Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Anziani: ecco perché sono più suscettibili all’influenza

33

- Advertisement -


Il virus dell’influenza torna a far paura agli anziani, dopo la “pausa” del Covid. Un team di ricercatori Usa ritiene che la maggiore vulnerabilità della terza età ai virus influenzali sia dovuta a un modulatore immunitario, la prostaglandina E2, che con gli anni limiterebbe lo stato complessivo di salute dei polmoni.

11 NOV

Nonostante un breve stop a causa della pandemia di Covid-19, il virus dell’influenza ha ripreso a circolare e a mettere a rischio la vita di molti anziani, che sono più suscettibili a questa infezione. In che modo aumenti la suscettibilità, però, è ancora poco chiaro. Ad approfondire il tema è stata una ricerca condotta da Judy Chen, Eliza Maria Mosher e dal loro team dell’Università del Michigan, pubblicata da Nature Communications che mostra come i macrofagi alveolari, la prima linea di difesa dei polmoni, sembrano essere compromessi con l’età.

Questi macrofagi sono cellule immunitarie che attaccano gli invasori come i virus dell’influenza e vivono in piccole sacche di aria, gli alveoli, nel polmone. Con l’invecchiamento, sembra che queste cellule vadano perse. Alcuni studi, poi, hanno spostato l’attenzione su un modulatore immunitario lipidico noto come prostaglandina E2, che ha un ampio range di effetti.

Il team americano ha scoperto che i livelli di prostaglandina E2 nei polmoni aumentano con l’avanzare dell’età e questo aumento agirebbe sui macrofagi nei polmoni, limitando il loro stato di salute complessivo e la loro capacità di proteggere l’organo.

Queste prostaglandine possa essere un altro marker del più complesso processo biologico della senescenza. Le cellule senescenti – che secernono molti fattori infiammatori – non sarebbero più in grado di replicarsi.

Per testare il link tra prostaglandina E2 e l’aumentata suscettibilità all’influenza, il team ha condotto esperimenti su animali da laboratorio con un farmaco che blocca il recettore prostaglandina E2. “Quelli che assumevano il farmaco presentavano più macrofagi alveolari e avevano una migliore sopravvivenza all’infezione da influenza rispetto agli animali che non assumevano il farmaco”, concludono gli autori dello studio.

Fonte: Nature Communications 2022

11 novembre 2022
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Scienza e Farmaci

immagine_1
immagine_2
immagine_3
immagine_4
immagine_5
immagine_6
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d’informazione sanitaria.

QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Via Giacomo Peroni, 400
00131 – Roma

Via Vittore Carpaccio, 18
00147 Roma (RM)

Direttore responsabile
Cesare Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Presidente
Ernesto Rodriquez


Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
– P.I. 12298601001
– iscrizione al ROC n. 23387
– iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy





www.quotidianosanita.it 2022-11-11 09:33:00

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More