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Quando nasce un altro figlio, 9 consigli per non creare ‘gelosie’ con i fratellini

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Il legame tra fratelli, indissolubile ma non sempre lineare. Può essere complicato, soprattutto quando la famiglia si allarga e arriva un neonato. Dinamiche che mette in evidenza anche l’ultimo cortometraggio natalizio della Disney, intitolato “Il dono”. La piccola di famiglia, Ella, ha a che fare con emozioni contrastanti quando la mamma porta a casa il nuovo arrivato.

Ella non è la sola. È normale che i bambini, soprattutto sotto i 5 anni, vivano in modo difficile l’arrivo di un fratellino o di una sorellina. Ecco come prepararli.

Mantenere i rituali

“La gelosia si crea per la perdita di attenzione dei genitori. Per questo mamma e papà devono sforzarsi di mantenere queste attenzioni e tutti i rituali stabiliti fino all’arrivo del piccolino – spiega Teresa Grimaldi Capitello, responsabile del reparto di Psicologia Clinica dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – Il bambino ha un bisogno irrinunciabile: l’accudimento, deve sentirsi protetto in tutte le circostanze. Cerchiamo di non metterlo da parte, di non dire “Lui è buono e tu no”, di non sgridarlo”.

Non responsabilizzarlo troppo

I minori di 5 anni, che non hanno ancora sviluppato meccanismi di autonomia, possono mettere in atto forme di regressione, magari chiedono di essere allattati, si mettono il dito in bocca, si fanno la pipì addosso oppure vogliono fare giochi in cui hanno il ruolo di neonato.

“In una certa misura è normale, così come è normale che mettano il broncio, che siano ostili e indisponibili – prosegue Grimaldi Capitello – Se la situazione è particolarmente difficile i genitori possono rivolgersi a uno psicologo per farsi dare spiegazioni. Di solito la regressione avviene quando si iper responsabilizza il bambino. Frasi come “adesso sei tu il fratello grande devi comportarti bene” non lo fanno crescere, anzi. Non va responsabilizzato perché adesso c’è il fratellino, lo si fa prima o dopo, ma è sempre meglio evitare paragoni con il neonato”.

Dare l’annuncio al tempo giusto

“La parola chiave è cambiamento – dice la psicologa – e a questo dobbiamo prepararlo. Durante la gravidanza, ma solo quando il pancione diventa evidente, bisogna parlare al piccolo, spiegargli che arriverà un fratellino o una sorellina e che anche lui, prima, è stato nella pancia della mamma”. Così lo facciamo sentire importante e uguale al nuovo membro della famiglia.

Il bambolotto da accudire

Alcune settimane prima dell’arrivo del fratello o della sorella, è una buona idea acquistare un bambolotto da dare al bambino perché se ne occupi. Insieme si può fargli il bagnetto, allattarlo, metterlo a nanna “affinché possa già adattarsi ai ritmi e alle routine con i genitori e il nuovo arrivato”.  

Portarlo in ospedale

Occorre anche prepararlo a quando la mamma dovrà andare in ospedale per partorire. “Ovviamente può succedere anche nel cuore della notte, in questo caso non serve svegliarlo. Si potrebbe lasciargli un bigliettino da leggere quando si alza, altrimenti salutarlo con affetto e tante coccole. A nascita avvenuta portarlo il prima possibile in ospedale, non solo per conoscere il neonato, ma anche per abbracciare la mamma e mostrargli che è presenta, che non se ne è andata senza di lui”.

Coinvolgerlo sempre

Occorre dargli un ruolo attivo, coinvolgerlo in tutte le attività il più possibile, consiglia l’esperta, ma senza imporlo. Fargli prendere in braccio il fratello o la sorella, farsi aiutare a dargli il biberon, a cambiarlo, a cullarlo, a fargli il bagno. E quando il neonato comincia a interagire spiegare che questo è solo l’inizio, che presto sarà in grado di giocare con lui. Anche prima dell’arrivo il bambino o la bambina possono avere un ruolo nella preparazione, per esempio nella scelta del nome, dei vestitini, dell’eventuale cameretta.

I regali? Sì e no

“Fargli un regalo alla nascita dell’altro potrebbe sembrare un atto compensativo – spiega Grimaldi Capitello – Non è il messaggio giusto. Il bambino è più interessato alla qualità della relazione con i genitori, un dono non può compensare un eventuale cambiamento di attenzioni e affetto. Invece quando parenti e amici vengono a trovare il nuovo di casa, è bene che portino un pensierino anche al fratello o alla sorella più grande, che altrimenti si sentirebbero esclusi”.

La biblioterapia

Nella fascia 0-5 anni la biblioterapia è caldamente consigliata. “Leggere un libro al figlio più grande, dopo l’arrivo del neonato, è una forma fondamentale di accudimento. Ci si deve ritagliare un po’ di tempo durante la giornata e dedicarsi a lui o a lei. È un momento intimo che fa sentire il bimbo più grande”. E il gioco? Meglio quello spontaneo rispetto a quello strutturato, consiglia la dottoressa, perché è proprio durante le esternazioni ludiche del bimbo che possiamo captare i segnali su come viva davvero questa nuova esperienza.

Se il disagio è ingestibile

Raramente, il rapporto tra i due fratelli diventa estremamente conflittuale, il grande può dimostrare aggressività eccessività e malessere ingestibile.

“In questi casi si può nascondere un disagio più profondo del bambino – conclude la psicologa – Potrebbe essere legato a disturbi del comportamento e dell’attenzione, che poi si rivelano successivamente, o potrebbe esserci una relazione problematica tra bambino e genitori, che non lo hanno accudito in modo appropriato da piccolo. Ripeto, sono casi rari, ma vanno portati all’attenzione di uno psicologo”.



www.repubblica.it 2022-11-09 11:44:18

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