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Sesso, identificata una proteina alla base del piacere

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La sessualità è oggi meno misteriosa, grazie alla ricerca. Uno studio condotto dai centri americani National Institutes of Health (NIH) ha messo in luce il ruolo di una proteina nell’esperienza del piacere sessuale e nel raggiungimento dell’orgasmo. Questa proteina, chiamata Piezo2, era già nota e studiata per il suo coinvolgimento nel tatto e nella percezione degli stimoli legati a questo senso.

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Lo studio

Oggi i ricercatori hanno osservato che le persone affette da una rarissima patologia, detta sindrome da deficit di Piezo2, sperimentano una ridotta sensibilità genitale e un orgasmo meno intenso o proprio assente. Lo studio, pubblicato su Science, fornisce una prova tangibile del collegamento fra questa proteina e la risposta sessuale. Seppure iniziale, il lavoro aiuta a comprendere meglio importanti meccanismi alla base della sessualità umana e potrà servire per identificare nuovi bersagli terapeutici per diversi problemi e disfunzioni di natura sessuale.

Le proteine del “tocco leggero”

Le proteine Piezo1 e Piezo2 entrano in azione all’interno di importanti processi sensoriali legati al tatto e alla propriocezione, ovvero alla capacità di percepire il proprio corpo nello spazio quando si tengono gli occhi chiusi. Ma hanno un ruolo anche nel dolore, nel bisogno di urinare e nella funzione gastrointestinale. La loro scoperta, insieme a quella di altri recettori, descritta nel 2010, è valsa nel 2021 è valsa il premio Nobel per la Medicina agli scienziati Ardem Patapoutian e David Julius.

La proteina Piezo2 si trova all’interno di alcune terminazioni nervose. Quando questi nervi sono soggetti a una pressione, Piezo2 avvia un processo fisiologico in cui arrivano segnali al cervello. A sua volta, il cervello fornisce una risposta a questi stimoli, consentendoci di riconoscere e percepire sensazioni tattili. Si parla in particolare della percezione del tocco leggero, come quello della carezza di una piuma.

Il coinvolgimento di alcuni neuroni

I ricercatori hanno dimostrato che questo meccanismo è lo stesso che concorre anche alla risposta e al piacere sessuale. Nella ricerca, gli autori hanno coinvolto 3 uomini e 2 donne con Piezo2 mancante; inoltre hanno esaminato topi con la mutazione genetica corrispondente.

I test prevedevano indagini comportamentali nei volontari, insieme, negli animali, al rilievo di immagini biomediche degli organi genitali. I dati indicano il forte coinvolgimento di una certa tipologia di neuroni, che si concentrano nelle zone erogene, e che sono collegati all’attivazione e al lavoro della proteina Piezo2. I risultati hanno confermato un’attenuazione della sensibilità genitale negli animali con la proteina mancante: i topi, infatti, non riuscivano a riprodursi e gli individui maschi non riuscivano ad avere un’erezione.

Anche i volontari hanno riferito una minore sensibilità nelle zone erogene, insieme ad un orgasmo meno intenso (negli uomini) e all’assenza di orgasmo (nelle donne). Tuttavia, tutti e cinque i partecipanti hanno dichiarato di riuscire ad eccitarsi e di avere una vita sessuale soddisfacente. “La ricerca questo dato sono certamente interessanti”, ha sottolineato Emmanuele Jannini, Ordinario di Sessuologia medica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, non coinvolto nel lavoro, “perché forniscono un’ulteriore prova della complessità dell’esperienza sensoriale, inclusa quella sessuale, e del fatto che la sessualità e l’attività sessuale non coincidono con l’orgasmo”.

Il meccanismo di compensazione

L’ipotesi degli autori, sostenuta anche dall’esperto, è che altri processi fisiologici possano bilanciare la mancanza di questo canale percettivo. “Negli individui con handicap o con altri problemi di natura sessuale possono intervenire dei meccanismi compensatori”, prosegue Jannini, “un po’ come avviene nelle persone non vedenti, che hanno i sensi oltre alla vista maggiormente sviluppati e affinati – senza voler però effettuare un paragone diretto”.

Lo studio presenta alcuni limiti, indicati dai ricercatori. Tuttavia, individua prospettive di ricerca per nuovi potenziali trattamenti contro ipersensibilità o al contrario iposensibilità della regione genitale in individui con anomalie specifiche. In generale la sindrome da deficienza di Piezo2 risulta estremamente rara, come spiegato dagli autori, per cui in caso di problemi o disfunzioni sessuali non si pensa a questa patologia, almeno in prima battuta.

“Il suggerimento è sempre quello di rivolgersi al medico”, commenta l’esperto, “in particolare al sessuologo medico, che generalmente è un endocrinologo, un andrologo oppure ginecologo esperto in sessuologia. Questo specialista saprà indirizzare al meglio il paziente, anche considerando l’eventuale necessità di un supporto psicologico o di un percorso psicoterapeutico”.

Il tatto, un aiuto per il benessere sessuale

Il gruppo coordinato da Jannini sta lavorando allo studio e all’ideazione di nuove possibili applicazioni nell’ambito dell’aptica (dal greco: la percezione aptica è il processo di riconoscimento degli oggetti attraverso il tatto).

Si tratta di una branca, ancora in corso di sviluppo, che si occupa di realizzare interfacce tecnologiche in grado di interagire con la persona a livello tattile. I sistemi analizzati sono infatti pensati per riuscire a promuovere e far provare sensazioni tattili, come se fossero reali, attraverso la produzione di segnali meccanici.

“Queste interfacce uomo-macchina cercano di superare le limitazioni imposte dalla presenza fisica e da eventuali anomalie o patologie”, prosegue Jannini, “e potranno in futuro essere utili per applicazioni volte al miglioramento del benessere sessuale, da studiare nell’ambito sessuologia medica”.

L’idea è che potrebbero aiutare a far provare piacere sessuale a individui colpiti da varie patologie, fra cui disturbi neurologici oppure incidenti di natura traumatica o anche a persone lontane che non riescono a incontrarsi – pensiamo alla pandemia e al lockdown.

Salute Amore – l’archivio



www.repubblica.it 2023-12-21 06:33:14

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