per i nove mesi, quando s’inizia a strisciare e gattonare, ci si può sbizzarrire con tutti i giocattoli che fanno rumore. “Per stimolare la presa a pinza e di precisione si può utilizzare uno di quei cubi di legno multiattività, oppure una pallina forata, da riempire con nastri e tessuti colorati, in modo da farlo divertire sfilandoli uno alla volta”.

Appoggi sensoriali

Con l’arrivo del primo compleanno, ci si aspetta che il bambino faccia anche i suoi primi passi. “Il vostro bambino vuole passare sempre più tempo in stazione eretta? Se questa è stata raggiunta in autonomia andrà benissimo. Quando gli andrà, fategli appoggiare i piedini su tante superfici diverse così che le sperimenti tutte. Come fare? Mettete un gioco sul divano, lasciate che si avvicini gattonando e che si aggrappi per alzarsi in piedi. Una volta raggiunta questa posizione, appoggiate sul pavimento un particolare tappeto ruvido o liscio che sia, oppure dell’erba sintetica, in modo che possa metterci i piedi sopra”.

Vigili osservatori

Il raggiungimento di questo traguardo “suscita in noi genitori grandissima gioia, emozione e, allo stesso tempo, un sentimento di timore: abbiamo paura che il bimbo possa inciampare, cadere e farsi male. Questa sensazione è assolutamente normale ed è importante imparare a conviverci, perché si ripresenterà a ogni conquista. Cercate di accompagnare il vostro bambino ad affrontare le sfide che lo aspettano in modo indiretto, restando sempre vigili e presenti ma evitando di ostacolare il suo normale sviluppo psicomotorio che, volenti o nolenti, passa anche attraverso tentativi andati male, errori e cadute”. Avere un atteggiamento iperprotettivo e usare dei dispositivi che lo tutelino dall’andare troppo veloce, dal cadere e dal farsi male “potrebbe impedirgli di acquisire delle abilità utili alla sua crescita, come la capacità di conoscere e calibrare i rischi – conclude Morelli – . Esiste una linea sottile che separa una sana preoccupazione da un eccesso di tutela che potrebbe privare il bimbo di esperienze importanti”.



www.repubblica.it 2022-10-31 10:23:34

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